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    L'INDAGINE IN VATICANO È CLAMOROSA: IL CAPO DELLA GENDARMERIA GIANI HA TAPPEZZATO LO STATO CON LE FOTO DEI 5 DIRIGENTI INDAGATI E SOSPESI, TRA CUI DON MAURO CARLINO, CAPO DEGLI UFFICI DELLA SEGRETERIA DI STATO E TOMMASO DI RUZZA, DIRETTORE DELL'ANTIRICICLAGGIO NONCHÉ GENERO DI ANTONIO FAZIO (EX GOVERNATORE DI BANKITALIA) - NEL MIRINO DEI MAGISTRATI COMPRAVENDITE IMMOBILIARI A LONDRA E LA GESTIONE DELL'OBOLO DI SAN PIETRO. PAPA FRANCESCO: NON FAREMO SCONTI A NESSUNO


     
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    1. VATICANO, CLAMOROSO SCANDALO MILIONARIO: INDAGINE SU UN MONSIGNORE E IL CAPO DELL'AIF

    Emiliano Fittipaldi per

    http://espresso.repubblica.it/inchieste/2019/10/02/news/vaticano-clamoroso-scandalo-milionario-indagine-su-un-monsignore-e-il-capo-dell-aif-1.339417?ref=HEF_RULLO

     

    Un clamoroso scandalo finanziario rischia di travolgere, di nuovo, il Vaticano. Nel mirino sono finite operazioni finanziarie milionarie apparentemente irregolari effettuate da alcuni uffici della Segreteria di Stato. Ora tremano non solo laici e contabili, ma anche monsignori e – qualcuno dice – potenti cardinali.

    carlino di ruzza mauriello tirabassi sansone indagati in vaticano carlino di ruzza mauriello tirabassi sansone indagati in vaticano

     

    Papa Francesco è stato avvertito all'inizio dell'estate dai vertici dello Ior e dal Revisore generale (da pochi diventato a tutti gli effetti una sorta di autorità anti-corruzione della città santa) di possibili, giganteschi crimini finanziari avvenuti negli ultimi anni. Bergoglio ha così ordinato un'indagine puntuale e severissima, e che non faccia sconti a nessuno.

     

    Così ieri, su ordine del del promotore di Giustizia Gian Piero Milano e del suo aggiunto Alessandro Diddi, gli uomini della Gendarmeria hanno effettuato sequestri di documenti riservati, di pc e computer non solo negli uffici della Prima Sezione della Segreteria guidata dal cardinale Pietro Parolin, ma pure nelle stanze dell'Aif, l'autorità di informazione finanziaria. Cioè l'organismo indipendente che dovrebbe lavorare alle attività antiriciclaggio.

     

    Ieri la notizia delle perquisizioni è stata data in poche righe al Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede, senza ulteriori dettagli (curioso il fatto, notano gli addetti ai lavori, che il decreto non fosse firmato anche dall'altro procuratore di Giustizia da poco promosso dal pontefice, Roberto Zannotti).

     

    Ma stamattina il Corpo della Gendarmeria guidato da Domenico Giani ha spedito una disposizione di servizio, che l'Espresso pubblica in esclusiva, a tutto il personale interno dello Stato leonino e alle Guardie Svizzere che controllano la sicurezza e gli accessi. Se le norme vaticane prevedono che la perquisizione preveda l'iscrizione nel registro degli indagati, il documento della Gendarmeria che segnala che cinque persone da stamattina sono state «sospese cautelativamente dal servizio».

     

    Si tratta di due dirigenti apicali degli uffici della Segreteria, Vincenzo Mauriello e Fabrizio Tirabassi, di una addetta all'amministrazione, Caterina Sansone, e soprattutto di due pezzi da novanta del Vaticano.

     

    TOMMASO DI RUZZA jpeg TOMMASO DI RUZZA jpeg

    Cioè monsignor Mauro Carlino, da poche settimane capo dell'Ufficio informazione e Documentazione dell'organismo che ha sede nel Palazzo Apostolico, e il direttore dell'Aif Tommaso Di Ruzza. «I suddetti» si legge nella nota firmata da Giani «potranno accedere nello Stato esclusivamente per recarsi presso la Direzione Sanità ed Igiene per i servizi connessi, ovvero se autorizzati dalla magistratura vaticana. Monsignor Mauro Carlino continuerà a risiedere presso la Domus Sanctae Marthae».

     

    L'indagine è solo agli inizi. Ma risulta all'Espresso che le «operazioni finanziarie compiute nel tempo» riguardano alcune compravendite immobiliari milionarie all'estero, in particolare immobili di pregio a Londra, e alcune strane società inglesi che avrebbero partecipato al business.

     

    Per la cronaca, Tirabassi gestisce gli investimenti finanziari nella Segreteria di Stato, in un ufficio amministrativo delicatissimo che ha visto il suo storico numero uno, monsignor Alberto Perlasca, traslocare lo scorso 26 luglio, quando il papa l'ha nominato promotore di Giustizia al Tribunale della Segnatura Apostolica. Proprio don Carlino l'ha sostituito il giorno stesso.

     

    DOMENICO GIANI DOMENICO GIANI

    Mai poteva immaginare, il monsignore appena promosso, che due mesi dopo sarebbe stato congelato «cautelativamente» dal servizio.

     

    Non è tutto. Gli investigatori starebbero infatti analizzando anche alcuni flussi finanziari dei conti su cui transita l'Obolo di San Pietro. Si tratta delle offerte di beneficenza che ogni anno arrivano dai fedeli di tutto il mondo al pontefice, che poi dovrebbe usarli per opere di carità verso i più deboli e bisognosi. Chi scrive, nel 2015, scoprì che invece di essere spesi per i poveri, finivano ammucchiati in conti e investimenti che quell'anno avevano raggiunto la somma record di quasi 400 milioni di euro . Ogni conto e spostamento di denaro adesso è stato messo sotto i raggi X, per vedere se alcune irregolarità ipotizzate nascondono qualcosa di più grave.

    DOMENICO GIANI DOMENICO GIANI

     

    Le denunce fatte dallo Ior e dal Revisore generale interessano un arco temporale recente, quando gli uffici messi nel mirino della magistratura erano guidati da monsignor Angelo Becciu, ex sostituto per gli Affari generali della Segreteria diventato pochi mesi fa prefetto per la Congregazione delle Cause dei Santi. Monsignor Carlino, appena sospeso da ogni funzione, è stato per anni il segretario personale del cardinale, uno degli uomini più influenti della curia e da sempre stimato da papa Francesco.

     

    Che teme che i vecchi vizi di pezzi della curia e di laici infedeli possano terremotare ancora una volta il suo difficile pontificato.

     

     

    2. VATICANO, OPERAZIONI FINANZIARIE ILLECITE: 5 DIRIGENTI SOSPESI, INDAGATI UN MONSIGNORE E IL CAPO DELL’AUTORITÀ DI INFORMAZIONE FINANZIARIA

    Francesco Antonio Grana per www.ilfattoquotidiano.it

     

    Cinque dirigenti vaticani sono stati sospesi a seguito dell’inchiesta sulle operazioni finanziarie illecite in Vaticano. Appena 24 ore dopo i sequestri effettuati dai pm della Santa Sede su documenti e apparati elettronici negli uffici della prima sezione della Segreteria di Stato e dell’Autorità di Informazione Finanziaria, il Vaticano ha sospeso “cautelativamente dal servizio” due dirigenti apicali e tre dipendenti.

     

    angelo becciu papa francesco angelo becciu papa francesco

    Si tratta di monsignor Mauro Carlino, recentemente nominato da Papa Francesco capo ufficio informazione e documentazione della Segreteria di Stato; Tommaso Di Ruzza, direttore dell’Autorità d’Informazione Finanziaria, genero dell’ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio, di cui ha sposato la figlia Valeria Maria; Vincenzo Mauriello, minutante dell’ufficio del protocollo della Segreteria di Stato; Fabrizio Tirabassi, minutante dell’ufficio amministrativo della Segreteria di Stato; e Caterina Sansone, addetta di amministrazione della Segreteria di Stato.

     

    “I suddetti – si legge in una nota firmata dal comandante della Gendarmeria, Domenico Giani, affissa in tutti gli accessi del Vaticano e inviata a tutto il personale – potranno accedere nello Stato esclusivamente per recarsi presso la Direzione Sanità ed Igiene per i servizi connessi, ovvero se autorizzati dalla magistratura vaticana. Monsignor Mauro Carlino continuerà a risiedere presso la Domus Sanctae Marthae”.

     

    angelo becciu papa francesco 2 angelo becciu papa francesco 2

    Al centro delle indagini ci sono alcune compravendite immobiliari milionarie all’estero, in particolare immobili di pregio a Londra, e alcune “strane” società inglesi che avrebbero partecipato al business. Tirabassi gestisce gli investimenti finanziari nella Segreteria di Stato, nell’ufficio amministrativo, posizione molto delicata occupandosi tra l’altro dell’Obolo di San Pietro, che ha visto il suo storico numero uno, monsignor Alberto Perlasca, traslocare il 26 luglio 2019, quando Bergoglio l’ha rimosso nominandolo promotore di giustizia presso il Tribunale della Segnatura Apostolica.

     

    In Vaticano bocche cucite e sconcerto per quanto sta avvenendo. Gli investigatori starebbero inoltre analizzando proprio alcuni flussi finanziari sui conti su cui transita appunto l’Obolo di San Pietro, l’insieme delle offerte di denaro fatte dai fedeli e inviate al Papa per essere redistribuite a sostegno della missione della Chiesa e delle opere di carità. Ma anche e soprattutto per il sostentamento dell’apparato vaticano.

     

    Nel 2015 i conti e gli investimenti da fondi provenienti dall’Obolo avevano raggiunto la somma record di quasi 400 milioni di euro. Ogni conto e spostamento di denaro adesso è stato messo sotto esame dagli inquirenti per vedere se alcune irregolarità ipotizzate nascondono qualcosa di più grave. Nella Santa Sede si limitano a ribadire che l’inchiesta “si ricollega alle denunce presentate agli inizi della scorsa estate dall’Istituto per le Opere di Religione e dall’ufficio del revisore generale, riguardanti operazioni finanziarie compiute nel tempo”.

     

    Non è un caso se recentemente Francesco ha approvato i nuovi statuti dello Ior. La principale novità è proprio l’introduzione di un revisore esterno, che può essere una persona fisica o una società, per la verifica dei bilanci secondo standard internazionali riconosciuti. Nel nuovo statuto Bergoglio ha voluto anche rafforzare la figura del prelato della banca vaticana affidandogli il compito di promuovere “la dimensione etica” di amministratori e dipendenti perché il loro operato sia coerente con i principi cattolici e la missione dell’Istituto, mantenendo scambi costanti con tutto il personale dello Ior.

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