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Estratto dell'articolo di Clemente Pistilli per “la Repubblica - Edizione Roma”

Il 14 e il15 maggio tra i comuni del Lazio che andranno al voto c’è anche Campodimele, in provincia di Latina. Lì, nel paese dei centenari — appena 560 abitanti — abbarbicato tra i monti Ausoni e gli Aurunci, correrà la nota hair stylist Andrea Paola Iannotti.

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Dopo un matrimonio e quattro figli ha deciso di compiere un percorso di transizione e ora si presenta alle urne con il movimento “Italia dei Diritti”. «Ho pensato a un mio impegno in politica circa un anno fa […] quando seppi della candidatura di Mario Adinolfi a Ventotene col Popolo della Famiglia. Lui è contro tutto. Ho pensato che una mia candidatura avrebbe potuto rappresentare una risposta idonea alla sua offerta politica».

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Un percorso coraggioso e coraggiosa la scelta di un impegno in politica.

«Voglio fare il sindaco e dimostare che noi possiamo fare anche altro e non solo essere discriminate».

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A chi ha ancora dei timori cosa vuole dire?

«Io sono sempre a loro disposizione. Ci sono persone che hanno addirittura paura a cliccare su internet per informarsi su cosa è un percorso di cambiamento di sesso. Ne sono consapevole».

A Latina, considerata cuore nero d’Italia, ha avuto problemi per la scelta fatta?

«Quella di Latina è solo una nomea. Io dopo che ho fatto il mio percorso sono stata trattata veramente con guanti bianchi. Sono una donna corteggiata e non c’è stata discriminazione nei miei confronti. Bisogna spiegare che dietro tutto questo c’è normalità e non persone perverse o prostitute. Si tratta di persone normali, che hanno messo a posto un difetto di nascita e continuano la loro vita».

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Il suo messaggio potrà essere recepito anche in un paese come Campodimele, dove l’elettorato ha un’età media così alta?

«Non possiamo piacere a tutti, rispetto anche chi non condivide, ma di sicuro le cose vanno spiegate. Non ci si può nascondere pensando che le persone anziane non possono capire. Io ho avuto due genitori bigotti, ho sofferto tanto nella vita, ma i miei nonni erano persone modernissime e mi hanno permesso la fuga da casa dei miei genitori per essere libera come sono oggi. Attualmente forse sono più bigotti i quarantenni che gli anziani».

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