Flavio Pompetti per "il Messaggero"
Larry Korb
Le sanzioni stanno piovendo in ordine sparso sulla Russia, sulle sue banche e la sua economia, ma nel frattempo l'aggressione contro l'Ucraina si intensifica invece che fermarsi. Quali saranno i prossimi passi? E come valutare la situazione sul campo al momento? L'ex viceministro della Difesa Larry Korb duellava con la Russia già al tempo dell'amministrazione Reagan, della quale faceva parte. Oggi come senior fellow del think tank Center for American Progress segue da vicino gli sviluppi della trattativa tra Putin e l'Occidente.
PUTIN E BIDEN
Quale evoluzione le sembra più probabile?
«Spetta ancora una volta a Putin decidere, e questa volta la decisione è un po' più onerosa per lui e per il suo paese. Con il primo attacco oltre la frontiera ha incassato il blocco del Nord Stream 2, una decisione che era tutt' altro che scontata da parte della Germania. Ora il presidente russo sa che gli alleati occidentali fanno sul serio.
Di fronte ad una nuova violazione la Russia potrebbe essere tagliata fuori dal sistema swift, che regola la totalità delle transazioni internazionali in dollari, a cominciare da quelle sul petrolio. A rischio c'è una perdita potenziale del pil russo di circa il 5%».
Soldati di Taiwan
Il presidente taiwanese Tsai Ing-wen ha ordinato alle forze della Difesa dell'isola di intensificare lo stato di allerta. C'è una relazione diretta tra le ambizioni di conquista di Putin rispetto all'Ucraina e quelle di Xi su Taiwan?
«L'una è senz' altro un banco di prova per l'altra. Biden sta cercando di dare un forte segnale di leadership nella crisi Ucraina: ha ricompattato alleati che sembravano aver allentato i rapporti con gli Usa, e sta conducendo la risposta comune alle violazioni territoriali tornando in Europa. Il presidente sa bene che Xi guarda con attenzione quanto sta accadendo, e un risultato meno che decoroso per Biden in questa crisi potrebbe essere interpretato come un invito per la Cina a mostrare i muscoli contro Taiwan.
XI JINPING E VLADIMIR PUTIN
C'è da dire però che i due teatri sono diversi. Gli Usa e la Nato non hanno obblighi di difesa nei riguardi dell'Ucraina, mentre il rapporto tra gli Stati Uniti e Taiwan è strutturato con legami ben più stretti. Con Taiwan sotto assedio, gli Usa dovrebbero intervenire almeno con l'artiglieria aerea. Questa consapevolezza, io penso, scoraggia Xi Jimping dal passare all'azione, in un anno cruciale per la conferma del suo terzo mandato».
Putin e Xi sono più vicini in questa fase di confronto della Russia contro l'Occidente?
putin biden
«Non lo darei affatto per scontato. Il presidente cinese era contrario all'invasione dell'Ucraina e chiedeva che la Russia abbracciasse il patto di Minsk. Inoltre le sanzioni già in vigore e quelle potenzialmente in arrivo, incidono sui rapporti commerciali tra la Cina, la Russia e i partner cinesi in Europa.
Vedremo quale impatto economico queste sanzioni avranno sull'economia cinese, mentre vediamo già che le sanzioni sono condivise da Singapore, il Giappone e Taiwan. Il riavvicinamento tra Xi e Putin finora ha prodotto solo guai per Pechino e per Xi, e questi calcoli peseranno nel futuro dei rapporti tra i due leader».
XI JINPING E VLADIMIR PUTIN