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    SCUOLA DI VITA - L’INCREDIBILE STORIA DELLO STUDENTE “IMPRENDITORE” SOSPESO PER AVER CREATO UN MERCATO NERO DELLE MERENDINE - LUI ATTACCA: “I MIEI COMPAGNI ERANO CONTENTI PERCHÉ RISPARMIAVANO. A SCUOLA GIRA DROGA, MA A CHI LA PORTA NON VIENE DETTO NULLA”


     
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    Giordano TedoldI per Libero Quotidiano

    SCUOLA MONCALIERI SCUOLA MONCALIERI

     

    Racconta la leggenda berlusconiana che il piccolo Silvio a scuola aiutasse i compagni più lenti passando loro i compiti e riscuotendo in natura: caramelle, giocattoli, merendine. La scintilla del genio imprenditoriale già brillava. Dev' essere un Berlusconi in erba anche lo studente 17enne dell' istituto tecnico "Pininfarina" di Moncalieri, che, come quello con le sue tv private e corsare contro le reti pubbliche, ha sbaragliato la concorrenza ufficiale del bar della scuola.

     

    Il ragazzo, forte di una platea di consumatori molto ampia (i 1700 studenti dell' Itis), già l' anno scorso aveva cominciato a fare incetta delle merendine più gradite, acquistando nei discount ai prezzi più favorevoli, per poi rivenderle, maggiorate di poco, ma ben al di sotto dei prezzi fatti a scuola.

     

    La sua intraprendenza aveva suscitato l' ira dei professori, sicuramente sensibilizzati dalle proteste dei gestori del servizio scolastico, e, quasi fosse il responsabile di una borsa nera al tempo di guerra, lo studente era stato sospeso per dieci giorni, punizione che aveva spianato la strada alla sua seguente bocciatura.

     

    MERENDINE MERENDINE

    Col nuovo anno scolastico, il ragazzo, testardo come tutti gli imprenditori che hanno una visione, non s' è perso d' animo, e ha continuato e anzi perfezionato il suo business. Che, di nuovo, ha riscosso un grande successo presso gli studenti, e, di nuovo, ha fatto inalberare i professori, e il preside, dopo che il ragazzo è stato beccato, la scorsa settimana, a smerciare merendine. Nelle parole del preside sembra quasi di sentire un difensore dell' intervento regolatore dello Stato in materia di economia contro il libero mercato (nero): «Questo è un problema di legalità. La scuola, insieme ai saperi, alle conoscenze, alle abilità, deve anche insegnare a questi ragazzi a essere cittadini e dunque a rispettare le leggi».

     

    Quanta solennità, egregio signor preside! D' accordo, lo studente non ha partita Iva, non paga le tasse e non versa i contributi dell' Inps, ma stiamo parlando di merendine vendute nei corridoi della scuola, attività molto più vicina al vendere libri usati o fumetti sulle bancarelle che non alla frode fiscale.

    SCUOLA SCUOLA

    Già l' avete duramente punito lo scorso anno, con una severità del tutto controproducente, visto che il ragazzo è tornato a aprire il suo discount di merendine. Immaginiamo dunque che le vostre intemerate a base di rispetto della legalità non serviranno neanche stavolta, come non servirà agitare lo spettro dell' insicurezza alimentare: una merendina, se la confezione è integra, è assolutamente sicura, qualunque ne sia la provenienza, e non c' è bisogno dei Nas dei carabinieri per capire che sono solo i tanti punti commerciali che possono vendere a prezzi minori del bar interno. In particolare, ci stupisce la chiusura mentale del preside di un istituto tecnico, scuola che dovrebbe avere alta considerazione dell' intraprendenza e dell' abilità pratica, che invece di accogliere e far germogliare il buono che c' è in un' iniziativa di questo tipo, la stronca con paternali improntate a un legalismo puramente distruttivo.

     

    Se lo studente è l' unico, in tutto il "Pininfarina", ad aver avuto l' ingegno e l' abilità di mettere in piedi quello che è stato definito un "mercato florido", un dirigente scolastico lungimirante, invece di moralizzarlo e sanzionarlo, soffocando così l' elemento anomalo ma brillante, lo convocherebbe in ufficio, gli spiegherebbe cosa non va dal punto di vista della forma, ma salverebbe il contenuto e stimolerebbe il suo bernoccolo per gli affari.

     

    studenti annoiati studenti annoiati

    Magari lo inviterebbe a spiegare alle classi come gli è venuta l' idea, in quali modi ha pensato di metterla in pratica, quali merendine ha scelto e come ha fissato i prezzi. Insomma, un piccolo corso di economia commerciale, con esempi pratici.

     

    Invece la notizia rischia di passare per l' ennesimo episodio di degrado scolastico, mischiata a quelli di bullismo e altre vere piaghe. Ci siamo riempiti la bocca della frase di Steve Jobs: «Stay hungry, stay foolish», siate affamati, siate folli, e quando c' è uno studente che, con un pizzico di follia, mette a profitto la fame, pure salvaguardando le tasche di quella categoria di disoccupati che sono gli studenti, ci si indigna. Gli dovrebbero affidare un seminario invece: «Perché un imprenditore umano sconfiggerà sempre la concorrenza di uno stupido distributore automatico».

     

     

     

    2. IO VENDITORE DI MERENDINE SOSPENDONO ME E NON I PUSHER

    BUFALE WEB MERENDINE BUFALE WEB MERENDINE

    Stefano Parola per la Repubblica

     

    “Avevo letto un articolo su un ragazzo che aveva fatto molti soldi vendendo merendine e bibite in una scuola americana. Ho pensato di fare lo stesso». È iniziata così la carriera di Antonio (il nome è di fantasia), lo studente diciassettenne che aveva messo in piedi un piccolo mercato “alternativo” di merendine a basso costo dentro la sua scuola, l’istituto tecnico Pininfarina di Moncalieri, alle porte di Torino. Lo scorso anno si era già preso dieci giorni di sospensione e la scorsa settimana ci è ricascato

     

    IL vicepreside lo ha visto entrare con uno zaino enorme e si è insospettito. Ora rischia una sospensione ancora più lunga della precedente, anche se il preside Stefano Fava sta pensando a una soluzione “alternativa”: «Proporrò al consiglio di classe di inserirlo in un progetto legato all’imprenditorialità. Vogliamo lavorare per il successo dello studente, non lo lasceremo indietro», assicura. Faccia da bravo ragazzo, papà operaio, mamma casalinga, una famiglia numerosa.

     

    Antonio racconta la sua versione dei fatti con il papà al suo fianco, che lo definisce «bravo, timido: non fuma, non si droga, non beve, non ha piercing né tatuaggi». Partiamo dall’inizio: dopo aver letto quell’articolo, come le è venuto in mente di passare all’azione?

     

    «Quando ho notato che gli snack a scuola erano cari. Un tè freddo da mezzo litro costa 1,50 euro, quando al supermercato va dai 29 ai 35 centesimi. Ho iniziato per scherzo: i compagni mi ordinavano la roba, perché risparmiavano». E una merendina dopo l’altra, il mercato si è ingrandito.

     

    Dicono che lei avesse un bel giro d’affari, è così? «Ma no, mi usciva a malapena una ricarica telefonica al mese. Durante il mio periodo di attività mi sono comprato un cellulare usato da 300 euro, niente di più. È vero che nel mio istituto ci sono 1.700 allievi, ma mica compravano tutti da me».

     

    merendine di hotdog merendine di hotdog

    Quanti clienti aveva? «Guardi, quando mi hanno beccato la settimana scorsa nello zaino avevo 20 snack, 10 lattine di bibite e 10 tè freddi». Com’erano le tariffe? «Pagavo gli snack 30 centesimi, li rivendevo a 50. Alla macchinetta, però, costano un euro. I margini erano minimi, faccia lei i conti. Saranno stati cento euro al mese». A scuola si parla di cifre ben più alte. «Girano tante voci, qualcuno è invidioso».

     

    Dicono che fosse anche molto attento ai gusti dei suoi compagni. «Avevamo una chat su Whatsapp e loro mi dicevano cosa avrebbero voluto. Io andavo al supermercato e compravo ciò che serviva». E i compagni? Tutti soddisfatti? «Erano tutti contenti perché risparmiavano. Ecco, la cosa che mi fa arrabbiare è che a scuola gira droga, ma a chi la porta non viene detto nulla. A me invece...».

     

    Però anche vendere prodotti in nero è illegale. Infatti lo scorso anno lei era già stato sospeso, no? «Per dieci giorni. In più, per 20 giorni sono stato piantonato in classe durante i due intervalli, delle 10 e delle 12, in modo che non potessi smerciare gli snack». Il preside ha fatto notare che in ballo c’era anche una questione di sicurezza alimentare: come potevano essere sicuri che i suoi prodotti non fossero scaduti o mal conservati?

     

    «Li compravo poco prima al supermercato, lì mica vendono le cose scadute». Nonostante la punizione, la settimana scorsa ci è ricascato: perché? «Tutti i miei compagni continuavano a chiedermi la roba». E i suoi genitori non si sono accorti di nulla? Qui interviene il papà di Antonio:

     

    «L’altra volta l’ho punito. Poi mi diceva che i suoi compagni continuavano a chiedergli di portare merendine e io pensavo fossero quattro, cinque, dieci compagni. Poi, appunto, quando l’hanno scoperto aveva una ventina di snack, parliamo di una classe».

    MERENDINE SCUOLA MERENDINE SCUOLA

     

    Antonio, da grande cosa vorrebbe fare? «Il mio sogno sarebbe aprire un locale per far lavorare la mia famiglia e i miei fratelli. Mi piace avere a che fare con le persone. Ma è un sogno irrealizzabile, papà fa l’operaio, abbiamo solo il suo reddito».

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