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    L’EUROPA METTE TUTTI IN FUGA: DOPO LA “BREXIT”, ATTENTI ALLA “FRANXIT” - UNO STUDIO USA RIVELA CHE IL 68 PER CENTO DEI FRANCESI HA UN'OPINIONE PESSIMA DELLA UE, PEGGIORE DEI BRITANNICI - I PIÙ SCONTENTI DI TUTTI SONO I GRECI - L'ITALIA E’ IL PAESE PIÙ FAVOREVOLE, DOPO POLONIA E UNGHERIA


     
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    Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”

     

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    Che i britannici il 23 giugno scelgano di restare o di lasciare, in questi giorni stanno passando per i responsabili della delusione europea, colpevoli di sabotare l' integrazione dall' interno e magari di scatenare l' effetto domino uscendo dall' Unione. Europeisti troppo timidi, o euroscettici troppo determinati, i cittadini del Regno Unito hanno sulle spalle il peso del grande chiarimento che il continente attende: ora basta, decidetevi, o dentro o fuori. Come se i fallimenti e i ritardi delle istituzioni europee, finora, siano dipesi da loro.

     

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    C' è però uno studio americano, del Pew Research Center di Washington, che suggerisce un' altra realtà: il popolo che guarda all' Unione europea con più sfavore, dopo i greci rovinati dalla crisi finanziaria, non sono i britannici ma i francesi. Una netta maggioranza, il 68 per cento, ha un' opinione negativa dell' Unione europea. Tendiamo a dimenticarlo ma non è una novità ed è la prossima sfida che aspetta gli europei, visto che tra neanche un anno in Francia sono in programma le elezioni presidenziali che vedono favorita, almeno al primo turno, la nemica dichiarata della Ue, Marine Le Pen.

     

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    Le percentuali del Pew Research Center ci ricordano che l' attuale impasse europeo trova le sue radici anche nel no espresso dai francesi al referendum del 2005 sulla Costituzione europea. Un trauma dal quale la classe politica non si è più ripresa: bocciata l' idea di cedere sovranità a Bruxelles, da allora Parigi ha praticato un europeismo di facciata, ma il presidente François Hollande nel 2012 ha scelto come primo consigliere politico e come ministro degli Esteri Aquilino Morelle e Laurent Fabius, due convinti esponenti del «no» alla Costituzione.

     

    In questi anni la sfiducia nei confronti della Ue si è solo approfondita, e non secondo la prevedibile divisione tra populisti nazionalisti e élite filo-europea. Non poche voci influenti nel dibattito pubblico auspicano il ritorno a una Francia totalmente sovrana: dal più celebre scrittore francese vivente Michel Houellebecq al filosofo di sinistra Michel Onfray nemico dell'«Europa liberale», al polemista neoreazionario Eric Zemmour.

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    In un anno, il tasso di fiducia nei confronti dell' Unione si è abbassato di 17 punti. E se andiamo più indietro, nel 2004 i francesi a favore della Ue erano il 69%: oggi sono solo il 38%. Come negli altri Paesi presi in esame, i motivi di scontento sono soprattutto la gestione della crisi dei migranti e l' economia, e i più euroscettici sono i cittadini oltre i 50 anni. L' Italia resta il Paese più europeista con il 58% di pareri positivi, dietro a Polonia (72%) e Ungheria (61%).

     

    Dopo il voto in Gran Bretagna, andrà affrontata la questione francese. Dice l' eurodeputata Sylvie Goulard, autrice del libro dall' eloquente titolo Goodbye Europe : «Cerniera tra il Nord e il Sud, tra mondo latino e germanico, la Francia ha vocazione a occupare il centro del gioco europeo. Ed è proprio perché la Francia ha largamente rinunciato a tenere questo posto, negli ultimi anni, che l' Europa va così male».

     

     

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