Aldo Cazzullo per corriere.it
taxi notte milano
Nell’era virtuale, il sedile accanto al conducente di un taxi notturno è uno degli ultimi posti dove sentire il respiro di una grande città; e per raccontare Milano com’è, non come dovrebbe essere, o come vorremmo che fosse. L’accordo con Corrado — nome di fantasia: «Non voglio far arrabbiare né qualche collega, né qualche vigile» — è cominciare all’imbrunire e staccare all’alba. Se qualche passeggero chiederà spiegazioni, Corrado risponderà che vicino a lui, dietro la mascherina, c’è un suo amico, futuro collega, che sta facendo pratica.
Corrado premette: «Si prepari. Quando ho iniziato, trentasei anni fa, i milanesi la notte chiamavano il taxi e uscivano con due obiettivi: divertirsi, e fare l’amore. Ora la maggioranza vuole bere, e drogarsi».
Ore 22 - Quartiere Isola
taxi notte milano
«Queste sono due mignotte» mi soffia all’orecchio il tassista, mentre carichiamo due ragazze. «Come fa a dirlo?». «Straniere, bell’aspetto, bei vestiti. Alto bordo». Devono andare in un celebre ristorante di via Piero della Francesca, dove hanno un appuntamento. Una è greca, l’altra spagnola di Maiorca. Appena scendono, Corrado spiega: «La prostituzione per strada non c’è quasi più. Le ultime le conosciamo quasi tutte: come Manuela, una superstite, che aspetta i clienti dietro Porta Nuova.
Le altre ricevono in casa o vanno negli alberghi: vedrà verso le 2 quante chiamate arriveranno dagli hotel di lusso. Sono loro che tornano, o vanno da un altro cliente». È meglio adesso? «No. Era meglio prima. Più gente c’è per strada, più si è sicuri. Le prostitute erano esseri umani. Sentimentali. Tante erano amiche dei tassisti. Qualcuno di noi ha perso la testa e la famiglia, per una ragazza caricata fuori dal night. Io ero amico di Camilla: un’istituzione. Pugliese. Tutte le sere, fissa in via Ripamonti. Le portavo una rosa e mi faceva un sorriso meraviglioso. Ma ora Camilla ha più di settant’anni, forse è morta. Queste sono robot. Se le aspetti con un mazzo di rose, ti guardano come uno scemo».
Ore 24 - Bicocca
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Nelle prime due ore si lavora tra Porta Nuova e i Navigli. «Una volta, questo per noi era il periodo più conteso della serata — spiega Corrado —. Portavi belle coppie. Ristoranti, cinema, teatri, sale da ballo: disco i giovani, liscio gli adulti. Adesso i cinema sono quasi tutti chiusi. A teatro vanno solo i vecchi: il Carcano è spesso pieno, ma l’ultima volta ho portato due genitori con la figlia, e lei ha sbuffato tutto il tempo; i teatri per i giovani sono come per noi un calesse o un landò, roba d’altri tempi. E in discoteca non si va a ballare, ma a sballare. Guardi ad esempio questi tre che ci stanno aspettando». Sono un ragazzo e due ragazze, vanno a una festa, alla Bicocca. Un quartiere rinato: dopo la chiusura delle fabbriche, racconta Corrado, era diventato un dormitorio di vagabondi, anche pericoloso; adesso c’è l’università, l’arte, il design. «E la droga. Ha visto lo sguardo vitreo di lui? Era già fatto.
Non si ha idea di quanta gente si droghi». Ma lei Corrado come lo sa? «Guardi, il modo migliore per fare il tassista di notte senza correre rischi è parlare con i clienti, e far credere di essere come loro. Con un drogato, parlo di droga. Ho visto l’eroina, la cocaina, le droghe sintetiche. Le più recenti non sono pastiglie, si fumano». La conversazione è scandita dai bip delle chiamate. «Questa è un’abbonata; e agli abbonati si risponde sempre. È una giornalista di Sky. Così le mostro il boschetto di Rogoredo».
taxi notte milano
Ore 1.30 - Rogoredo
Corrado mi indica quelli che arrivano, e quelli che escono. «I ragazzi con la faccia da zombie devono ancora farsi. Quelli iperattivi o in estasi sono appena fatti». La giornalista di Sky deve andare a casa, in centro. Spiega Corrado che i vip sul taxi ormai non capitano più. «Io sono milanista, e ho avuto l’onore di portare Gullit, Rijkaard, Panucci. Il migliore è Franco Baresi. Nella vita privata è come in campo: una persona seria». Purtroppo Corrado non ha mai realizzato il suo sogno: «Avere sul mio taxi Gianni Rivera. Mio nonno era tassista, mio padre pure. Ho due fratelli, entrambi tassisti. Siamo tutti milanisti. Da ragazzo abitavo a San Donato e vedevo sempre Rivera mangiare la bistecca alla Ruota, con Romeo Benetti o con Carletto Schnellinger. Ho preso la licenza nella speranza un giorno di portarlo in giro per Milano. Non ci sono mai riuscito».
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Oggi i calciatori non prendono il taxi; hanno tutti l’autista. «Però carico spesso Roberto Vecchioni. È abbonato: lo porto in via Mecenate a registrare la trasmissione di Gramellini. Ho accompagnato anche Renato Pozzetto e i Fichi d’India. Ma le più simpatiche sono Loredana Bertè e Asia Argento, due matte vere. Una volta a Linate ho caricato Fabrizio Corona; c’era pure Belén, ma stavano litigando, così lei ha preso un altro taxi... Di solito gli artisti sono gentili, cortesi. Tranne un attore comunista, che conosciamo tutti perché ha sempre una banconota da 500 euro, e siccome nessuno di noi ha il resto cerca di andarsene senza pagare...». E i politici? «Anche loro hanno l’autista. Una volta ho portato Ignazio La Russa e Daniela Santanchè. Mi piacciono, perché la penso come loro».
Un tempo i tassisti erano quasi tutti di sinistra, racconta Corrado. «Siamo cambiati con gli anni ’90. Qui a Milano abbiamo appoggiato la Lega; a Roma hanno scelto Alleanza Nazionale. Poi Bossi e Fini hanno fatto quel che han fatto. Salvini si è seduto a tavola con Draghi, e ci ha traditi. A Sala di noi non importa niente: perché non ci lascia passare da via Broletto? Perché ha ridotto Buenos Aires a una corsia? Ora siamo quasi tutti con la Meloni».
taxi notte milano
I tassisti scioperano anche contro l’accordo con Uber. «Non vogliamo essere taglieggiati da una multinazionale, che ci chiede la percentuale sugli incassi. Abbiamo le nostre App; usiamo quelle, no? In America i tassisti sono immigrati disperati che lavorano per conto altrui. Noi abbiamo pagato la licenza, io novanta milioni di lire del 1986: è la nostra liquidazione. Adesso secondo i miei calcoli vale 140 mila euro. Già siamo piccoli; non possiamo farci schiacciare». Ma Uber c’è in tutto il mondo. «Sì, ma noi abbiamo la tariffa fissa; la loro dipende dal traffico e dalla richiesta. C’è gente che ha pagato delle corse da Malpensa trecento euro...».
Ore 2.30 - Navigli
Nelle zone della movida i taxi mancano, la gente si sbraccia per strada, ma Corrado è inflessibile: «Di notte non puoi caricare così, a caso. Devi sapere chi porti. Con le chiamate hai il numero del cellulare, spesso sai anche la destinazione. Hai il nome; anche se tanti danno un nome da donna, pensando di avere l’auto più velocemente».
In effetti sia Alexandra sia Henriette si sono rivelate due uomini. Ora a Porta Genova abbiamo appena caricato una coppia che deve tornare a casa. Non si rivolgeranno la parola per tutto il tragitto. Lei è molto seccata perché il tassametro segna già dieci euro, Corrado le spiega gentilmente che c’è il notturno; ma non la convince.
taxi notte milano
Obietto che a noi clienti capita — non a Milano — di essere truffati davvero. Racconto a Corrado le ultime due volte in cui ho preso un taxi a Palermo. La prima volta sono partito da Punta Raisi su un’auto che segnava già trenta euro; il suo collega non aveva azzerato il tassametro della corsa precedente. La seconda volta il tassametro era coperto da un sedile reclinato, e il tassista pretendeva 29 euro per una corsa urbana di pochi minuti... «Io non sono mai stato convocato in via Messina 53 in vita mia» taglia corto Corrado, con fierezza. Via Messina 53 è la storica sede delle auto pubbliche di Milano (ora trasferita in via Sile), a cui arrivano le proteste.
Ore 3.30 - Cornetteria
Sosta nel cuore della notte in un locale aperto 24 ore su 24. «È un posto sicuro: è di un calabrese. Nei bar dei calabresi non succede mai niente. Il problema è che tutto sta passando in mano ai cinesi». La sicurezza, dice Corrado, i tassisti se la fanno da soli. «Le telecamere, sia quelle dentro l’auto sia quelle per strada, non servono a molto. I ladri se ne fregano. Ho visto spaccare finestrini, rubare e fuggire sotto gli occhi delle telecamere. Ma quando ci provano con noi, diamo l’allarme schiacciando un bottone, la centrale avverte le macchine vicine, e i colleghi arrivano a darti manforte.
taxi notte milano
Ci facciamo giustizia da soli: quattro sganassoni, e finisce lì. Sulla polizia non possiamo contare: c’è, ma non è qui per noi. I vigili, peggio ancora: lei ha visto una pattuglia in tutta la notte? Qualche tempo fa sono stato testimone di un accoltellamento in piazzale Lagosta. Mi hanno fatto aspettare due ore, mi hanno fatto un sacco di domande, e non hanno preso nessuno. Ma io paura non ne ho. Se hai paura, non fai il tassista di notte a Milano. Hanno provato a rapinarmi una sola volta, ho reagito, e quello è scappato».
EX BOSCHETTO DELLA DROGA A ROGOREDO
Ci sono quartieri più sicuri rispetto a una volta. «È vero, non vedi più la gente bucarsi. È tutto molto meglio organizzato». Corrado nel corso della notte mi mostra la darsena, il piazzale della stazione Centrale, i giardini di Porta Garibaldi intitolati ad Anna Politkovskaja. «Lo spaccio funziona così. Il cliente chiama, il pusher manda un ragazzo che passa la dose a uno di questi qui, che la consegna al destinatario. Così sono in tre. Beccarli non è facile; e se un poliziotto ci riesce, li rilasciano il giorno dopo».
Sotto i portici ci si prepara per la notte, due clochard hanno attrezzato delle brandine con i materassi e tutto. Un rider, che somiglia in modo impressionante al ciclista con le trecce rasta di «Non è un paese per vecchi», quasi ci viene addosso in contromano. «Ma secondo lei — sorride il tassista — questi alle quattro del mattino portano a casa della gente le pizze prosciutto e funghi?».
boschetto di rogoredo 1
Cominciano ad arrivare le chiamate dalle discoteche, ma Corrado le respinge. «Mica sono matto. Nella migliore delle ipotesi ti vomitano in macchina, nella peggiore tirano fuori il coltello e non ti pagano».
Ore 5 - Discoteca
Si torna a Rogoredo per caricare una ragazza dell’Est, di pessimo umore. Corrado spiega che sta tornando da casa di un cliente. Poi chiama un ragazzo: cerca un «bangla», deve comprare dieci birre e portarle agli amici; così si ritorna allo stesso indirizzo. Alla fine della notte Corrado avrà incassato 332 euro: solo due corse sono state pagate in contanti; altre due con i voucher aziendali; le altre con la carta. «Io arrivo a incassare ottomila euro al mese; ma lavorando sette giorni su sette. Tra spese e tasse me ne restano meno della metà; solo il radiotaxi mi costa 2400 euro l’anno. E ho tre figli».
boschetto di rogoredo 2
Alla fine della notte fa fresco, e la signora anziana seduta in piazza Bonomelli sembra avere proprio freddo. Corrado si intenerisce, la fa salire, le dà un passaggio fino al dormitorio di viale Ortles. Insisto perché accetti una delle chiamate in arrivo dalle discoteche. Finiamo al Plastic di via Gargano. «Qui una volta ci ho portato Edwige Fenech, un’altra la Carrà. Era un posto bellissimo». Due camion con le salamelle, drag queen praticamente su trampoli. La chiamata è di una coppia, neanche giovanissima. Pure loro non si scambieranno una sola parola in tutto il viaggio. Non vomitano e non puntano il coltello; lei però all’arrivo chiede lo sconto. Il tassametro segna 23; «facciamo venti cash?». Corrado, inesorabile: «Lo sconto è morto».
milano notte di terrore
Poi spiega: «Io lo sconto lo faccio alle ragazzine, non a chi può pagare. Ci trattano sempre peggio. Se lo ricorda Luca, il nostro collega ammazzato a calci al Vigentino perché per sbaglio aveva messo sotto un cane, e si era fermato a soccorrerlo? Una volta eravamo un’istituzione: ti invitava il ristorante, perché magari poi ne parlavi bene; per ogni spettacolo che produceva, David Zard faceva una prova generale per un pubblico di soli tassisti.
ESCORT NOTTE MILANO
Adesso ci considerano schiavi. L’altro giorno mi ero fermato per prendere un caffè e andare in bagno, e un tizio mi ha preso a male parole: voleva un taxi, e lo voleva subito. Il mese scorso un nero che non voleva pagare il notturno mi ha messo le mani addosso; ho chiamato la polizia, quello è scappato, e hanno chiesto i documenti a me. La vita sociale è in ribasso, sa?».
Lo chiamano degrado dei rapporti umani. «È così. Con la pandemia, poi, troppi negozi hanno chiuso. Fanno la spesa su Amazon, si parlano sui social. E non fanno quasi più l’amore; se non, come ha visto, a pagamento. Si fidi: una volta a Milano si scopava molto, ma molto di più. Certo, può succedere ancora adesso che una donna sola, dopo una corsa costosa, si offra di pagare in natura. Ma io lo trovo degradante. Una volta capitava che un tassista e una passeggera facessero l’amore per il piacere di farlo. Ora non capita più». Albeggia.
Corrado prima di andare a casa passa a salutare Manuela, più che altro per mostrarmi che, a differenza di Camilla, è ancora viva. «Questa è Milano — mi saluta il tassista —. Negli anni ’80 era una città più violenta, più armata. Tanti salivano a bordo con la pistola. Eppure la vita era più dolce, più ricca, anche umanamente. Ora la città è meno violenta, ma più aggressiva».
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