Francesco Rigatelli per “la Stampa”
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Professor Massimo Galli, da infettivologo di esperienza come considera la durata del Green Pass di 9 mesi quando l'immunità data dai vaccini inizia a calare dopo 5?
«È un'apparente contraddizione, ma si tratta di una mediazione comprensibile. Nove mesi intanto sono l'indicazione che l'immunità non è infinita, ma va rinnovata con dei richiami come la terza dose e poi chissà. Possono sembrare troppi, però la caduta della risposta immunitaria a partire da 5 mesi è parziale e non riguarda tutti».
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Non va uniformato tutto dunque?
«È un discorso complesso, ma direi di no. Certo va tenuto presente che un conto è il vaccino e un altro la risposta che si ottiene. Va sottolineata l'importanza di vaccinarsi e di correre a fare la terza dose, ma da medico devo ammettere che alcuni vaccinati non sono protetti. Eccezioni a parte, si tratta soprattutto di anziani e fragili a cui non a caso è stato proposto subito il richiamo».
E dopo la terza dose vanno sempre bene 9 mesi di Green pass?
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«Mi pare un'altra mediazione comprensibile tra due scuole di pensiero. Una più ottimistica, non priva di motivazioni, afferma che la terza dose duri a lungo. Una più pessimistica tiene conto della capacità di variare del virus non escludendo richiami più o meno annuali».
Tra seconda e terza dose o tra terza e quarta non si rischia di rimanere scoperti?
«Se si rispettano i tempi delle dosi il rischio è minimo, anche se sulla base di dati recenti suggerirei di anticipare la terza dose a chi ha fatto AstraZeneca e Johnson&Johnson».
Anticipare di quanto?
«Darei loro un diritto di prelazione, come ad anziani e immunodepressi».
Sempre al fine del Green Pass come considerare i guariti?
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«Ci sono dati robusti che dimostrano come in 14 mesi di osservazione il rischio per loro di reinfettarsi sia inferiore al 3 per mille. Cinque milioni di italiani guariti, più un milione che non sa di esserlo, non possono sopportare l'idea che i loro anticorpi non valgano nulla».
E dunque?
«Bisognerebbe affrontare la questione, anche perché tanti non vaccinati sono guariti e, Omicron permettendo, non rappresentano un rischio epidemiologico. Dunque vanno valutati uno per uno legando il loro Green Pass alla presenza di anticorpi».
Non si fa prima a vaccinarli?
«Certo ed è anche meno costoso che testare tutti, però così si nega una verità».
massimo galli scocciato a cartabianca
Sta dicendo che i non vaccinati guariti non hanno tutti i torti?
«Sì, come medico devo prestare attenzione a tutti. Il resto è un atteggiamento burocratico repressivo».
Non è che subisce la sirena di Cacciari?
«Assolutamente no, resto favorevole a vaccini e Green Pass, ma vorrei dire anche che allergici a componenti del vaccino, guariti e affetti da long Covid vanno trattati diversamente valutando caso per caso».
FABRIZIO PREGLIASCO ALLA MANIFESTAZIONE NO VAX
È giusto provare a dialogare con i No Vax come ha fatto in piazza Pregliasco?
«Come ho sperimentato di persona non ci si può confrontare sui media con i negazionisti, mentre in privato ci provo ogni giorno».
I bambini vanno vaccinati?
«Sì, senza se e senza ma. Per loro prima che per tutti noi».
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Ha ragione Locatelli quando parla di tamponi per vaccinati ai grandi eventi?
«Certo, gli assembramenti sono pericolosi per tutti».
Le restrizioni alle frontiere hanno senso?
«Stanno per tornare a casa in tanti per Natale, la linea Draghi è giusta».
E la mascherina all'aperto?
«Va tenuta in tasca e indossata vicino ad assembramenti».
Omicron quanto può sconvolgere tutto?
«L'impressione è che il virus sia più diffusivo e meno patogenico, la situazione inglese ci spiegherà il resto».
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