1. CORRUZIONE, IN CARCERE ANCHE IL FIDANZATO
Fulvio Fiano per il “Corriere della Sera”
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«Un protocollo criminale», un «metodo alternativo» per fornire a persone sotto indagine informazioni riservate tramite una “talpa” in procura ancora da identificare. Lontana dalla prima immagine emersa ieri di sprovveduta e incauta praticante di uno studio legale, Camilla Marianera aveva messo in piedi col fidanzato Jacopo De Vivo un «modello sistemico che ha dato luogo — scrive il gip Gaspare Sturzo — a regole di condotta ben precise»: De Vivo procacciava i “clienti” e Marianera esaudiva le loro richieste grazie a un addetto dell’ufficio intercettazioni con tangenti da 300 euro o più.
La 27enne, figlia di un pregiudicato di lungo corso, e il suo fidanzato 29enne, figlio di uno storico capo della curva romanista (anche lui con precedenti), amico di famiglia di Fabrizio Piscitelli “Diabolik” pur se di fede calcistica opposta, sono finiti in carcere per il pericolo di reiterazione del reato.
jacopo de vivo, fidanzato di camilla marianera, con il padre giuseppe detto peppone
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Alla coppia si è arrivati grazie a una intercettazione del 20 settembre scorso disposta in una indagine per droga nella quale un amico di De Vivo, Luca Giampà, si rivolgeva a loro per questo servizio.
Giampà è il compagno di una esponente di spicco di un ramo della famiglia Casamonica (Mafalda, figlia di Giuseppe) per la quale controllava le piazze di spaccio di Spinaceto, Tor De’ Cenci e Trigoria. De Vivo abita a Porta Furba, nella roccaforte del clan sinti. Nove giorni dopo, Giampà verrà arrestato per droga. A riprova di quanto fosse rodato il loro sistema, i due fidanzati si scambiavano informazioni sul sistema di messaggistica criptato Signal, alla talpa davano il nome in codice “Roberto” e quest’ultimo, per segnalare la disponibilità delle informazioni, faceva tre chiamate dal suo cellulare con numero oscurato a Marianera.
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La 27enne, scrive ancora il gip, si muoveva «in un ambito operativo assai pericolosamente diffusivo e delicatissimo».
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Pochi mesi fa la 27enne p stata assunta nello staff dell’assessore Monica Lucarelli, tramite la segnalazione di un funzionario del Comune amico di De Vivo, sul quale sono in corso accertamenti.
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2. IL PADRE DI LUI ERA PEPPONE, UNO DEI CAPI DELLA SUD
Estratto dell'articolo da il “Corriere della Sera”
«Un giorno mi dimetterò da tifoso e lascerò il comando a mio figlio Jacopo». Diceva così, Giuseppe De Vivo, per tutti i tifosi romanisti Peppone. Scomparso nell’agosto del 2015, non ha fatto in tempo a lasciargli lo «scettro del comando», perché all’epoca Jacopo - ieri arrestato nell’ambito della vicenda che lo coinvolge assieme alla fidanzata e aspirante avvocata Camilla Marianera - era poco più di un ragazzino. Cresciuto nel quartiere del Quadraro, Peppone è stato un esponente di riferimento della curva Sud giallorossa per oltre 30 anni, periodo nel quale fu protagonista di episodi controversi.
Nell’autunno del 1996, ad esempio, finì agli arresti domiciliari insieme con Mario Corsi, Fabio Mazzei («Er mafia»), Daniele De Santis (in carcere 20 anni dopo per l’omicidio di Ciro Esposito), Guglielmo Criserà, Giuliano Castellino e Fabrizio Carroccia («Er mortadella») con l’accusa di estorsione, minacce e violenza privata nei confronti dell’allora presidente della Roma Franco Sensi al quale cui, secondo l’accusa, il gruppo faceva pressione per assicurarsi ingressi di favore allo stadio e trasferte pagate, sotto la minaccia di scatenare disordini in curva e danneggiare la società. Al processo furono tutti assolti.
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3. L'AVVOCATA CONDOLEO: CAMILLA MARIANERA INSOSPETTABILE, ERA RIUSCITA A STACCARSI DA UN PASSATO DIFFICILE
Estratto dell’articolo di Camilla Paladino per il “Corriere della Sera”
«Una persona innamorata della professione e precisa fino all’ossessione. Il tipo che se c’erano da fare le 23 per scrivere un atto, le faceva senza protestare». È questa l’immagine di Camilla Marianera, arrestata mercoledì con l’accusa di corruzione, che emerge dalle parole dell’avvocata Marina Condoleo, dello studio legale in via Arezzo in cui la giovane Marianera ha terminato il praticantato un anno e mezzo fa.
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«Da agosto 2021 ha iniziato a studiare per l’esame di Stato. Non ci siamo più viste, ma per un periodo siamo rimaste in contatto. Ha superato il primo orale, ma non il secondo. Mi è sembrato stranissimo, perché è una ragazza veramente in gamba», racconta l’avvocata. Per questo da quando ha saputo del fermo «mercoledì sera con un messaggio, sono in stato di trance. È come se mi stessero dicendo che ho conosciuto un’altra persona».
[…] «a meno che non abbia sbattuto la testa, ho l’impressione che abbia conosciuto qualcuno che l’ha spinta a fare certe cose senza che lei si rendesse conto della gravità. Un amico, un fidanzato, un capo in un nuovo studio legale? Non lo so, forse non ha saputo dire di no». Condoleo descrive la giovane donna come una lavoratrice «sempre corretta, probabilmente perché traumatizzata da un passato difficile». Madre di origini siciliane, padre romano, già noto alle forze dell’ordine.
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Si tratta infatti di Luciano Marianera, pluripregiudicato per reati connessi al traffico di sostanze stupefacenti. Una figura dalla quale, a detta della legale, «da anni cercava di prendere le distanze. Cresciuta con il padre che entrava e usciva dal carcere, per lei il fatto di svolgere la professione di avvocato era una riabilitazione. Ha lavorato come commessa per pagarsi gli studi universitari».
«[…] Può essere successo solo nella segreteria di un pubblico ministero, perché lì si trovano i fascicoli secretati. Tuttavia – assicura – io non l’ho mai più vista in tribunale». L’immagine di una persona cristallina è anche l’unica fornita in poche parole da parenti e amici. […]