Antonella Viola per “la Stampa”
pustole vaiolo delle scimmie
Con il passare del tempo e il diffondersi dei contagi (39.110 casi confermati e 12 decessi, fino al 18 agosto; dati Oms), aumentano anche le informazioni che abbiamo circa il virus del vaiolo delle scimmie. La prima e forse più importante è che l'infezione si può presentare non solo senza le tipiche lesioni ma anche in maniera asintomatica. I ricercatori hanno iniziato a controllare campioni biologici per la presenza del virus e hanno così scoperto casi di positività in totale assenza delle tipiche manifestazioni della malattia.
VAIOLO DELLE SCIMMIE
Questo naturalmente rappresenta un problema in più per il tracciamento e il contenimento dell'infezione e potrebbe spiegare la rapida diffusione che il virus ha avuto in gran parte del pianeta. Sebbene non si abbia la certezza che i soggetti asintomatici siano in grado di infettare, i dati di laboratorio suggeriscono che questa sia una possibilità.
E, seppure sia al momento solo una possibilità, dovrebbe comunque essere sufficiente per spingere tutte le persone che sono a rischio (ad oggi prevalentemente uomini che hanno rapporti sessuali con più partner del proprio sesso) a tenere traccia dei loro contatti stretti e, soprattutto, a considerarsi potenzialmente contagiosi, anche in assenza di sintomi, qualora avessero avuto un contatto intimo con una persona che si è poi rivelata positiva al virus.
vaiolo delle scimmie
Intanto, la ricerca andrà avanti e ci dirà a breve se effettivamente esiste la possibilità di contagio attraverso soggetti asintomatici. Durante una mia conferenza, un uomo mi chiese di dire chiaramente che il problema della diffusione del vaiolo delle scimmie non è rappresentato dagli eventi di massa (in particolare, lui si riferiva ai gay pride) ma dalla promiscuità sessuale. Gli risposi che, certamente, la promiscuità sessuale è il principale fattore di rischio ma che non potevo escludere la possibilità di contagio anche attraverso contatti stretti, pelle a pelle, di natura non sessuale, che in questi eventi di massa possono verificarsi.
Vaiolo delle scimmie
E, infatti, a distanza di un paio di mesi da allora, oggi abbiamo diversi casi di questo tipo. Non solo bambini contagiati - 26 nella fascia 0-4 anni, secondo i dati dell'OMS- ma anche il caso di un giovane che non aveva avuto alcun rapporto sessuale o intimo nei tre mesi precedenti ma che aveva partecipato ad un ritrovo all'aperto, molto affollato, e aveva ballato a contatto con altre persone. Questi casi, comunque molto rari, ci devono spingere a prestare attenzione anche alle situazioni a rischio non strettamente di natura sessuale.
Evoluzione pustole vaiolo delle scimmie
Sempre di questi giorni, infine, la notizia del contagio di un animale domestico, un cane, da parte di un uomo malato. Che il virus potesse infettare diversi tipi di mammiferi si sapeva, e in passato infatti i focolai erano partiti proprio per il contatto con animali positivi, che non sempre mostrano i segni della malattia. Questo caso di passaggio inverso, dall'uomo al cane, ci suggerisce che l'isolamento dei positivi deve riguardare anche gli animali: se si è positivi o a rischio di esserlo bisogna isolarsi non solo dalle persone ma anche dal proprio animale domestico.
vaccino contro il vaiolo delle scimmie
Infine, ora che i vaccini iniziano ad essere disponibili anche in Italia, è bene ricordare che nessun vaccino protegge al 100% e che sappiamo pochissimo dell'efficacia dei vaccini che stiamo somministrando nei confronti di questa nuova epidemia di vaiolo delle scimmie. Essere vaccinati offre dunque una protezione, che non è però totale o infallibile. Meglio fare comunque attenzione.