Estrattod dell'articolo di Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”
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Lei, Oksana Moroz, ex modella e imprenditrice ucraina che ha fatto fortuna con una catena di grandi magazzini che a Kiev vendono i marchi internazionali del lusso, accusa una dei chirurghi estetici più in voga tra i vip, Marilena Pizzuto, di averla ingannata nel diagnosticarle una (in realtà inesistente) grave malattia della pelle per spingerla nel 2016-2018 a curarsi con una terapia innovativa del Dna, costatale ben 22 operazioni e 4 milioni di euro pagati in parte in contanti e in parte su una società di Dubai riferibile al marito della dottoressa, Santo Gentilcore.
marilena pizzuto
Ma quando mai, ribatte Pizzuto: Oksana Moroz ha sempre e solo chiesto interventi di chirurgia estetica, mai nessuno parlò di malattie. E tra le due litiganti ieri è arrivata la prima risposta del Tribunale di Milano, che, assolvendo Pizzuto dal reato di lesioni, non ha però accolto la richiesta della Procura di assolverla anche per l’imputazione di truffa, ed ha condannato in primo grado la chirurga e suo marito a 2 anni e mezzo, e a risarcire l’imprenditrice (parte civile tutelata dall’avvocato Piero Porciani) con quasi 3 milioni che Moroz e il suo legale annunciano «verrà devoluta agli orfani della strage di Bucha», 458 massacrati dai russi un anno fa.
La sentenza è stata pronunciata ieri dal giudice Alberto Carboni non prima di aver dato conto, in udienza pubblica, di una inusuale interferenza sul processo da parte della rappresentanza diplomatica dell’Ucraina: una lettera che il console ucraino a Milano, Andrii Kartysh, ha inviato direttamente al giudice (e «per conoscenza» alla difesa della connazionale) per raccomandargli la «presa in considerazione» della dichiarazione scritta con la quale Moroz criticava l’«errata posizione della Procura» di chiedere l’assoluzione. […]
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Le versioni tra Moroz, conoscente del presidente Zelensky, e Pizzuto, chirurga estetica fra gli altri della popstar Madonna, non potrebbero divergere di più. La facoltosa ucraina prospetta di essere stata indotta alla via crucis di interventi chirurgici dalla diagnosi di sclerodermia fattale da Pizzuto insieme alla necessità di sostituire i muscoli danneggiati con tessuti creati in laboratorio con il suo Dna, in realtà solo cocktail di vitamine, minerali e collagene acquistati in farmacia.
Pizzuto, invece, con il legale Marco Sizzi riproporrà in Appello di mai aver diagnosticato alcuna malattia all’imprenditrice, e sempre invece eseguito le sue richieste di interventi a fini puramente estetici.
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