Franco Stefanoni per www.corriere.it
renzi porta a porta
«Il M5S è pronto da oggi a portare in Parlamento insieme al Partito democratico la proposta di Matteo Richetti e a votarla subito alla Camera e al Senato». Così, sulla legge contro i vitalizi, il capogruppo M5S Roberto Fico in sala stampa alla Camera dopo l’incontro con il Pd sulla legge elettorale. Un incontro «cordiale e distaccato», è stato definito. Questa in sintesi l’atmosfera dei venti minuti in cui M5S e Pd si sono confrontati sulla legge elettorale.
Roberto Fico, Vito Crimi e Danilo Toninelli si sono infatti seduti a un tavolo di fronte agli esponenti Pd (il capogruppo Fico era davanti al capogruppo dem Ettore Rosato) e hanno presentato la loro proposta: un modello elettorale alla tedesca con soglia di sbarramento al 5% ed eventuali correttivi per garantire maggiore stabilità. «È andato come doveva andar», ha detto Fico, «abbiamo portato esclusivamente quello che è uscito dal voto degli iscritti. Non ci muoviamo da lì. Sarà il Pd che ci farà capire cosa vuole fare. Il Pd ha ascoltato e ha preso atto della nostra proposta».
renzi e beppe grillo con il gelato
Poi ha aggiunto: «Non fa strano votare con il Pd e Forza Italia, tante volte lo abbiamo fatto se riteniamo il tema giusto. Dopo 10 anni torna una legge elettorale costituzionale, noi cerchiamo di lavorare con responsabilità per questo obiettivo. Comunque, noi non facciamo alleanze né prima né dopo, lo confermo. Non penso che con il sistema alla tedesca si debba arrivare a tanto, si può anche ottenere la maggioranza».
Fratoianni: «Okay al proporzionale»
danilo toninelli
«Siamo disponibili ad approvare una legge elettorale che sia interamente proporzionale e se non ci sono trucchi per noi il 5% non è un problema, siamo pronti ad approvare una legge che sia davvero utile al paese». Lo afferma il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni al termine dell’incontro con il segretario del Pd Matteo Renzi al quale hanno partecipato anche i capigruppo Loredana De Petris e Giulio Marcon. Fratoianni boccia qualsiasi premio di maggioranza: «È un pasticcio» afferma.
Pisapia: «Queste convergenze non ci piacciono»
«Siamo convinti che solo un centrosinistra di governo e radicalmente innovativo possa affrontare con equità le sfide della crisi economica e sociale che l’Italia dovrà affrontare nei prossimi anni. Per questo siamo negativamente colpiti dalla convergenza di molte forze, di destra e di sinistra, verso una legge elettorale che condurrà molto probabilmente a un governo di larghe intese di cui questo Paese non ha bisogno e che allontanerà sempre più dall’impegno politico il popolo del centrosinistra».
PISAPIA
Lo afferma in una nota Campo Progressista. «Ci spiace che da molte parti si sia preferito l’interesse particolare a quello collettivo. Non è certo questo il modo utile a contrastare i populismi, ma si finirebbe per lasciare senza rappresentanza una grossa fetta dell’elettorato che crede in un campo comune dove convivano le migliori culture del riformismo progressista: sinistra, civismo, ecologismo, cattolicesimo sociale, unita da un progetto comune e da un programma condiviso, realistico e realizzabile.
Per questo non abbiamo intenzione di fermarci - prosegue il movimento fondato da Giuliano Pisapia -. Rimaniamo convinti che a questo Paese serva una forza che rappresenti il popolo del centrosinistra. Non ci interessa l’aggregazione di tutti i piccoli gruppi della sinistra che in comune hanno solo la volontà di superare il quorum della futura legge elettorale. Ci interessa invece un progetto innovativo di donne e uomini che credono in un nuovo campo comune dove tutti cedano parte della loro sovranità. Dove la discontinuità non sia solo con il metodo e le politiche degli ultimi anni, ma di un ciclo politico ben più lungo. L’obiettivo non può essere solo superare il quorum elettorale, ma porre le basi per un progetto che guardi al futuro».
Ma la Borsa perde il 2%
roberto fico luigi di maio
Giornata fortemente negativa per la Borsa di Milano, risultata la peggiore d’Europa in una giornata in cui sono mancati i riferimenti di Londra e Wall Street, chiuse per festività. Con l’avvicinarsi di possibili elezioni in autunno, a Piazza Affari sono prevalse le vendite, con i titoli bancari - ovvero i più sensibili ai temi politici - particolarmente in sofferenza, anche a causa delle complicazioni legate al processo di salvataggio delle banche venete. Alla fine il Ftse Mib ha segnato una perdita del 2,01% che ha comportato la perdita di quota 21 mila punti (20.783).