Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”
avramopoulos
Dimitris Avramopoulos era molto più che un semplice membro onorario dell'associazione Fight Impunity, l'ong di Antonio Panzeri finita al centro dell'inchiesta della procura di Bruxelles. L'ex commissario europeo di nazionalità greca era infatti «molto più coinvolto» nelle attività dell'associazione rispetto agli altri membri onorari. E per questo è stato «retribuito per un periodo di un anno» a partire dal 1° ottobre del 2020, come riporta un documento della Commissione europea visionato da "La Stampa" che però non menziona l'importo.
Si tratta di un compenso «ufficiale», quindi del tutto legittimo, tanto che il 3 febbraio del 2021 è stato approvato da Ursula von der Leyen in persona, come emerge da un secondo documento. Ma alla luce di quel che è successo, la sua retribuzione fa sorgere almeno due questioni con ripercussioni quantomeno sul piano politico. La prima: Avramopoulos potrebbe aver ricevuto fondi "sporchi", se è vero che Fight Impunity funzionava come «centrale di riciclaggio» per i finanziamenti occulti arrivati dal Qatar.
PIER ANTONIO PANZERI Abderrahim Atmoun
La seconda: oggi Avramopoulos è uno dei due candidati favoriti per il ruolo di rappresentante speciale dell'Unione europea per i Paesi del Golfo (l'altro è Luigi di Maio). E il solo sospetto che possa aver ricevuto, anche se a sua insaputa, "fondi sporchi" dal Qatar rappresenta un ostacolo enorme nella sua corsa verso il nuovo ruolo istituito dall'Alto Rappresentante Josep Borrell. […]
DIMITRIS AVRAMOPOULOS