Giacomo Amadori per la Verità
andrea bacci1
A Firenze continuano le polemiche per il pass da mega direttore galattico cortesemente elargito dal municipio, guidato dal sindaco Dario Nardella, per il Suv di Agnese Landini e tornano a galla presunti privilegi e vecchie spese del di lei coniuge, Matteo Renzi. In principio l' ex premier venne battezzato dagli avversari politici «Renzino spendaccino». Quando era in Provincia i consiglieri dell' opposizione hanno raccolto chili di ricevute dell' allora presidente per ristoranti stellati, hotel di lusso e biglietti di prima classe per aerei e treni. Centinaia di migliaia di euro di conti che hanno innescato una copiosa aneddotica e persino qualche indagine.
MATTEO RENZI CON MERCEDES
Alla fine la magistratura contabile ha archiviato tutto, ma c' è chi ha trovato inopportuna l' assunzione in Comune della figlia di chi aveva archiviato il fascicolo. Resta irrisolto un quesito: perché un bon vivant come Renzi anziché avere un' auto propria deve condividere il veicolo di famiglia (acquistato nel 2015 al prezzo di 32.000 euro) con la consorte sempre in giro con i tre figli? Molto semplice: secondo i ben informati, quando non viaggia sulla macchina con pass comunale, impiega una vettura con conducente.
il pass speciale sulla macchina di agnese landini renzi
Ma non ci stiamo riferendo solo alle auto blu a cui ha avuto diritto per buona parte della carriera. Alla Verità risulta che già ai tempi della Provincia (2004-2009) utilizzasse le lussuose berline che gli metteva a disposizione un amico e collaboratore, Andrea Bacci, imprenditore fiorentino di 58 anni specializzato nel settore della pelletteria di lusso.
Per quasi tre lustri avrebbe usufruito di quelle comode ammiraglie e con una di esse si sarebbe presentato persino al Quirinale per ricevere l' incarico da premier. Purtroppo non ci è dato sapere se Renzi abbia mai versato l' obolo per carrozza e cocchiere.
DELUCIDAZIONI
Abbiamo chiesto delucidazioni a Bacci e lui ha provato a scherzarci sopra, ma non ha potuto smentire: «Quando Matteo era in Provincia ha fatto comprare una 500 presidenziale per dare dimostrazione di sobrietà, ma chiedeva a me di andarlo a prendere tutte le mattine con l' Audi perché stava più comodo».
l auto di agnese renzi nella ztl fiorentina
Bacci si rende conto che le sue parole potrebbero irritare e tira il freno: «Quello che ho fatto per lui, non me l' ha mai chiesto, se lo dichiarassi sarei un infame, ho scelto io di mettergli a disposizione l' autista, sono io che mi sono offerto di mettere i soldi nella fondazione. Se lo incontro al ristorante Matteo è il primo che va alla cassa a pagare».
roma matteo renzi esce dalla cena di autofinanziamento del pd
Messi i puntini sulle «i», Bacci dettaglia meglio la questione dello chaffeur: «Renzi per 13 anni ha girato con il mio autista. È un Ncc che lavora solo per me. Tutte le volte che esce con Matteo, la sera porta la ricevuta fiscale intestata a Renzi. Ne ho un pacco così. Quando è andato a giurare dal presidente della Repubblica, è arrivato con l' Audi che ho giù. Quando me ne sono accorto gli ho detto: "Ma sei cretino? L' ha visto tutto il mondo con che cosa ti sei presentato al Quirinale, con il mio autista! L' hanno visto tutti!". Se io non avessi fatto le cose come si doveva, oggi Matteo avrebbe qualche problema».
Bacci immagina le obiezioni che gli antipatizzanti potrebbero fare al segretario del Pd: «"Hai raccontato alla gente che bisognava abolire le auto blu e viaggi con una macchina del Bacci?". E allora io mi sono fatto dare le ricevute fiscali». Gli chiediamo se le abbia pagate Matteo. L' imprenditore sorride e glissa: «L' autista ha fatto le ricevute fiscali. Punto».
andrea bacci
Bacci ha vissuto per anni a Rignano sull' Arno e con Tiziano Renzi - padre dell' ex premier - ha iniziato a fare affari negli anni '80, quando Matteo indossava ancora i calzoni corti e probabilmente si sedeva sulle ginocchia dell' amico di famiglia. Nel 2004 l' ex Rottamatore lo ha inserito in quota Margherita nel cda della centrale del latte di Firenze, Livorno e Pistoia. Nello stesso periodo l' impresa edile di Bacci, la Coam srl, ha ristrutturato la villa dell' amico Matteo. Suscitando sospetti e polemiche.
Nei mesi scorsi il curatore fallimentare della stessa Coam ha trovato una notevole discrepanza tra il preventivo e le fatture pagate da Matteo: «Nei lavori ho recuperato solo le spese generali e i costi di costruzione, il mio guadagno non c' è stato. Ma i soldi che mi doveva me li ha dati tutti» precisa Bacci con fermezza.
FRIZIONI
il documento che certifica il pass speciale per agnese landini renzi
Non difende con lo stesso ardore i genitori di Matteo, anzi, si lamenta per una fattura da 70.000 euro per la ristrutturazione dei bagni che Tiziano e Laura non vogliono saldare: «Sostengono di aver pagato i materiali. La verità è che li ho mandati da un fornitore di Empoli e loro hanno scelto piastrelle e sanitari, ma il conto è arrivato a me». Nel fallimento della Coam è finita anche quella fattura non liquidata.
Ma torniamo ai tempi dei lavori nella villa di Matteo. Due mesi dopo la fine della certosina ristrutturazione, Bacci venne scelto dall' ex Rottamatore come amministratore, al posto di Marco Carrai, della Florence multimedia, l' agenzia di comunicazione della Provincia già finita nel mirino della Corte dei conti per 9 milioni di euro di uscite, circa quattro volte le risorse impiegate dal predecessore di Renzi. Visti gli ottimi risultati (di visibilità, non certo di bilancio), nel 2010 Matteo ha nominato Bacci presidente di una delle partecipate del Comune, la Sil.fi, azienda pubblica dell' illuminazione.
Il nome dell' imprenditore compare anche nell' atto costitutivo dell' associazione Noi Link, pensata come salvadanaio per supportare la scalata politica di Matteo. Dal 2007 al 2011 ha ricevuto 730.000 euro di donazioni con cui Renzi ha sostenuto la campagna elettorale per la carica di sindaco di Firenze.
Nel 2010, dopo essersi insediato a Palazzo Vecchio, è andato a visionare a un appartamento di Bacci nel capoluogo toscano, con l' idea di traslocare nella casa dell' amico: «Io gli ho sconsigliato vivamente di prendere in affitto una mia proprietà: "Qualunque cifra mi pagherai, chi ci crederà?" gli dissi. Allora si è trasferito da Marco Carrai (dal 2011 al 2014, ndr) per ottenere la residenza. Quell' attico non era un pied-à-terre, lui ci andava a fare la doccia, ci ho visto i vestiti della moglie e dei bambini.
andrea bacci lecchese
Matteo aveva la fissazione di prendere la residenza in città, ma un sindaco che percepisce 4.100 euro al mese non può permettersi di affittare un appartamento adatto a una famiglia. Secondo me doveva dichiararlo e fare una delibera di giunta per l' allestimento di una foresteria per il sindaco di Firenze».
BELLA VITA
Bacci, occhi azzurri ed aspetto bonario, ha anche accettato di commentare lo stile di vita di Renzi: «Matteo è un godereccio e non lo nega. Se deve andare in ferie non va alla pensione Miramare, ma al Grand Hotel, ma non si compra le ostriche con i soldi pubblici».
renzi sugli sci
Le certezze di Bacci su questo punto non sembrano granitiche e anche l' imprenditore ammette qualche perplessità su certe esibizioni e sulle vacanze extra lusso dell' amico: «Gliel' ho detto quando è andato all' Adler (resort a Ortisei da 3.500 euro a notte, ndr), ma non è solo l' Adler: dà appuntamento alla gente al Four Seasons di Firenze.
Il segretario nazionale del partito di sinistra non deve ricevere le persone lì. Come fa a raccontare la rottamazione, che i parlamentari devono vivere con 4-5.000 euro, quando lui cerca di guadagnare 300.000 euro con un libro e il padre passa da 1,9 milioni di fatturato a 7 milioni, ristruttura case, acquista capannoni?
Per colpa di queste contraddizioni Matteo rischia di non essere più credibile», è l' amara conclusione di quello che appare ormai come un ex renziano di ferro.