DAGOREPORT
Estratto dell'articolo di Francesco Moscatelli per la Stampa
GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI - BY EDOARDO BARALDI
Come riportare la Lega al centro della politica europea? Come passare dalla parte del tavolo in cui si sta a guardare o nella migliore delle ipotesi si fa opposizione a quella in cui si danno le carte?
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E così ieri lo stato maggiore si è chiuso per tre ore nella sede milanese del partito per cominciare una discussione tanto fondamentale quanto accesa. Davanti al segretario Matteo Salvini, infatti, sono subito emerse due posizioni. Da una parte c’è chi, come il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari e il vicesegretario Andrea Crippa, sostiene la necessità di abbandonare il gruppo «estremista» di Identità e democrazia e di tagliare i ponti con alcuni compagni di strada scomodi. Anzi, scomodissimi per una forza che dopo sostenuto Mario Draghi ora punta a governare l’Italia per i prossimi cinque anni. Il pensiero va al Rassemblement National francese di Marine Le Pen ma soprattutto ai tedeschi di Afd.
matteo salvini giorgia meloni alla camera dei deputati
Dall’altra c’è un peso da novanta come il presidente della Camera Lorenzo Fontana (padre della svolta sovranista del 2013 e ancora oggi responsabile Esteri «ombra» del partito, oltre che ex compagno di stanza di Salvini quando entrambi erano europarlamentari) che ha invece messo in guardia il leader da un cambio di rotta che potrebbe non essere compreso dall’elettorato e che ignorerebbe il «vento di destra» che da Svezia e Finlandia già soffia sul Vecchio Continente.
Il primo banco di prova sarà il 13 e 14 maggio. I nazionalisti portoghesi di Chega hanno invitato Salvini a un raduno sovranista il cui ospite d’onore sarà l’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro.
GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI - BY EDOARDO BARALDI
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Se l’idea di compattare tutte le forze di centrodestra oggi sparpagliate fra Ppe, Identità e Democrazia e Conservatori resta un sogno (Meloni già l’anno scorso si era opposta) le due strade possibili sembrano essere l’ingresso nel Ppe oppure la creazione di un gruppo ex novo. Fonti leghiste fanno notare che nei principali Paesi europei (Francia, Germania, Spagna e Italia) il Ppe oggi è meno forte che in passato, e allo stesso tempo sono consapevoli che per creare un nuovo soggetto servono 24 eletti provenienti da almeno 7 Paesi (un mezzo rebus nonostante i 28 europarlamentari fatti dalla Lega nel 2019). Chissà se per il 10 o il 17 settembre, le due date ipotizzate ieri per il ritorno sul pratone di Pontida, i nodi saranno sciolti?.
bolsonaro salvini MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI