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    UN “MINISTRO ANCORA IN TRANSIZIONE” – CI SAREBBE DA RIDERE, SE NON CI FOSSE DA PIANGERE: L’ESORDIO DI PICHETTO FRATIN IN EUROPA, AL CONSIGLIO DEI MINISTRI DELL’ENERGIA, È ANDATO PEGGIO DI OGNI ASPETTATIVA. CON UN INGLESE ZOPPICANTE PRIMA HA CONFUSO CONSIGLIO D’EUROPA CON CONSIGLIO EUROPEO, POI HA PARLATO DI MERCATO “TTE”, RIFERENDOSI AL “TTF” – MENO MALE CHE C’ERA CINGOLANI A FARGLI DA BADANTE E A GESTIRE IL LAVORO SPORCO AL POSTO SUO: “ROBERTO, ALLORA MI SPIEGHI TUTTO TU…”


     
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    1 - “ROBERTO, SPIEGAMI TUTTO TU”. ALLA PRIMA EUROPEA PICHETTO FRATIN CHIEDE AIUTO A CINGOLANI

    Estratto dell'articolo di Claudio Tito per www.repubblica.it

     

    konstas skrekas gilberto pichetto fratin robert habeck konstas skrekas gilberto pichetto fratin robert habeck

    «Allora mi spieghi tutto tu…». La spericolata missione a Lussemburgo del ministro dell’Energia, Gilberto Pichetto Fratin, l’altro ieri sera inizia così. Con una stretta di mano confortante con il suo predecessore, Roberto Cingolani. Ora consulente del governo.

     

    Che ha accompagnato il successore alla sua prima uscita europea, il Consiglio dei ministri dell’Energia. Il viaggio in macchina dall’aeroporto lussemburghese in Hotel, poi un altro breve briefing nella hall. L’ex ministro lì a spiegargli tutto il possibile. Ma forse non è stato sufficiente.

     

    gilberto pichetto fratin in difficolta con l auricolare gilberto pichetto fratin in difficolta con l auricolare

    «Vede – diceva Pichetto Fratin sempre lunedì sera – fortunatamente in passato qualcosa in questo campo l’ho fatta. Ma ora mi ci devo mettere. Mi sembra che sia tutto positivo». Mentre percorre il corridoio dello scalo lussemburghese, trascina il trolley targato “Juventus”. «Io non ne faccio a meno, nemmeno qui – puntualizza con un bel sorriso –. Criticatemi su tutto ma non sulla mia Juventus. La fede è fede…»

     

    Ieri poi, ecco l’esordio ufficiale. A parte l’evidente commissariamento da parte di Cingolani, le dichiarazioni pubbliche del ministro sono un capitombolo continuo. «Oggi lavoriamo a seguito del Consiglio d’Europa…». Peccato che il Consiglio d’Europa non abbia proprio nulla a che vedere con il Consiglio europeo.

    gilberto pichetto fratin 2 gilberto pichetto fratin 2

     

    Primo sopracciglio alzato. Per non farsi mancare nulla, poi, spiega che oltre a individuare un «corridoio» per il prezzo, l’altra decisione riguarda «il Meccanismo tecnico di misura del sistema gas, per superare il Tte». Occhi sbarrati, nella delegazione italiana e non solo. Probabilmente il riferimento è al Ttf, il mercato del gas di Amsterdam da cui dipende la quotazione e non la misura.

     

    Terrore sulla faccia dei diplomatici spediti – come sempre – dalla Rappresentanza italiana presso l’Ue per assistere i ministri. Uno sguardo rimasto anche alla fine del Consiglio, quando il ministro torna a dichiarare. Una frase e poi è letteralmente portato via con la consueta scusa: «Si è fatto tardi». «Ottimista? L’ottimismo è uno stato d’animo…», e via verso l’uscita. Tanto che l’ufficio stampa ministeriale, poco dopo ha dovuto diramare un comunicato per esprimere compiutamente la posizione: «La nostra priorità resta l’emergenza prezzi». […]

     

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    2 - "GILBERTO, I SUPPOSE". L'ESORDIO EUROPEO DI PICHETTO, TRA SVISTE TECNICHE E INGLESE ZOPPICANTE

    Estratto dell'articolo di Valerio Valentini per “il Foglio”

     

    […] Mentre tutti i suoi colleghi di governo gongolavano in Transatlantico, concedendosi con gioia ai cronisti, Gilberto Pichetto si trovava catapultato nel mezzo di una trattativa complicatissima. Il gas, il price cap, i colleghi ministri europei a cui presentarsi. Il tutto reso più complicato da una consuetudine con la lingua inglese alquanto inconsistente. Una pecca che neppure la bonomia sabauda riesce a mondare.

     

    […] Pichetto, è stato introdotto (da Roberto Cingolani, ndR) agli altri responsabili europei dell’Energia impegnati nella trattativa sul gas. Con loro l’ex ministro, ora consulente, si è intrattenuto per discutere gli sviluppi della negoziazione, per poi farsi da parte, lasciando in anticipo i lavori quando è toccato ai ministri confrontarsi in prima persona.

     

    GIURAMENTO DI GILBERTO PICHETTO FRATIN GIURAMENTO DI GILBERTO PICHETTO FRATIN

    A sostenerlo, però, sono rimasti – e rimarranno anche nei prossimi mesi, a proposito di continuità  – i principali collaboratori di Cingolani. Il capo del dipartimento per il Pnrr, Paolo D’Aprile, l’uomo dei numeri e delle slide; il consigliere diplomatico Giuseppe Manzo, infaticabile tessitore di relazioni.

     

    E poi, ovviamente, tutto lo staff italiano di stanza a Bruxelles. Gente che dovrà aiutare il nuovo ministro Pichetto – “un ministro ancora in transizione”, sorridono al Mite.

     

    gilberto pichetto fratin gilberto pichetto fratin

    […] Un battesimo del fuoco. Che però, al di là delle incertezze lessicali, s’è rivelato complesso anche sul piano tecnico. La riunione dei ministri dell’Energia è iniziata con la presentazione di un “non paper” di cinque pagine con cui la Commissione europea bocciava, di fatto, la proposta francese di estendere a tutto il continente il disaccoppiamento tra gas ed energia elettrica basato sul modello greco: le incognite sulla sostenibilità finanziaria della misura, e il rischio che questa favorisca perversamente la spirale inflattiva hanno determinato il giudizio negativo di Bruxelles. Una notizia favorevole, dal punto di vista italiano.

     

    gilberto pichetto fratin adolfo urso gilberto pichetto fratin adolfo urso

    E non solo perché Cingolani ha sempre ritenuto improbabile questa soluzione: ma anche perché eliminata dal tavolo questa variabile, le istanze dei paesi favorevoli a una riforma del mercato del gas dovranno convergere tutte sul piano promosso da Roma nelle scorse settimane. E dunque l’adozione di un corridoio temporaneo dei prezzi, e la modifica degli indici di riferimento del Ttf, restano ora le proposte più solide.

     

    Ma al di là di quelli che a Berlino definiscono, non certo con ammirazione, “esercizi accademici”, resta poi la questione politica. Che consiste, appunto, nel convincere i riottosi governi di Germania e Olanda, e per altri versi quello ungherese, a procedere sulla strada del price cap. […] Ed è per questo che il primo viaggio di Meloni – da fissare in agenda prima ancora della possibile trasferta a Sharm el Sheik di metà novembre per la Cop27 – dovrebbe essere proprio a Bruxelles. Per accreditarsi, certo, e forse per dare una mano al suo ministro dell’Ambiente.

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