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    FIGLI DI MIGN-YACHT - L'EQUIPAGGIO RUSSO DEL PRESUNTO YACHT DI PUTIN DA 700 MILIONI DI DOLLARI, ORMEGGIATO NEL PORTO DI MARINA DI CARRARA, SAREBBE STATO SOSTITUITO UNA SETTIMANA FA DA MARINAI INGLESI - NELLA LISTA DEI 23 NOMI A BORDO C'ERANO UFFICIALI DELL'FSO, IL SERVIZIO DELLA FEDERAZIONE RUSSA - L'IMBARCAZIONE HA ANCHE DOTAZIONI DA CAPO DI STATO: DUE PIATTAFORME DI ATTERRAGGIO PER ELICOTTERI E UN SISTEMA PER INTERCETTARE I DRONI - L'IRONIA DI MICHELE SERRA: “LO YACHT È MIO. DOPO SETTIMANE DI INDAGINI, NESSUNO NE HA RIVENDICATO LA PROPRIETÀ. PERCHÉ NON APPROFITTARNE?"


     
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    Marco Gasperetti per il Corriere della Sera

     

    Scheherazade Scheherazade

    La prova regina che lo Scheherazade, lo yacht da 700 milioni di dollari, sia di Putin ancora non c'è. Ma ogni giorno che passa aumentano gli indizi che il panfilo ormeggiato nei cantieri di Marina di Carrara della Italian Sea Group sia veramente la nave del leader del Cremlino. L'ultimo in ordine cronologico è arrivato ieri.

     

    Scheherazade 3 Scheherazade 3

    Il segretario della Cgil di Massa Carrara, Paolo Gozzani, ha rivelato «anomali movimenti sullo yacht» e soprattutto ha detto che «una settimana fa è stato sostituito l'intero equipaggio che prima era quasi tutto russo e adesso è composto solo da inglesi». Gozzani ha poi aggiunto che la sua preoccupazione da sindacalista è esclusivamente sotto il profilo occupazionale ma è chiaro che la sostituzione dell'intero personale, se accertata, getta una nuova ombra sul reale padrone della nave.

     

    maria pevchikh e georgij alburov fondazione navalny inchiesta sullo yacht di putin maria pevchikh e georgij alburov fondazione navalny inchiesta sullo yacht di putin

    Anche perché, ieri mattina durante il suo intervento al Parlamento italiano, anche il presidente ucraino Zelensky aveva citato lo Scheherazade come lo yacht di Putin e lunedì alcuni collaboratori di Aleksei Navalny, l'attivista politico russo avversario di Putin prima avvelenato e poi imprigionato nelle carceri di Mosca, avevano rivelato che nella lista dei 23 nomi dell'equipaggio apparivano almeno una decina di nomi di guardie del corpo e di ufficiali che lavorano per l'Fso, il servizio della Federazione russa incaricato di proteggere Putin e a organizzare la sua vita privata in sicurezza.

     

    fondazione navalny inchiesta sullo yacht di putin fondazione navalny inchiesta sullo yacht di putin

    Il super yacht non è stato sequestrato e i lavori di manutenzione procedono a pieno ritmo. La società nautica che lo ospita e che non ha nessuna eventuale responsabilità nella vicenda, da giorni si è messa a disposizione degli investigatori fornendo tutta la documentazione anche sulla proprietà, che ufficialmente non risulta essere di Putin. Resta il sospetto di un prestanome ed è su questa ipotesi, tutta da verificare, che la Guardia di Finanza di Massa Carrara sta facendo laboriosi e difficili accertamenti. Il nome dell'imbarcazione, Scheherazade, apre le porte a due piste.

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    La prima fa riferimento alla fanciulla protagonista delle Mille e una Notte e porterebbe a uno sceicco che l'avrebbe fatta costruire con rifiniture in oro, saloni lussuosi, un'enorme piscina, cinema, palestre e sala giochi. La seconda pista, più attendibile, è invece russa e effettivamente farebbe pensare a qualcuno molto in alto all'interno della nomenclatura del Cremlino. Scheherazade è infatti anche una suite sinfonica composta nel 1888 dal compositore russo Rimskij-Korsakov. Lo yacht inoltre avrebbe dotazioni da capo di Stato: due piattaforme di atterraggio per elicotteri e un sistema per intercettare i droni.

     

    IL VERO PADRONE DELLA BARCA

    Michele Serra per “la Repubblica”

     

    Lo yacht da settecento milioni di euro ormeggiato a Marina di Carrara è mio. Lo prova il fatto che, dopo settimane di inchieste e interrogazioni e indagini, nessun altro ne ha rivendicato la proprietà. Perché, dunque, non approfittarne? Ne chiedo l’assegnazione legale per legittima usucapione: sono l’unico al mondo che si è fatto avanti. Agli inquirenti dirò che l’ho comperato con i punti del Conad, sarà comunque una giustificazione meno ridicola di quelle che reggono lo strascico ai mostruosi patrimoni degli oligarchi, russi e non solo. Certo, i cinquanta milioni all’anno di mantenimento costituiscono un problema.

    Scheherazade 2 Scheherazade 2

     

    La cifra eccede di quarantanove milioni e 995 mila euro il mio potenziale budget nautico, ma confido in un crowdfunding (in italiano: colletta) per rimediare. Confido anche nel soccorso (gratuito) di amici architetti per il durissimo compito di de-burinizzare gli interni, difficile in ogni panfilo, quasi impossibile in quelli degli oligarchi russi. Dopodiché, il barcone sarà donato a Emergency perché ne ricavi un ospedale. A patto che venga mantenuta operativa, e in mia piena disponibilità, la sala biliardo, ognuno ha le sue debolezze.

     

    Al netto di questa storiella, la domanda, serissima, è: ma è possibile che i miliardi non abbiano nome? L’opacità della ricchezza, il sistema di scatole cinesi che rimanda sempre ad altro indirizzo, i prestanome, le società off-shore, fanno pensare, massimamente, che il denaro sia una cosa sporca. Se lo pensano anche i miliardari, chi vorrà mai prenderne le difese, povero denaro che tutti rinnegano? E povera barca, povero equipaggio, lasciati alla deriva dal loro oscuro armatore.

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