Margherita De Bac per il “Corriere della Sera”
IMMUNOLOGO FRANCESCO le foche
«I dati appaiono molto confortanti e sono il frutto dei sacrifici di tutti. Bisogna andare avanti così e stringere i denti per altre due settimane almeno, fino ad averne conferma».
Per l' immunologo Francesco Le Foche i numeri dell' ultimo monitoraggio sull' andamento della pandemia mostrano un quadro in linea con il principio del «rischio ragionato» espresso dal premier Draghi quando ha annunciato le riaperture del 26 aprile. Se allora, mentre i casi decrescevano molto lentamente, riavviare alcune attività era sembrato un passo coraggioso (e criticato), oggi si potrebbe affermare con prudenza che siamo sulla giusta strada.
Le Foche legge il rapporto della cabina di regia (l' organismo che raccoglie i dati delle Regioni e assegna i colori dell' Italia) in chiave positiva: «Era ragionevole immaginare che le vaccinazioni, unite al contributo individuale delle persone, avrebbero dato un grande aiuto. Certo per sentirci più al sicuro dovremo vedere la curva fra due settimane, che sarà il risultato di come sono andati i contagi dopo la fatidica data del 26 aprile».
coprifuoco 3
La gradualità con cui attuare eventualmente nuovi interventi resta al primo posto assieme alla consapevolezza che ciascun cittadino deve partecipare a questo sforzo comune, culminante «in un' estate più sicura». Ecco perché non sono giustificati atteggiamenti di esitazione nei confronti dei vaccini: «Ne stanno arrivando altri, sempre più innovativi come quello dell' americana Novavax basato sulla tecnica del Dna ricombinante, diverso dai precedenti, frutto di una tecnologia consolidata. Potrebbe essere vicina l' approvazione del preparato di Curevac, simile come concezione a quelli di Pfizer-BioNTech e Moderna».
In quanto ad AstraZeneca per l' immunologo «l' ideale sarebbe utilizzarlo preferibilmente per immunizzare gli uomini anche sotto i 55 anni visto che nelle giovani donne sono stati osservati rarissimi casi di trombosi. Se però l' emergenza lo richiede e ci fosse insufficienza di dosi questi ragionamenti di estrema cautela dovrebbero passare in secondo piano in quanto vaccinare tutti e velocemente diventerebbe l' assoluta priorità».
coprifuoco 2
In questa situazione, e sempre nell' ottica della ragionevolezza, sarebbe opportuno rinunciare anche al coprifuoco delle 22? «Se continua così a mio parere si potrebbe pensare di abolirlo del tutto, non credo che con un' incidenza di casi che va calando e i reparti di terapia intensiva e medicina meno pressati dai ricoveri, farebbe la differenza consentire alle persone di fermarsi più a lungo al ristorante, all' aperto. Andiamo verso la bella stagione e le temperature miti favorirebbero la possibilità di dare spazio a una vita sociale meno sacrificata».
Francesco Le Foche