Marco Bresolin per “la Stampa”
I GASDOTTI VERSO L EUROPA
La turbina della Siemens riparata in Canada è tornata in Germania ed entro domenica dovrebbe arrivare in Russia, passando per la Finlandia. Ma i flussi lungo il gasdotto Nord Stream 1 non dovrebbero riprendere a pieno ritmo prima di agosto e le ultime mosse di Gazprom lasciano intravedere il peggio: il colosso energetico ha scritto a Berlino per dire che il taglio delle forniture è legato a «cause di forza maggiore».
«Siamo tutti preoccupati», ha ammesso ieri Josep Borrell al termine della riunione dei ministri degli Esteri Ue. Perché nonostante gli sforzi di Mario Draghi in Algeria e di Ursula von der Leyen in Azerbaigian, l'Ue non riuscirà a compensare un eventuale stop dei flussi da Mosca. L'inverno rischia di essere difficile, per questo anche l'Agenzia internazionale dell'Energia ha invitato i governi al razionamento preventivo: bisogna tagliare almeno 12 miliardi di metri cubi nei prossimi tre mesi.
putin ursula von der leyen
Un appello in linea con il piano che sarà presentato domani dalla Commissione europea, ma tra i governi già emergono le prime tensioni sulla ripartizione dello sforzo: c'è chi sostiene la necessità di un taglio orizzontale e chi invece spinge per un sacrificio proporzionato alla dipendenza dal gas russo.
La lettera di Gazprom, resa nota ieri dall'agenzia Reuters, è stata inviata il 14 luglio scorso, ma fa riferimento ai tagli iniziati a partire dal 14 giugno. Una mossa per mettere le mani avanti in vista di eventuali contenziosi e che rischia di alimentare ulteriori tensioni.
EUROPA E IL GAS - I FORNITORI
Il gasdotto Nord Stream 1 è fermo dall'11 luglio per lavori di manutenzione che dovrebbero durare 10 giorni, ma nessuno sa con esattezza cosa succederà dopo il 21 luglio. Il governo tedesco non ha commentato l'episodio, ma il ministero dell'Economia ha fatto sapere che Berlino sta valutando il rinvio della chiusura delle tre centrali nucleari ancora in funzione.
L'Unione europea è riuscita sin qui a compensare il taglio dei flussi da Mosca, ma in caso di stop totale non sarà in grado di colmare il vuoto. Dall'inizio dell'anno l'import di metano russo via gasdotto è crollato a 45 miliardi di metri cubi: il taglio è pari a 28 miliardi di metri cubi. In compenso, l'import di gas naturale liquefatto è cresciuto di 21 miliardi di metri cubi (in gran parte dagli Stati Uniti), mentre quello via gasdotto (da Norvegia, Mar Caspio, Regno Unito e Nordafrica) è salito di 14 miliardi di metri cubi.
GAZPROM
Al momento il saldo è positivo. Ieri Ursula von der Leyen è volata a Baku per siglare un accordo con il governo azero che nel 2022 porterà in Europa 12 miliardi di metri cubi di gas (rispetto agli 8 dello scorso anno) con l'obiettivo di arrivare a 20 entro il 2027.
L'Italia sarà il principale destinatario, ma saranno necessari dei lavori per aumentare la capacità della Tap, il gasdotto che collega la Puglia alla Grecia, che verranno finanziati con fondi Ue.
gasdotti in europa
Il lavoro di diversificazione in corso da mesi ha portato dal 40% al 20% la dipendenza dal gas russo, ma senza il metano di Mosca l'inverno sarà complicato. Per questo l'Agenzia internazionale dell'Energia ieri ha lanciato un appello per chiedere subito un razionamento preventivo, con l'obiettivo di tagliare 12 miliardi di metri cubi di gas nei prossimi tre mesi per destinarli agli stoccaggi. Altrimenti l'Ue «potrebbe dover affrontare tagli e contingentamenti molto più drammatici più avanti».
GASDOTTO
Tra le azioni proposte, c'è la revisione delle temperature negli edifici, ma anche piattaforme d'asta per assegnare incentivi alle industrie che riducono i consumi di gas. Si tratta di misure che fanno parte del piano che verrà presentato domani dalla Commissione europea. Bruxelles fisserà inoltre alcuni criteri per individuare i settori industriali da salvaguardare e quelli più «sacrificabili», per esempio i comparti particolarmente energivori come la ceramica, la chimica e il vetro.
gasdotto
Il piano finirà martedì prossimo sul tavolo dei ministri dell'Energia per una riunione straordinaria che già si preannuncia tesa. Ci sono infatti diverse opinioni tra i Paesi sulla modalità per distribuire i sacrifici. Chiedere a tutti un taglio in egual misura viene considerato iniquo da chi in questi anni ha ridotto gli acquisti di gas russo, per questo alcuni governi premono per stabilire target di riduzione proporzionati alla dipendenza energetica da Mosca. In questo caso, però, lo sforzo chiesto a Italia e soprattutto Germania rischierebbe di avere conseguenze troppo pesanti per le rispettive economie.