Estratto dell’articolo di Ilaria Sacchettoni per www.corriere.it
ANTONIO BARGONE
l suo passato da sottosegretario ai lavori pubblici (negli esecutivi Prodi, D’Alema e Amato) era garanzia di influenza: Antonio Bargone, politico di area centrosinistra, è al centro di un’inchiesta della Procura per corruzione e turbativa d’asta.
Nella ricostruzione dei magistrati avrebbe ottenuto una prima tangente da 64mila euro (parte di una promessa più consistente) per pilotare un appalto del valore di 76milioni per lavori autostradali sull’impresa Rillo.
Bargone, dismessi i panni di politico, aveva assunto quelli di presidente pro tempore del consiglio di amministrazione della società autostrada tirrenica e si occupava, tra le altre cose, di appalti relativi «ai lavori di manutenzione delle pavimentazioni della piattaforma autostradale, degli svincoli, delle aree di servizio e di parcheggio e di pertinenze lungo le tratte autostradali» da eseguire fra Puglia, Campania e Lazio.
ANTONIO BARGONE IN SPIAGGIA NEL 1996
[…] Secondo le ricostruzioni investigative, l’ex sottosegretario si sarebbe servito delle competenze del manager pubblico Vincenzo Voci per veicolare l’appalto a Fulvio Rillo mentre quest’ultimo, dal canto suo, gli avrebbe promesso una «dazione» di 360mila euro (più 100mila a Voci).
Il più tradizionale degli scambi per favorire l’impresa Rillo insomma, a svantaggio di altri. L’imprenditore invece avrebbe impiegato il suo braccio destro, Gian Paolo Venturi, per chiudere l’accordo, come si ricava dall’avviso di conclusione delle indagini:
«Venturi...metteva in contatto i predetti fra loro; concludeva l’accordo corruttivo; trattava le condizioni economiche e le modalità di pagamento; si recava presso Aspi per assumere informazioni da Voci sullo sviluppo della procedura mentre la stessa era in corso; acquisiva notizie riservate da Voci, da Bargone e da personale Aspi sull’andamento della gara e sulla pubblicazione dell’aggiudicazione; sollecitava Rillo al pagamento degli importi pattuiti».
ANTONIO BARGONE
[…] L’ex sottosegretario si era dimesso dal suo ruolo ai vertici della società autostrada tirrenica dopo che il gip aveva disposto, nei suoi confronti, gli arresti domiciliari. Era il dicembre 2021.
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