Carlo Nordio per il Messaggero
eichmann durante il processo
Alle 20,05 del 10 Maggio 1960 una squadra del Mossad, il servizio segreto israeliano, vide scendere un uomo dall' autobus che dal centro di Buenos Aires si dirigeva verso il sobborgo di San Fernando. Fingendosi indaffarati con un guasto alla macchina, i quattro agenti attesero che l' uomo si avvicinasse.
Quando fu a portata di mano lo immobilizzarono, lo portarono in un casa abbandonata e pochi giorni dopo lo imbarcarono, drogato e vestito da pilota civile, in un volo di Stato diretto a Israele. Qui Adolf Eichmann, responsabile dello sterminio di sei milioni di ebrei, fu consegnato alla Giustizia .
Eichmann allora aveva 54 anni, era un ometto occhialuto e stempiato, e qualcuno ne rilevò la singolare somiglianza con il cardinale Montini, che poco dopo sarebbe diventato Papa Paolo VI. A dimostrazione che Satana, come insegna il libro di Enoch, ha pur sempre una parentela con l' arcangelo Gabriele. Davanti ai giornalisti apparve mite e impacciato, un grigio e insignificante burocrate che ispirò ad Hannah Harendt la famosa e controversa osservazione sulla banalità del male.
adolf eichmann
L' uomo in effetti non era sempre stato così dimesso: una foto di vent' anni prima lo ritrae com' era veramente, uno spietato e arrogante sgherro delle SS, consapevole della sua funzione e del suo potere. Ancora oggi c' è una certa confusione sul suo ruolo, perché questo oltrepassava di gran lunga il suo rango. Eichmann era un Oberstmbannfuhrer , cioè un tenente colonnello delle SS, un grado in sé modesto, che in realtà può apparire tale solo a chi non conosca la complessità del Reichssicherheitshauptamt (RSHA) , la Direzione Centrale per la Sicurezza del Reich: l' organismo che comprendeva , tra gli altri servizì, la Geheime Staatspolizei, nota al mondo come Gestapo.
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Romanzi e film la dipingono come dedita alla caccia alle spie e ai partigiani, ma questa è una visione riduttiva. La Gestapo perseguitava anche varie associazioni laiche e religiose: la sua sezione B4 si occupava degli ebrei, ed era diretto da Eichmann. Ma proprio perché tra i nemici del Reich gli israeliti erano considerati i primi da eliminare, l' importanza dell' ufficiale era pari al compito immane che gli era stato devoluto.
Questo consentiva ad Eichmann di scavalcare varie posizioni gerarchiche e di conferire direttamente con Reinhard Heydrich, capo del RSHA e responsabile della soluzione finalevoluta da Hitler. Il 20 Gennaio 1942, nella classicheggiante villa di Wannsee presso Berlino, Heydrich presiedette la riunione che ne definiva i dettagli. Eichmann, che ne aveva curato l' organizzazione, tenne i verbali con i conteggi degli ebrei da liquidare in Europa, compresi quelli dei territori non occupati, come la Gran Bretagna e, naturalmente, l' Italia: in totale una decina di milioni.
EICHMANN
Un misto di ferocia burocratica e di velleità visionarie: mentre i due compari stilavano questi macabri elenchi, l' industria angloamericana iniziava infatti a sfornare i bombardieri che di lì a poco avrebbero incenerito la Germania. Il processo iniziò a Gerusalemme l' 11 Aprile 1961, davanti alle televisioni di tutto il mondo. Ben Gurion voleva che fossero colmate le lacune del processo di Norimberga, dove il numero degli imputati, la diversità dei capi d' accusa e la frettolosa raccolta delle prove avevano impedito una ricostruzione completa dell' Olocausto e dei ruoli degli aguzzini .
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Ora non si sarebbe parlato di crimini contro la pace o di guerre di aggressione, ma solo del più grande eccidio della Storia, ideato da una scienza perversa ed eseguito da dirigenti volonterosi con una tecnologia pianificata. I principali responsabili, Hitler, Himmler e Goering si erano suicidati, Heydrich era stato giustiziato dai partigiani, altri erano stati processati e impiccati, e la Shoah rischiava di esser dimenticata. Il processo di Eichmann era l' occasione per ricordare al mondo che talvolta - se pur raramente la Storia - si scrive anche con la Giustizia.
Il difensore, Robert Servatius, era un esperto, avendo già difeso a Norimberga altri criminali. Non aveva un compito facile. Sostenne l' illegalità della cattura, l' incompetenza del tribunale, l' irretroattivà della legge penale, e infine, la scusante dell' ubbidienza agli ordini. Il pubblico ministero, Gideon Hausner, fu abile nel demolire queste tesi, ma eccedette nella passionalità, andò oltre i capi d' accusa e fu anche richiamato all' ordine dal Tribunale.
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Quest' ultimo era composto da tre giudici, che parlavano correntemente il tedesco e talvolta si rivolsero all' imputato nella sua lingua madre. Furono straordinariamente calmi e professionali, tenuto conto della loro origine e delle agghiaccianti rievocazioni di massacri cui dovettero assistere. Sfilarono i reduci dei lager, furono proiettate le immagini del genocidio, molti testimoni svennero, e tra il pubblico serpeggiò l' auspicio della vendetta sommaria.
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Ma il presidente fu esemplare, e l' ordine ritornò in aula. L' imputato, dal canto suo, fu rispettoso nella forma ma spregevole nella sostanza. Si dipinse come un modesto esecutore di ordini, che, a suo dire, dovette eseguire anche controvoglia. Fu quest' aria scialba da impiegatuccio subalterno che ingannò la Harendt, ispirandole quella definizione infelice. Forse immaginava di vedere un sulfureo e agitato predicatore di stragi apocalittiche, ignorando che l' arma preferita di Mefistofele, come insegna Goethe, è proprio il travestimento.
Nel 2011 una studiosa tedesca, Bettina Stagneth, recuperò e pubblicò le testimonianze sulle conversazioni di Eichmann durante la lunga latitanza in Argentina. L' astuto criminale apparve per quello che era: un fanatico assassino che rimpiangeva soltanto di non avere eliminato tutti i dieci milioni di ebrei elencati nei verbali di Wanssee. Nonostante i piagnucolosi tentativi di dissimulare la propria attività, Eichmann ascoltò imperterrito e silenzioso, il 15 Dicembre 1961, la sentenza di morte. Fece ricorso, e l' appello fu respinto.
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Alla fine inoltrò la domanda di grazia. Ben Gurion convocò il Gabinetto, e molte anime gentili patrocinarono la clemenza. Qualcuno tuttavia replicò che se la pena di morte non fosse mai esistita, era quello il momento in inventarla. La domanda fu respinta, e a mezzanotte del 31 di Maggio 1962 Adolf Eichmann finì al patibolo: fu la prima e unica impiccagione nella storia giudiziaria di Israele.
Prima dI sprofondare nella botola, Eichmann ritrovò e rivelò quell' odio che aveva così ben dissimulato davanti alla Corte, e disse a Rafi Eitan, l' agente che lo aveva catturato e che assisteva all' evento: «Spero di tutto cuore che venga presto il vostro turno». Al che il roccioso ufficiale, oggi felicemente ultranovantenne, pare abbia risposto ghignando: «Non oggi vecchio mio, non oggi».
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