IL TWEET DI FRANK CIMINI SULL AUDIZIONE DI PALAMARA AL CSM
Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”
L'audizione di Luca Palamara torna a scuotere il Consiglio superiore della magistratura. Non tanto per ciò che ha detto ieri l' ex consigliere davanti alla prima commissione del Csm, quanto per il singolare incontro, alla vigilia dell' interrogatorio, tra il suo avvocato e uno dei componenti di quella stessa commissione.
Si tratta di Alessio Lanzi, avvocato anche lui e consigliere «laico» in rappresentanza di Forza Italia, che dà una spiegazione del tutto banale e lecita della visita effettuata nello studio di Roberto Rampioni, uno dei legali che assiste Palamara imputato di corruzione a Perugia.
luca palamara al csm 1
Tuttavia quando al Consiglio s' è venuto a sapere, in maniera casuale, di questa curiosa coincidenza, i malumori sono arrivati fino al Comitato di presidenza, che ha incontrato la commissione prima dell' audizione di Palamara.
La convocazione dell' ex presidente dell' Associazione magistrati espulso dall' ordine giudiziario (nel quale spera di essere riammesso, dopo aver presentato ricorso in Cassazione contro la radiazione) era stata decisa e comunicata all' interessato mercoledì, senza svelare gli argomenti sui quali gli sarebbero state fatte domande.
Palamara e il suo avvocato Roberto Rampioni
Poi, all' ora di pranzo, Lanzi è andato a trovare il collega che difende Palamara, e nel pomeriggio la commissione che si occupa degli eventuali trasferimenti d' ufficio per presunte incompatibilità ambientali, s' è riunita nuovamente deliberando a maggioranza (con il voto favorevole pure di Lanzi) di allargare l' oggetto dell' audizione: non solo la posizione del procuratore di Milano Francesco Greco, come inizialmente previsto, ma anche quella del procuratore aggiunto di Roma Angelo Racanelli.
alessio lanzi
Due pratiche aperte da tempo e apparentemente destinate all' archiviazione (per Racanelli c' era già una proposta che il plenum ha rimandato in commissione), che però potevano fornire a Palamara lo spunto per tornare su argomenti affrontati spesso nelle interviste televisive seguite alla pubblicazione del suo libro intitolato Il sistema .
francesco greco
A decisione presa, al Csm s' è venuto a sapere dell' incontro tra Lanzi e Rampioni, e nel palazzo c' è chi l' ha messa in relazione all' audizione di ieri, nonché all' Operazione politico-editoriale innescata dal libro di Palamara. Una fuga di notizie anticipata, insomma, che Lanzi invece ha negato con decisione.
E anche dopo l' interrogatorio dell' ex magistrato ribadisce: «Con il collega Rampioni c' è un' antica amicizia e frequentazione, abbiamo parlato di problemi legati all' università dopo che lui è andato in pensione. Palamara non c' entra niente, e nell' audizione io ho avuto un ruolo del tutto passivo, tant' è che non ho fatto alcuna domanda».
ELISABETTA CHINAGLIA
Il comitato di presidenza e la prima commissione hanno preso atto della versione di Lanzi, ma il disappunto della presidente della commissione Elisabetta Chinaglia (che fa parte di Area, il gruppo della «sinistra giudiziaria») e di altri consiglieri resta ed è «agli atti». Se ci saranno strascichi e conseguenze si vedrà nelle prossime settimane.
il magistrato racanelli
Sul contenuto dell' audizione, svoltasi a porte chiuse come avviene normalmente, Palamara - giunto a palazzo dei Marescialli con Rampioni - si limita a dire: «Ho parlato di fatti specifici, e in particolare degli uffici giudiziari di Roma e Milano; ho parlato di quanto emergeva dalle chat, ma il discorso si è poi allargato al trojan».
Durante la deposizione l' ex consigliere si sarebbe soffermato più sulle vicende romane che su quelle milanesi, e il riferimento al trojan (che trasformò il suo telefonino in una microspia) riguarderebbe soprattutto un' intercettazione tra lui e Racanelli alla vigilia del voto del Csm per la successione all' ex procuratore Giuseppe Pignatone.
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