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Francesco Lo Dico per il Messaggero
Alla vigilia, il Movimento lo aveva derubricato a semplice incontro tra leader politici, privo di rilievo istituzionale. Ma quando il summit milanese si conclude, nel quartier generale pentastellato si respira un forte disagio.
di maio su forbes con foto di oliviero toscani
La probabile alleanza disegnata da Orban e Salvini in vista delle prossime Europee è arrivata per certi versi inaspettata, a dispetto del chiaro altolà lanciato ieri da Luigi Di Maio. Che ora dovrà rivedere in corsa i piani europei a Cinque Stelle, a caccia di nuovi possibili compagni di destino con i quali proseguire le battaglie del Movimento dai banchi del prossimo Parlamento europeo dove le forze sovraniste rischiano di fare cappotto.
Le chance di tessere una triplice intesa tra M5s, Lega e Fidesz sotto l' egida del Partito popolare europeo, sembrano ampiamente sotto lo zero. «Orban prende le distanze l' europarlamentare del Movimento 5 Stelle Fabio Massimo Castaldo - è nel gruppo politico europeo che, assieme ai socialisti, è il principale responsabile di questo stallo in cui si trova l' Europa».
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E ancora: «Non si può rifiutare il principio di solidarietà fra i Paesi europei e definirsi, allo stesso tempo, amico del governo italiano. Non si può essere parte della vecchia nomenklatura come il Ppe di Merkel, Juncker e Berlusconi e spacciarsi poi per forza di cambiamento», ammonisce Castaldo. L' irritazione è palpabile. Il gelo visibile. Ma la controffensiva è già pronta.
«Lega e Movimento governano insieme in Italia perché costrette da una legge elettorale assurda.
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Ma alle Europee andremo separati, dato che ci contraddistinguono sensibilità diverse commenta il capogruppo del M5s al Senato, Stefano Patuanelli. Che esclude nettamente il rischio di vedere il Movimento isolato dopo la Brexit e l' addio imminente delle truppe di Farage al Parlamento europeo. «Il gruppo inglese spiega il senatore M5s - sarà fuori già a partire da marzo. Non c' è alcun dubbio che dovremo rivalutare un ricollocamento in ambito europeo.
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I nostri parlamentari sono già a lavoro per studiare nuove alleanze, ma parlarne è prematuro: sono allo studio diverse ipotesi». Si valuterà, dunque. Anche se dal quartier generale pentastellato filtra l' idea di procedere senza strappi, per non incappare in nuovi possibili infortuni come quelli del gennaio dell' anno scorso, quando il Movimento provò a dare il benservito a Farage, per poi ritornare mestamente nell' Efdd dopo che gli europeisti di Alde avevano respinto al mittente le avances di Grillo.
«Salvini si allei pure con chi vuole. Piuttosto che con Orban reagisce a caldo il senatore pentastellato Gianluca Ferrara - andremo a elezioni da soli. Luigi Di Maio è stato molto chiaro. Il premier ungherese è un personaggio che non ha niente a che vedere con la nostra cultura politica».
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L' asse sovranista tra Orban e Salvini, spaventa tuttavia il Movimento anche per un' altra ragione. Il timore è che l' avvicinamento ai Paesi di Visegrad possa mettere infatti in discussione anche il diritto d' asilo per i profughi, che i pentastellati difendono da sempre. «Chiudere le frontiere anche a chi è tutelato dalle leggi internazionali è per noi inammissibile», scandisce la deputata grillina Gloria Vizzini. E per parte sua anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Simone Valente, chiarisce che in merito al contratto di governo, l' incontro tra Salvini e Orban «non cambia niente».
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