??? Immagini inedite e impressionanti dell'operazione di salvataggio degli ostaggi israeliani. https://t.co/dYaUOYj11R pic.twitter.com/QtYDvXYIpK
— Dario D'Angelo (@dariodangelo91) June 10, 2024
LIBERAZIONE DEGLI OSTAGGI A GAZA - 1
“Semi d’Estate“: è così che i vertici militari hanno voluto ribattezzare l’operazione di salvataggio di Noa Argamani, Andrey Kozlov, Shlomi Ziv e Almog Meir, dal 7 ottobre ostaggi di Hamas.
Ma è soltanto il sorriso sui loro volti, la certezza che stiano “bene“, come “bene” si può stare dopo un incubo di tale portata, a confermare che la semina dello Stato Ebraico, almeno questa, ha infine portato i suoi frutti.
Merito delle forze speciali israeliane, impiegate a centinaia nell’operazione, eppure per la stragrande maggioranza tenute fino all’ultimo momento utile all’oscuro del reale obiettivo della missione, nella speranza di ridurre al minimo l’eventualità di fughe di notizie capaci di mettere a rischio l’impresa.
Ma pure con gli occhi bendati dalla coltre di segretezza, i soldati israeliani hanno presto compreso l’importanza della posta in palio.
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Troppo scrupolosa la preparazione per pensare a un obiettivo minore. Settimane di addestramento trascorse replicando in dettaglio lo scenario che sarebbero stati chiamati ad affrontare, esercitandosi nelle possibili risposte da opporre a un nemico che, avendone l’occasione, avrebbe sparato per uccidere.
E non è un caso che nei modelli riprodotti dallo Yamam, l’unità antiterrorismo d’elite israeliana, i dirigenti della sicurezza abbiano rinvenuto la stessa meticolosità caratteristica dell’Operazione Entebbe, la mitologica missione di salvataggio che nel 1976 riportò a casa i passeggeri di un volo Air France dirottato in Uganda dai terroristi dell’Olp. La stessa in cui Yoni Netanyahu, fratello di questo primo ministro, perse la vita…
I DETTAGLI DELL’OPERAZIONE DI SALVATAGGIO DEGLI OSTAGGI
Da moked.it
LIBERAZIONE DEGLI OSTAGGI A GAZA
L’operazione di salvataggio di Louis Har e Fernando Marman a Rafah, nel sud di Gaza, è durata circa un’ora.
Da settimane l’intelligence israeliana aveva in mano le informazioni su dove fossero imprigionati i due ostaggi: al secondo piano di un edificio nel cuore di Rafah. Ma per poter agire nella città, non coinvolta nell’operazione via terra, serviva aspettare il momento propizio. Il via libera è arrivato nelle scorse 24 ore.
L’operazione condotta congiuntamente dall’unità antiterrorismo della polizia, Yamam, dall’agenzia d’intelligence Shin Bet e dall’esercito è iniziata con gli attacchi aerei contro il battaglione locale di Hamas “Shabora”.
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Un diversivo per permettere alle forze speciali di entrare a Rafah e posizionarsi sotto l’edificio dov’erano detenuti Har e Marman. All’1.49 è iniziata l’irruzione. Con dell’esplosivo gli agenti israeliani si sono aperti la strada e sono saliti al secondo piano. I terroristi-carcerieri erano tre e sono stati eliminati subito.
Gli agenti “hanno abbracciato e protetto Louis e Fernando con i loro corpi”, ha raccontato il portavoce dell’esercito Daniel Hagari. I due uomini sono stati portati fuori con l’unità di commando Shayetet 13 della Marina e la 7a Brigata corazzata a fornire copertura per l’estrazione.
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Dagli edifici vicini gli uomini di Hamas hanno iniziato a sparare e si è sviluppato un prolungato scontro a fuoco. “Diversi terroristi sono stati eliminati questa sera”, ha spiegato Hagari, mentre nessun soldato israeliano ha riportato ferite. Con lo scontro in corso, un mezzo blindato è riuscito a trasportare Har e Marman fuori Rafah. Un veicolo di Hamas ha provato un inseguimento, ma è stato eliminato dai caccia israeliani. “È stata una notte molto tesa e molto toccante.
Un’operazione del genere è stata possibile grazie al grande sacrificio dell’esercito e delle truppe di riserva cadute e ferite nelle battaglie” di questi mesi, ha sottolineato Hagar. “Senza il loro sacrificio non saremmo arrivati a questo momento”, ha concluso il portavoce militare.
Questa è la seconda operazione di salvataggio andata a buon fine dall’inizio della guerra, 129 giorni fa. La precedente missione, a metà ottobre, aveva portato alla liberazione di Ori Megidish, una soldatessa rapita dalla base militare di Nahal Oz.
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Secondo l’analista militare di ynet, Ron Ben Yishai, il successo della missione a Rafah potrà avere “un forte impatto sulla condotta di Hamas nei negoziati in corso”. Potrebbe portare il gruppo terroristico a maggiori aperture per un’intesa sul cessate il fuoco in cambio della liberazione degli ostaggi. Sono 134 i rapiti ancora in mano ai terroristi. Almeno 31, secondo le informazioni dell’esercito, non sono più in vita.
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