Andrea Bulleri per il Messaggero - Estratti
vannacci bonaccini
(...) i "novellini" sono tutti a prendere le misure con la vastità del palazzo dell'Europarlamento. «Lei che è pratico, da che parte è il bar?», finisce per domandare al cronista il capodelegazione dei Cinquestelle Pasquale Tridico, stufo di girare a vuoto.
Ecco Ilaria Salis, al primo giorno sotto le insegne di Avs, che prova a stemperare la tensione chiacchierando con Annalisa Corrado. «Per me è tutto nuovo, proprio un altro mondo», sorride lei, passata in poche settimane dalla detenzione in un carcere di Budapest ai domiciliari e poi all'Eurocamera. «Non dirlo a me, ci ambienteremo!», le fa eco l'altra debuttante del Pd.
Quello di Salis è uno dei volti verso cui c'è più curiosità, degli italiani ma non solo. E lei, poco avvezza a tanta notorietà, per farsi coraggio arriva insieme a entrambi i genitori. Ma non è l'unica euroeletta ad approfittare del clima da gita scolastica per far conoscere i nuovi uffici alla famiglia. Camilla Laureti, neo vicepresidente del gruppo socialista, ha portato con sé il figlio: «Che dici, mi somiglia?», domanda orgogliosa alla collega Alessandra Moretti, anche lei accompagnata dalla figlia Anna.
pasquale tridico
Curiosità per Salis, sì, ma più ancora per il generale della Lega Roberto Vannacci. Lo cercano le tv straniere, lo punzecchiano i giornalisti. E lui, dopo essere arrivato in ritardo e col trolley alla mano alla riunione dei Patrioti, causa imbottigliamento nel traffico, sorride serafico e percorre a passo marziale le lunghe passerelle che corrono accanto ad altissimi rampicanti («ci sono anche le liane scherza ci si può arrampicare come Tarzan»). La domanda scatta spontanea: generale, ha finalmente conosciuto Salis (la sua "nemesi" politica, per qualcuno)?
«Mi sono presentato a Carola Rackete, ma con Salis non ho ancora avuto il piacere», risponde. E poi, forse inciampando in un lapsus o forse no: «Ci sono tante persone nuove che non ho ancora avuto il piacere di stigmatizzare».
dario nardella
Ri-esordio a Strasburgo per Nicola Zingaretti (che i bookmakers danno come prossimo capodelegazione del Pd, anche se lui non ne parla), debutto per Stefano Bonaccini, cravatta rossa sgargiante. Così come per gli ex sindaci Giorgio Gori, Antonio Decaro, Dario Nardella: «Il primo giorno qui mi hanno confuso con Bardella, ma io sono molto meglio...
», racconta ridendo. Ha l'aria spaesata Mimmo Lucano, in tenuta informale (polo azzurra e niente giacca) come molti suoi colleghi della sinistra (Rackete, intenta a fare una foto a lui e Salis, sfoggia rasta, nike da corsa e un maxi zaino da campeggio).
Ignazio Marino non c'è, costretto a casa da un'influenza, mentre l'ex direttore di Avvenire Marco Tarquinio arriva in sedia a rotelle: «Tranquilli, non mi hanno picchiato per le mie posizioni sull'Ucraina, è solo un'ernia...».
carola rackete ilaria salis mimmo lucano
Fortuna che a far strada ai neoeletti c'è chi qui è di casa: Brando Benifei, capodelegazione uscente del Pd (si fa il suo nome come vicepresidente dei socialisti se Laureti andrà all'Ambiente). E Nicola Procaccini di FdI, indaffaratissimo: che farete con von der Leyen? «Per ora mi occupo solo dell'elezione di Antonella (Sberna, ndr)». Chi viene e, ahiloro, chi va perché non è stato rieletto. Come l'ex iena Dino Giarrusso, che si aggira mesto per i corridoi prima di lasciare l'ufficio. Ma pure l'ex vicepresidente Fabio Massimo Castaldo, ex grillino transitato in Azione. Una commessa lo saluta: «Che dispiacere, non vederla più qui!». Eh già: anche la scuola, prima o poi, finisce.
marco tarquinio annalisa corrado