Giacomo Amadori per “la Verità”
RAFFAELE GUADAGNO
La storia della presunta talpa della Procura di Perugia vede come unico indagato (per il momento) un saggista che nei suoi libri si occupa di cold case rimasti irrisolti. Ma lui, forse, potrebbe aver lasciato qualche traccia. Ieri nella libreria Feltrinelli di corso Vannucci era rimasta solo una copia del libro La scomparsa di Adinolfi, firmato dal già cancelliere della Procura Raffaele Guadagno, sospettato di essere la gola profonda di alcuni quotidiani, e dall'ex giornalista Rai Alvaro Fiorucci.
Al primo sfoglio quello che salta all'occhio è l'autore della prefazione, l'inviato del Corriere della Sera Giovanni Bianconi, lo stesso cronista che, insieme con due colleghi della Repubblica con cui non di rado opera in pool, domenica ha pubblicato un articolo che conteneva alcune parti della richiesta di archiviazione sulla cosiddetta loggia Ungheria che, a giudizio del procuratore Raffaele Cantone, erano ancora coperte da segreto.
RAFFAELE GUADAGNO CON PIERO GRASSO
E a scaricare illecitamente i file, non essendo collaboratore dei pm che indagavano, sarebbe stato proprio Guadagno, cinquantottenne originario di Santa Maria di Vico (Caserta), ma da anni trapiantato in Umbria. Attualmente lavora all'ufficio esecuzione della Procura e non ha più nulla a che fare con le indagini.
È sospettato di essersi intrufolato nel sistema anche in altre occasioni, scaricando ulteriori documenti riservati. Al momento gli inquirenti non sono riusciti a trovare tracce di intrusioni riferibili alla tarda primavera del 2019, quando esplose il Palamara gate e sui giornali finirono decine di intercettazioni e atti di indagine non ostensibili. Una rivelazione del segreto investigativo senza precedenti di cui la Procura di Perugia, all'epoca non ancora guidata da Cantone, non riuscì a trovare i responsabili.
Questa volta, invece, i magistrati potrebbero aver scoperto l'autore in meno di 48 ore.
IL LIBRO DI RAFFAELE GUADAGNO
Le investigazioni dovranno innanzitutto accertare se sia stato proprio il funzionario a fornire le carte ai giornalisti e in caso di risposta affermativa se lo abbia fatto anche in altre occasioni.
In città le perquisizioni nei confronti di Guadagno rappresentano un piccolo choc essendo l'ex cancelliere molto stimato in Procura e non solo per il suo eclettismo e la sua cultura.
Un uomo intelligente e fisicamente fragile. Da anni è presidente di un'associazione per la lotta all'ictus cerebrale, di cui è stato vittima. E le ultime vicende lo hanno ulteriormente provato. Ma l'inchiesta prosegue. Come è normale che sia. L'avvocato Chiara Lazzari ci spiega di non avere novità sulle indagini e che la sua nomina non è ancora stata depositata.
Sulla quarta di copertina del suo ultimo lavoro Guadagno è definito «studioso di indagini e di processi» ed è specificato che «ha seguito i maggiori casi di cronaca giudiziaria in Italia e all'estero». Nel 2018 ha pubblicato Il Divo e il giornalista. Giulio Andreotti e l'omicidio di Carmine Pecorelli: frammenti di un processo dimenticato, un procedimento che Guadagno conosce a menadito e la cui conclusione senza colpevoli ritiene un'ingiustizia.
Ma è il «mistero irrisolto» sulla scomparsa del giudice romano Paolo Adinolfi l'opera che ci collega maggiormente alla vicenda della talpa.
RAFFAELE CANTONE E RAFFAELE GUADAGNO
Destino vuole che lo scorso settembre alla presentazione in una sala dell'Archivio di Stato abbia presenziato anche Cantone, che nell'occasione auspicò che il libro potesse «contribuire a individuare nuovi elementi utili a riaprire il caso sulla scomparsa del giudice». Sarà anche per il ricordo di quella serata che, non appena è stato aperto il fascicolo, il procuratore ha parlato di un vero e proprio «tradimento».
Comunque a Perugia non c'è avvocato o magistrato che non spenda parole di stima per Guadagno. Giuliano Mignini, il pm del caso Meredith, si è limitato a dire: «Non so se sia di destra o di sinistra, di certo è una persona molto attenta al tema della legalità».
Sui social Guadagno è molto critico con quasi tutta la classe politica, a partire dalla Lega e dal Movimento 5 stelle.
giovanni bianconi foto di bacco (2)
«Salvini, Conte e Letta un triumvirato che mi "agita"» ha scritto. Non ha risparmiato stilettate neppure alle signore della destra Giorgia Meloni e Marine Le Pen («Io sto con Macron senza se e senza ma»). Mentre esprime grandissima stima per il presidente Sergio Mattarella («Un gigante») e il premier Mario Draghi, che ringrazia per aver salvato l'Italia.
Ha nostalgia della Prima Repubblica: fa sapere di rimpiangere Bettino Craxi e Claudio Martelli e si è schierato contro il taglio dei parlamentari, da lui considerato «una via reazionaria». Nei suoi post non mancano neppure le citazioni di Ernesto Guevara, «un grande condottiero».
piero grasso con i giornali del gruppo espresso
Il rapporto con magistrati e giornalisti è più lineare rispetto a quello con la politica.
Sia gli uni che gli altri affollano le presentazioni dei suoi libri. In un'immagine pubblicata su Fb si trova a fianco dell'ex toga ed ex presidente del Senato Piero Grasso. Il Divo e il giornalista contiene la prefazione dell'ex procuratore generale di Perugia e presidente della Fondazione Umbria anti usura Fausto Cardella, un magistrato a cui Guadagno è molto legato. Per esempio l'indagato ha organizzato con lui nel proprio paese natale un evento sulla strage di Capaci.
A dicembre, alla presentazione romana del suo secondo libro, sono intervenuti il campione della magistratura non allineata Nino Di Matteo e una giornalista della Rai.
Nella locandina era indicato tra i relatori pure Antonio Massari, inviato del Fatto Quotidiano, che, però, alla fine non prese parte alla serata.
Si limitò a scrivere un articolo sul libro.
raffaele cantone foto di bacco
Massari è il cronista che per primo ha pubblicato il contenuto della richiesta di archiviazione. Ma, al contrario dei colleghi di Repubblica e del Corriere della Sera, non si è concentrato sul caso Palamara. L'unico collegamento tra Guadagno e l'ex pm radiato dalla magistratura (che ha presentato denuncia a Firenze per la fuga di notizie) lo abbiamo trovato sul profilo Facebook dell'indagato. In un post del primo aprile 2021 riprendeva l'annuncio di un'intervista all'ex presidente dell'Anm, sul best seller Il Sistema, ospitata dal sito Darkside del suo editor, Gianluca Zanella. Sotto il post, un suo amico, G.M., commentava: «Forse non è molto etico che questo indagato debba arricchirsi con le sue malefatte».
antonino di matteo
E ricordava che l'ex pm era diventato «il vessillo dei media del noto piduista» Berlusconi, «acerrimo nemico della magistratura tutta». E si stupiva anche per «la grande attenzione per i fatti disvelati dai trojan palamareschi» e definiva l'ex pm «solo una gran bella faccia di tonno», rubando una citazione all'ex presidente Francesco Cossiga.
Guadagno gli rispondeva in modo sibillino: «Caro amico mio, le tue parole, come sempre, sono "piene". Purtroppo ahinoi "dobbiamo stare muti"... e tu sai perché». Il motivo del forzato silenzio non è esplicitato, ma lascia intravedere in filigrana il giudizio del dipendente sotto inchiesta su Palamara. E anche se, tra i suoi numerosi amici giornalisti, c'è chi ipotizza che Guadagno possa essere un «capro espiatorio», restano aperti alcuni quesiti: è stato lui a selezionare per i giornalisti il capitoletto contro l'ex consigliere di Palazzo dei marescialli? Oppure sono stati i cronisti a scegliere quella parte della richiesta? Ma soprattutto Guadagno, sempre che sia lui il «colpevole», ha fatto tutto da solo? La risposta dovrà darla la Procura di Perugia.