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    ELKANN SAPEVA TUTTO. PER QUESTO HA SCARICATO IL CUGINO ANDREA AGNELLI! L’INCHIESTA SI ALLARGA: NEL MIRINO I RAPPORTI TRA JUVE E ATALANTA - PARATICI DA DIRIGENTE JUVENTINO PRESE L'ARGENTINO ROMERO DAL GENOA, LO VENDETTE ALL'ATALANTA E LO RIPRESE AL TOTTENHAM. SECONDO I PM TORINESI, I VARI PASSAGGI DI PROPRIETÀ SERVIRONO ANCHE PER COMPENSARE UN DEBITO MAI ISCRITTO A BILANCIO CHE I BIANCONERI AVEVANO CON I NERAZZURRI. UN GIRO CHE RIGUARDEREBBE ANCHE LA COMPRAVENDITA DEL DIFENSORE TURCO DEMIRAL DAL SASSUOLO – IL CLUB DÀ PIENI POTERI AD ALLEGRI


     
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    Gianluca Oddenino per “la Stampa”

     

    Agnelli Cherubini Paratici Agnelli Cherubini Paratici

    Provare a fare finta di nulla è impossibile, dopo tutto quel che è successo in questa settimana nella Juventus, ma estraniare la squadra diventa la prima missione di Massimiliano Allegri alla ripresa degli allenamenti, in programma domani alla Continassa. Il tecnico bianconero domenica 20 novembre aveva congedato i suoi giocatori con un bel sorriso, grazie alla sesta vittoria consecutiva in campionato, e pregustava la lunga sosta mondiale per recuperare gli infortunati (Pogba e Chiesa su tutti) in vista di un 2023 ricco di sfide.

     

    Pensieri e auspici naufragati all'improvviso lunedì scorso, quando una cena di lavoro con il ds Cherubini si è trasformata in una riunione d'emergenza per organizzare la Juve dopo le dimissioni di Agnelli, Nedved, Arrivabene e tutto il Cda.

     

    paratici nedved agnelli paratici nedved agnelli

    Allegri per senso di responsabilità non ha mai pensato di fare un passo indietro e si è subito messo a disposizione, confrontandosi con il nuovo direttore generale Maurizio Scanavino e incassando la totale fiducia di John Elkann. «Rimane il punto di riferimento dell'area sportiva della Juventus - così l'ad di Exor, la holding della famiglia Agnelli che detiene la maggioranza del club, in un comunicato -: contiamo su di lui e su tutta la squadra per continuare a vincere come hanno dimostrato di saper fare nelle ultime giornate, mantenendo alti i nostri obiettivi sul campo».

     

    Allegri era lo juventino più in bilico e contestato dopo aver toccato il fondo con la clamorosa sconfitta di Haifa in Champions dell'11 ottobre, mentre adesso è la scialuppa di salvataggio a cui i bianconeri si aggrappano per evitare che la tempesta perfetta - scatenata dalle inchieste di Procura di Torino, Consob, Procura federale e Uefa - possa colpire anche la squadra. Tocca all'allenatore livornese tenere a galla la Juve, blindandola dalle voci esterne e cercando di farla ripartire senza contraccolpi.

     

    agnelli paratici e nedved agnelli paratici e nedved

    «È importante gestire i momenti di negatività con grande lucidità - ha spiegato in un recente convegno all'Università politecnica delle Marche sul lavoro di squadra -, rimanendo un po' staccati da quello che possono essere coinvolgimenti emozionali». Allegri solitamente nelle difficoltà si esalta, anche se la destabilizzazione non ha nulla a che fare con il pallone e dunque dovrà tirare fuori il massimo a tutti i livelli. In questi giorni ha parlato a lungo con i calciatori per rassicurarli, visto che hanno saputo dell'addio di Andrea Agnelli direttamente dalla sua lettera di addio senza alcun preavviso, e con il ds Cherubini è l'unico uomo di calcio rimasto in società. Per questo Allegri dovrà essere un leader dentro e fuori il campo, diventando praticamente un manager alla Ferguson con pieni poteri grazie a quel contratto che lo blinda fino al 30 giugno 2025.

     

    agnelli allegri agnelli allegri

    «È sempre molto positivo sentire la vicinanza degli azionisti - aveva detto il tecnico nei giorni scorsi - e il mondo bianconero deve rimanere concentrato sul lavoro per ottenere i risultati che tutti vogliamo».

     

    A gennaio la Juve si giocherà la possibilità di riaprire la lotta scudetto, venerdì 13 c'è lo scontro con il Napoli allo stadio Maradona, e varerà un nuovo Consiglio d'Amministrazione con Gianluca Ferrero presidente al posto di Andrea Agnelli (assemblea degli azionisti convocata per mercoledì 18).

     

    Allo stesso tempo il club e gli indagati rischiano di andare a processo dopo l'inchiesta Prisma sulle plusvalenze e il falso in bilancio, mentre si aprirà il calciomercato per trovare alcuni rinforzi (in primis un esterno difensivo). Saranno giorni complessi per i bianconeri, ma almeno una certezza c'è ed è quella su cui in pochi avrebbero scommesso solo due mesi fa.

     

     

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    I RAPPORTI FRA JUVENTUS E ATALANTA: ROMERO, DEMIRAL E IL DEBITO NASCOSTO CHE LA PROCURA STA CERCANDO

    Franco Vanni per repubblica.it

     

     

    Nella richiesta di misure cautelari per tredici indagati, respinta dal gip, la procura di Torino approfondisce i rapporti fra Juventus e Atalanta, in particolare per quanto riguarda le compravendite di due giocatori: l’argentino Cristian Romero, premiato come miglior difensore nella stagione 2020/21, e Merith Demiral, anche lui difensore centrale, da tempo nel giro della nazionale turca.

     

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    Due ottimi giocatori, quindi, non semplice “materiale da plusvalenza”. Però, secondo i pubblici ministeri torinesi, il passaggio di mano dei due cartellini da un club all’altro sarebbero serviti alla “definizione di partite pregresse di credito a favore del club bergamasco” di “natura non pubblica”. In pratica, secondo la procura, la Juventus avrebbe usato le transazioni relative ai cartellini dei due calciatori per compensare un pregresso debito con l’Atalanta, di cui non c’è traccia nei bilanci. La figura centrale della vicenda è l’indagato Fabio Paratici, dal 2018 direttore dell’area sportiva della Juventus, nel 2020 promosso ad amministratore delegato dell’area Sport, poi passato nell’estate 2021 al Tottenham, dove ricopre il ruolo di direttore generale.

     

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    Cristian Romero, nato nell’aprile del 1998 a Cordoba in Argentina, nel 2019 passa dal Belgrano, nella seconda divisione del suo Paese, al Genoa per 4,25 milioni di euro. Da allora, si registrano ben nove diverse variazioni fra passaggi di proprietà del suo cartellino e concessione in prestito delle sue prestazioni sportive. Romero esordisce in Serie A il 20 ottobre 2018 in maglia rossoblù contro la Juventus, che il 13 luglio 2019 lo acquista per 26 milioni, ma lo lascia in prestito al Genoa fino all’inizio della stagione 2019/20.

     

    Con  il Genoa, in due stagioni gioca 62 partite. Con la maglia della Juventus invece non mette mai piede in campo. Finito il prestito al Genoa, il 5 settembre 2020 viene infatti girato a titolo temporaneo all’Atalanta per 4 milioni, con riscatto fissato a 16 più bonus. A Bergamo gioca, benissimo, per una stagione appena: 42 partite, tre gol, cinque assist. E a maggio viene premiato: nessuno in Serie A difende come lui. Il 5 agosto 2021 l’Atalanta lo acquista dalla Juventus pagando 17 milioni per il suo riscatto e il giorno successivo lo presta al Tottenham, che il 30 agosto 2022 lo riscatterà a sua volta per 50 milioni. In pratica Paratici prima cede il giocatore all’Atalanta, da dirigente juventino, poi dall’Atalanta lo riacquista, da dirigente degli Spurs.

     

    romero romero

    La tesi della procura: i debiti non dichiarati

    In una conversazione telefonica intercettata dalla guardia di finanza il 30 luglio 2020 Paratici, già uomo del Tottenham, al telefono con l’ad atalantino Luca Percassi dice: “C’hai un giocatore che paghi 16 milioni e il giorno dopo lo rivendi a 50!”. Percassi risponde di volere trattare della questione direttamente con Agnelli, e aggiunge: “Sono qui a dirti che sono pronto a pagarti un giocatore, ti chiederei però di non far finta che non esistano altri impegni sennò rinviamo tutto all’infinito”. Quali sono questi altri impegni? Per i pubblici ministeri sarebbero appunto quelle “partite pregresse di credito a favore del club bergamasco” di “natura non pubblica” a cui fanno riferimento nella richiesta di misure cautelari.  Nell’intercettazione del 30 luglio Paratici, che alla Juve ha lavorato a lungo, rassicura Percassi: “Andrea (Agnelli Ndr) è uno che sistema”. Lo stesso Agnelli, intercettato dalla finanza l’8 agosto 2021, a Percassi parla dell’opportunità di “chiudere questa roba qua e poi tornare a mettere a posto … le varie situazioni”.

     

    Merih Demiral e le modalità di pagamento

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    Nelle manovre per sanare il presunto debito non dichiarato della Juventus nei confronti dell’Atalanta, secondo la procura rientrerebbe anche la compravendita di Merih Demiral. Intercettato il 4 agosto 2021, dopo il passaggio del calciatore dalla Juve all’Atalanta, l’ex direttore sportivo bianconero Federico Cherubini suggerisce al dirigente del club torinese Paolo Morganti: “Siccome adesso sta uscendo che il prestito è oneroso con 28 (milioni Ndr) di riscatto, ci fa comodo che esca con due numeri più sostenibili, perché ci stanno massacrando, perché questi hanno venduto Romero a 50 milioni. Se escono i numeri veri, siccome non è che gli puoi dire come stanno le cose!”. Al telefono con un giornalista esperto di calciomercato, Cherubini spiega poi che le condizioni e i tempi dei pagamenti per il trasferimento del giocatore sono diverse da quelle comunicate pubblicamente, circostanza che ricorre anche in altre intercettazioni fra dirigenti juventini. L’eventuale processo chiarirà se l’impianto dell’accusa reggerà in un eventuale processo. Di sicuro però la lettura delle conversazioni captate dalla guardia di finanza aiuta a capire le dinamiche complesse dei rapporti fra Juventus e Atalanta, tradotte in un puzzle di prestiti e riscatti.

     

    Ok il prezzo è giusto (ma dipende cosa metti a bilancio)

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    La storia italiana di Demiral comincia nel 2019, quando passa per 8 milioni dall’Alanyasport, squadra turca, al Sassuolo, dove gioca 14 partite. Nello stesso anno si trasferisce per 19,5 milioni alla Juventus, dove mette piede in campo per 32 volte, fra le varie competizioni. Il trasferimento all’Atalanta come abbiamo visto avviene nel 2021, con un meccanismo di prestito e riscatto, per 20 milioni. A Bergamo trova finalmente un posto da titolare: 53 partite fino a oggi, fra campionato, Coppa Italia e competizioni europee.

     

    Secondo le stime di valore riportate dal sito Transfermarkt, non c’è niente di strano né di scandaloso nelle quotazioni del giocatore negli anni. Anzi. Già ai tempi dell’ Alanyasport il giusto prezzo di Demiral, al tempo diciannovenne, veniva stimato dal portale in 15 milioni. È quindi indubbio che, pagandolo 8, il Sassuolo abbia fatto un affare. E così l’Atalanta, che riscattandolo a 20 dalla Juventus lo paga di fatto 5 milioni meno della stima di Transfermarkt - che non è la bibbia, non dà quotazioni ufficiali ma è spesso utilizzato dalle procure come benchmark nelle carte delle tante inchieste aperte (e quasi sempre concluse in nulla) sul tema delle plusvalenze da calciomercato.

     

    Un filo che da Bergamo arriva a Sassuolo

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    L’affare Demiral è il filo che unisce i rapporti della Juventus con l’Atalanta e quelli che il club bianconero aveva con il Sassuolo, altro club con cui secondo la procura torinese i dirigenti juventini avrebbero avuto rapporti tali da “influenzare le operazioni di acquisto/cessione dei calciatori talvolta concluse a condizioni di favore”. Rapporti che, sempre secondo i pm, nel periodo coperto dall’indagine, “sfociavano in rapporti debito/credito tra le società opachi”, a testimonianza della “inattendibilità delle comunicazioni sociali fornite ai terzi”.

     

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    Intercettato mentre parla con Giovanni Carnevali, amministratore delegato del Sassuolo, Paratici gli chiede condizioni di favore per nuovi affari di mercato, e gli ricorda: “Se io mi siedo e le condizioni che tu mi dai sono esattamente quelle che tu dai a Edu dell’Arsenal, che non hai mai visto in vita tua, qual è il valore aggiunto della nostra relazione decennale? Che fine ha fatto gli otto milioni che hai guadagnato in sei mesi con Demiral, che non sapevi chi era?”.

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