il videomessaggio di giuseppe conte sul coronavirus 6
Alessandra Di Matteo per “la Stampa”
Quelle bozze giravano tra troppe mani, ormai al governo la pensano quasi tutti così.
Di sicuro, non si placano le polemiche per quella «fuga dal Nord» innescata dalle notizie uscite sui media prima ancora che il decreto fosse approvato ufficialmente e, quindi, prima che chiunque potesse impedire alle persone di «scappare» dalle nuove zone rosse. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è davvero arrabbiato: «È necessario chiarire quel che è successo, una cosa inaccettabile. Ne va della correttezza dell' operato del governo e della sicurezza degli italiani».
FONTANA E CONTE
Nel mirino ci sono i presidenti di Regione. Vito Crimi, capo politico M5s lo dice abbastanza chiaramente: «Alle ore 19 (di sabato, ndr), la bozza del decreto è stata inviata ai presidenti di Regione. È la procedura: i governatori devono essere sentiti prima dell' emanazione del decreto. Poco dopo, la bozza viene diffusa su vari mezzi di informazione. Un fatto grave e inaccettabile».
conte emergenza coronavirus
La Cnn, poi, ha tirato in ballo esplicitamente la Lombardia, sostenendo di avere avuto il Dpcm dallo staff del governatore Fontana. Una cosa che poi in parte corretta in serata, dal momento che la Cnn ha precisato di avere solo chiesto una «conferma» alla Lombardia delle bozze che già circolavano su altri media. Di sicuro, la Lega non ci sta: «È assolutamente falso - scrive l' account twitter del partito di Salvini - che regione Lombardia o qualsiasi canale Lega abbia diffuso in anteprima "bozze"». Una replica rivolta ai «poveretti a 5 Stelle che ci accusano». Per la Lega i responsabili vanno cercati «al governo».
GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA
Ma anche tra gli alleati di governo in parecchi attribuiscono proprio al premier l' errore di fondo, quello di aver fatto circolare così tanto la bozza tra presidenti di Regione e ministeri vari. «Ce l' aveva davvero tanta gente - dice un ministro - può essere stato chiunque». E un parlamentare Pd aggiunge: «La verità è che sono stati ingenui: hanno seguito alla lettera la prassi, ma in un momento come questo non dovevano far girare la bozza. Solo telefonate per acquisire pareri, ma la bozza secretata fino all' ultimo. È come se Amato avesse fatto trapelare che voleva fare il prelievo sui conti correnti prima di farlo... ».