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    HANNO ODIO DA VENDERE: SERVE SOLO UN NEMICO – L’IDENTIKIT DEI FANATICI DEL WEB CHE IERI SENTENZIAVANO CONTRO I VACCINI E OGGI INNEGGIANO A PUTIN, APPOGGIANDO L'ESPANSIONISMO RUSSO: SONO LIBERI PROFESSIONISTI, DIPENDENTI E IMPIEGATI CON UNA CULTURA MEDIO-ALTA CHE SI RITROVANO SULLE CHAT DI SVALVOLONI DI TELEGRAM – DIETRO C’È UNA REGIA RUSSA, CON FOTO E MESSAGGI CHE ARRIVANO DIRETTAMENTE DA MOSCA E CHE DIMOSTRANO COME…


     
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    Camilla Mozzetti per “il Messaggero”

     

    telegram russia telegram russia

    Sono uomini e donne comuni, liberi professionisti, dipendenti o impiegati. Due volte su tre si tratta di persone con un grado di istruzione medio-alto, laureati, che però hanno trovato il modo - prima sotto la pandemia e ora con la guerra in Ucraina - di dare sfogo alle proprie pulsioni. E il passo tra rinnegare il Covid-19 e appoggiare le mire espansionistiche della Russia è stato breve. Pericoloso a guardarlo da una certa angolazione. Si tratta di fanatici che hanno lasciato liberi i propri fanatismi.

     

    chat dei no vax su basta dittatura 4 chat dei no vax su basta dittatura 4

    Parole finora, che tuttavia rischiano di diventare temibili se da queste poi, come capitò con le proteste di piazza orchestrate dai No vax, si passasse ai fatti. E comunque è sempre lì che si annidano: in quel sottobosco per nulla lineare dei social, a partire da Telegram. Le minacce di morte c'erano state prima, medici, epidemiologi, virologi i primi bersagli. Ora si passa direttamente e in maniera più disinvolta ai rappresentati dello Stato, del governo che fin dal 24 febbraio scorso - giorno dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia - ha fatto capire da che parte stare.

    vladimir putin vladimir putin

     

    LE FRASI Contro di loro le frasi più crudeli, scritte compulsivamente in chat. Pochi secondi appena bastano a comporre frasi precise: «Muori c....... analfabeta», «Conviene dire a Putin che ci dissociamo da questo ebete», «Vi prego ammazzatelo», «Caro Putin manda qualcuno ad ammazzare questo». Il soggetto a cui nella metà di aprile sono stati indirizzati i messaggi, scoperti poi dai carabinieri della sezione Indagini informatiche del Nucleo investigativo di Roma, è il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

     

    insulti e minacce sul canale telegram basta dittatura 1 insulti e minacce sul canale telegram basta dittatura 1

    Alcuni degli autori sono stati recentemente denunciati perché alle frasi si sono unite anche immagini eloquenti come bare e feretri dove Di Maio doveva essere rinchiuso. Due uomini finora e una donna sono stati identificati e perquisiti: si tratta di un 46enne milanese, di un 48enne residente nel siracusano e di una donna, classe 1953, di Sassari. Tutti loro, con un lavoro e un grado di istruzione elevato (uno dei due uomini è un ingegnere), chattavano su un canale Telegram - Border Nights 2.0 - che conta più di 34 mila iscritti.

     

    LE INDAGINI Ci sono No vax, filorussi, anti ucraini. C'è chi inneggia a rovesciare il governo e chi sostiene Putin e al contempo continua a parlare di una pandemia «creata a tavolino». Un miscuglio di voci problematico se dovesse poi propagarsi e crescere a detta degli investigatori. E non è l'unico. Perché di gruppi del genere ce ne sono molti altri. Motivo per cui l'attività investigativa e di analisi dei canali social e di migliaia di account è solo all'inizio. Diversi sono i gruppi che contano in tutto più di 150 mila iscritti su cui si sta concentrando l'attività investigativa della sezione Indagini informatiche del Nucleo investigativo di Roma e non è escluso che alle perquisizioni, avvenute alla metà di aprile a carico dei tre denunciati, se ne possano a breve aggiungere altre.

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    I titoli di questi canali non hanno nulla che richiami direttamente il Cremlino ma in alcuni di essi i primi messaggi fissati, dove si legge chiaramente una posizione anti-ucraina, sono scritti in cirillico o hanno delle foto-copertina che riecheggiano le immagini d'epoca dell'Armata Rossa. La prima certezza è che un filo, neanche troppo sottile, lega i gruppi No vax, con personalità rimbalzate anche agli onori delle cronache per le proteste di piazza dei mesi scorsi, ai filorussi italiani.

     

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    C'è poi il sospetto, considerato il tenore dei messaggi, scritti a volte in cirillico, e gli account che danno degli input a cui poi, a cascata, arrivano risposte di incoraggiamento, che su alcuni di questi gruppi ci possa essere una regia extra nazionale. In sostanza che da Mosca si stia espandendo un'attività di propaganda che punta a far proseliti usando gli strumenti primari della comunicazione contemporanea: quelli che facilmente penetrano nel tessuto comune di migliaia di cittadini, nelle loro teste e nei loro pensieri da fanatici.

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