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    DACCI OGGI IL NOSTRO STUPRO QUOTIDIANO – L’INCUBO DI UNA 29ENNE ITALIANA CHE A ROMA VIENE VIOLENTATA E FILMATA PER ORE DA DUE ALBANESI, CHE LE ERANO STATI PRESENTATI IN UN PUB DA UNA COPPIA DI AMICI: QUANDO LA VITTIMA RIMANE SOLA CON LORO, I DUE LA COSTRINGONO A SALIRE IN MACCHINA E LA PORTANO IN UNA CAMERA DI UN B&B DOVE VIENE VIOLENTATA – A PROCESSO PER CONCORSO MORALE È FINITO ANCHE L’AMICO CHE LI HA FATTI CONOSCERE E CHE LE AVEVA RACCONTATO DI…


     
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    Andrea Ossino per “la Repubblica - Edizione Roma”

     

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    Hanno abusato di lei per ore, filmando ogni istante di quell'incubo che Marta porterà sempre con sé. Il nome della ventinovenne italiana è inventato per tutelare la sua identità, ma i fatti sono drammaticamente reali e sono raccontati negli atti con cui tre albanesi adesso sono costretti a difendersi in un processo celebrato con rito abbreviato.

    La sentenza arriverà il prossimo luglio, ma la storia inizia la sera del 2 ottobre 2020, quando Marta trascorre la serata in compagnia di un'amica e del suo fidanzato.

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    I tre decidono di andare a bere dalle parti della Borghesiana, al Pub Moebius. Ed è qui che la coppia presenta a Marta due amici. Sembrano simpatici, offrono da bere, anche se Marta ha ben in mente le parole pronunciate dall'amico, che le avrebbe riferito delle malefatte dei due ragazzi e dei loro precedenti con la giustizia. Ad ogni modo la serata trascorre tranquillamente. Per questo motivo gli amici della ragazza si allontanano da quel pub della periferia romana, lasciando Marta in compagnia dei due imputati. Intimorita dai racconti dell'amico, terrorizzata dalle parole dei due albanesi, Marta non sarebbe riuscita a opporsi.

     

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    Così uno dei due avrebbe "sottratto alla vittima le chiavi della sua autovettura e poi la faceva salire", scrivono gli investigatori. È l'inizio dell'incubo. Perché la macchina in cui la vittima ha detto di essere stata costretta a salire percorre appena 700 metri. I due guidano lungo via Borghesiana, poi svoltano a destra prendendo via Casilina e poco dopo accostano l'auto " conducendo la vittima in una stanza" di un Bed and Breakfast. E lì, ricorda la procura di Roma, "la rinchiudevano all'interno della camera da letto". Per ore Marta viene costretta a subire violenze.

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    Il tutto mentre viene ripresa con il telefonino. La giovane è riuscita a uscire da quella stanza solo quando i due imputati si stancano di lei, del suo corpo. Poi scrive ai suoi amici, accusandoli di averle presentato quei due ragazzi. E per questo motivo anche l'amica, inizialmente, viene accusata di favoreggiamento dopo aver dichiarato che Marta era consenziente.

     

    Adesso però la procura ne ha chiesto l'archiviazione, ritenendo che non intendesse agevolare gli imputati. Resta invece a processo il fidanzato, accusato di concorso morale. Perché secondo la procura avrebbe intenzionalmente intimorito Marta raccontandole i precedenti dei due ragazzi, dicendole che uno dei due " fosse un fuggiasco".

     

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    Un'accusa contro cui si scaglia il difensore dell'imputato, Dario Candeloro: «I fatti così come raccontati dalla presunta vittima appaiono assolutamente contraddittori e privi di qualsiasi riscontro - dice il penalista - In particolare la posizione del nostro assistito risulta essere scevra da qualsiasi rilievo penale considerato che lo stesso nemmeno si trovava sul luogo del riferito abuso. I gravi indizi di colpevolezza inoltre sono già stati esclusi dal Gip il quale ha rigettato la richiesta di misura cautelare ».

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