TRUMP
Valeria Robecco per “il Giornale”
Se Donald Trump diventasse il prossimo Commander in Chief degli Stati Uniti, rischierebbe l' ammutinamento da parte delle forze armate.
Questa in sintesi è la convinzione del generale Michael Hayden, ex direttore della Cia e della National Security Agency (Nsa). Hayden è uno dei profili di maggiore spessore della comunità degli 007 americani, avendo guidato sia la Nsa, ovvero l' agenzia di sicurezza interna, sia la Cia, l' intelligence che opera sul piano internazionale.
MICHAEL HAYDEN
Secondo il generale, c' è una legittima possibilità che l' esercito statunitense si rifiuti di obbedire agli ordini impartiti da Trump se diventerà presidente, e se continuerà a sostenere alcuni dei punti della sua agenda portati avanti in campagna elettorale.
esercito usa
«Sarei incredibilmente preoccupato se, in caso venisse eletto, governasse il Paese dando seguito alle minacciose promesse fatte durante la sua campagna», ha spiegato Hayden in un' intervista.
Il candidato alle primarie del Grand Old Party ha assicurato che se arriverà alla Casa Bianca non solo ripristinerà il waterboarding contro i sospetti terroristi (interrotto durante il primo mandato Obama), ma andrà oltre, utilizzando tecniche di interrogatorio «molto peggiori e molto più dure».
TRUMP
E non è tutto, poiché ha anche suggerito che gli Usa dovrebbero uccidere i membri delle famiglie dei terroristi, una possibilità che secondo diversi osservatori andrebbe contro i dettami della Convenzione di Ginevra. E proprio a questo proposito, Hayden ha spiegato che se dovesse dare un ordine del genere, le forze armate americane si rifiuterebbero di obbedire. «Sarebbe una violazione di tutte le leggi internazionali sui conflitti armati», ha precisato.
KARL ROVE
Quello del generale è l' ennesimo tentativo di arginare il ciclone Trump. Prima di lui è stato Karl Rove, guru delle campagne di George W. Bush, a lanciare un' altra possibile strategia per fermare l' avanzata del miliardario newyorkese, chiedendo ai governatori degli stati americani di scrivere al popolo del Grand Old Party per sconfessare Trump e implorare i cittadini a non votarlo. Rove è convinto che non sia troppo tardi per bloccare il candidato repubblicano ed evitare di «condannare il partito alla sconfitta» a Novembre.
TRUMP CHRISTIE
Nel frattempo, Trump ha incassato l' appoggio di un altro senatore illustre, il conservatore Jeff Sessions, ultimo in ordine di tempo degli acquisti fatti dal miliardario dopo l' ex candidato Gop Chris Christie. Qualcuno ora teme persino che anche membri dell' establishment cedano alla tentazione di appoggiare Trump per non rimanere tagliati fuori in caso di un suo successo, oppure, nel caso del governatore del New Jersey, nella speranza di un ticket presidenziale.
TRUMP CHRISTIE
Lo stesso tycoon, in un colloquio telefonico con Anderson Cooper della Cnn, ha sottolineato con forza come al suo fianco in un «dream ticket» per la Casa Bianca esclude l' ipotesi di un altro businessman, ma vede solamente un politico di professione, con una profonda conoscenza della macchina amministrativa e costituzionale americana. Proprio come Chris Christie.
Il magnate dell' immobiliare è lanciato verso il «super tuesday», con i repubblicani al voo in 11 stati. Ma secondo l' ultimo sondaggio di Cnn e Orc Trump ha aumentato il suo vantaggio anche a livello nazionale nei confronti dei rivali, arrivando a raggiungere il 49% delle preferenze contro il 16% di Marco Rubio e il 15% di Ted Cruz. E la forza dei numeri, ora, spinge il miliardario ad azzardare pronostici che fino a qualche tempo fa appartenevano esclusivamente alla sfera della fantapolitica.
GEORGE W BUSH E KARL ROVE TRUMP