Francesco Radicioni per La Stampa
Lee Jae-Yong SAMSUNG
Lee Jae-yong – erede della dinastia Samsung e tra gli uomini più ricchi della Corea del Sud – è stato condannato a cinque anni di carcere. Il Tribunale del Distretto Centrale di Seul ha riconosciuto Lee colpevole di corruzione, appropriazione indebita, trasferimento illegale di asset all’estero e falsa testimonianza.
park geun hye con jay y lee di samsung
Le accuse mosse nei confronti del vice-Presidente della Samsung Electronics sono parte del cosiddetto «Choi-gate»: lo scandalo politico e giudiziario che lo scorso autunno ha travolto la Corea del Sud e portato all’impeachment dell’ex-presidente, Park Geun-hye.
CHOI SOON SIL
Dopo aver lasciato lo scorso marzo il palazzo presidenziale di Seul, anche Park è finita sotto processo con le accuse di corruzione e di estorsione. La giustizia coreana è convinta che l’ex-presidente abbia esercitato pressioni sui grandi conglomerati industriali – spina dorsale dell’economia del paese dell’Asia orientale – per ottenere donazioni per decine di milioni di dollari a due fondazioni presiedute dalla sua amica e confidente, Choi Soon-sil.
jay y lee di samsung con tim cook di apple
Secondo l’accusa - che aveva chiesto per Lee una condanna a 12 anni di carcere - Samsung avrebbe avuto un ruolo centrale in questo scandalo: versando 38 milioni di dollari a Choi (passata alle cronache come «la sciamana della Casa Blu»), in cambio del sostegno politico a una fusione tra due unità del conglomerato sud-coreano. Una mossa, questa, che poteva permettere a Lee Jae-yong di consolidare il proprio ruolo all’interno del gruppo. Dallo scorso febbraio, l’erede della Samsung ha atteso il processo in carcere e ha sempre negato di aver chiesto favori alla politica.
samsung Jay Y e padre
Dopo la sentenza, gli avvocati di Lee hanno annunciato che presenteranno appello. I grandi conglomerati industriali della Corea del Sud non sono nuovi ad accuse di corruzione, tuttavia la sentenza nei confronti del vice-presidente della Samsung Electronics è tra le più pesanti mai emesse dalla giustizia coreana. Nel corso dell’ultima campagna elettorale, il neo-presidente sud-coreano, Moon Jae-in, ha promesso che non ci saranno sconti di pena per i grandi tycoon condannati per reati economici.