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    L’INFLAZIONE SCENDE MA LA BCE NON SI MUOVE: CHRISTINE LAGARDE HA DECISO DI LASCIARE INVARIATI I TASSI DI INTERESSE AL 4,5% - LA STIMA DEL’INFLAZIONE PER L’AREA EURO SEGNERÀ 2,3% NEL 2024, VICINO AL TARGET DEL 2 – AL RIBASSO LA PREVISIONE SULLA CRESCITA: IL PIL CRESCERÀ SOLTANTO DELLO 0,6%. NEL 2024 – IL DISCORSO DELLA PRESIDENTE: “RESTANO PRESSIONI INFLAZIONISTICHE INTERNE, SPECIALMENTE LA CRESCITA DEI SALARI"


     
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    LA BCE LASCIA I TASSI FERMI AL 4,50%

    (ANSA) - La Bce ha deciso di lasciare i tassi d'interesse invariati. Il tasso sui rifinanziamenti principali resta fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%. E' la quarta pausa nel ciclo di dieci rialzi consecutivi cominciato a luglio 2022.

     

    Il consiglio direttivo "ritiene che i tassi di interesse di riferimento della Bce si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale" al ritorno dell'inflazione all'obiettivo del 2%, si legge nel comunicato dell'istituto centrale.

     

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    "Le decisioni future del consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario" e si "continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione". In particolare, le decisioni sui tassi "saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell'inflazione di fondo e dell'intensità della trasmissione della politica monetaria".

     

    LA BCE TAGLIA LE STIME SULL'INFLAZIONE, NEL 2024 SARÀ 2,3%

    (ANSA) - La Bce ha tagliato la stima sull'inflazione per l'area euro rispetto alle previsioni di dicembre. Secondo le nuove stime, l'inflazione segnerà 2,3% nel 2024 (dal 2,7% precedente), 2% nel 2025 (da 2,1%) e 1,9% nel 2026.

     

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    LA BCE RIDUCE LA STIMA SUL PIL, +0,6% NEL 2024

    (ANSA) - La Bce ha rivisto al ribasso le stime sulla crescita per il 2024 allo 0,6% (dallo 0,8% di dicembre). L'attività economica dovrebbe rimanere moderata nel breve periodo, per poi crescere dell'1,5% nel 2025 e dell'1,6% nel 2026, sostenuta inizialmente dai consumi e, in seguito, anche dagli investimenti.

     

    LAGARDE, L'INFLAZIONE SCENDE, RESTA PRESSIONE DAI SALARI

    (ANSA) - "Anche se gran parte degli indicatori d'inflazione sono ulteriormente rallentati, restano pressioni inflazionistiche interne, specialmente la crescita dei salari". Lo ha detto la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde nella conferenza stampa al termine della riunione.

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    LAGARDE,L'ATTIVITÀ ECONOMICA RESTA DEBOLE MA SI VEDE RIPRESA

    (ANSA) - "L'attività economica resta debole, i consumatori continuano a non spendere, gli investimenti restano moderati e le aziende esportano meno, ma i sondaggi indicano una ripresa graduale grazie all'inflazione in calo e agli stipendi che continuano a crescere". Lo ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde al termine della riunione del Consiglio direttivo.

     

    LA BCE LASCIA I TASSI INVARIATI. RIVISTE AL RIBASSO LE STIME SULL’INFLAZIONE, MA ANCHE SUL PIL DELL’EUROZONA

    Estratto dell’articolo di Rossella Savojardo per www.milanofinanza.it

     

     

    […] Gli analisti di State Street Global Advisors spiegano che la decisione del board dà maggior credito alla view secondo la quale la Bce inizierà a tagliare i tassi solo a giugno e dovrebbe effettuare quattro tagli di 25 punti base per quest'anno, abbastanza in linea con le attuali previsioni del mercato.

     

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    «Questa pausa da falco era praticamente scontata, in quanto era estremamente improbabile che la Bce si muovesse prima della Fed. Ora che le possibilità che la Fed tagli i tassi a maggio sono quasi del tutto escluse, vediamo che anche le probabilità di una riduzione dei tassi ad aprile da parte della Bce si sono ridotte quasi a zero, da cui la nostra ipotesi di un inizio dell’allentamento a giugno», sottolineano gli esperti.

     

    È possibile che i dati sull’inflazione dell'Eurozona per il mese di febbraio abbiano dato qualche preoccupazione al Consiglio direttivo, risultando superiori al consenso, e inducendo persino i membri del Consiglio direttivo tipicamente più dovish (falco) a essere meno inclini a fare pressione per un taglio anticipato dei tassi.

     

    «Sembra che la Banca Centrale debba attendere ulteriori prove che l’inflazione stia scendendo in modo sostenibile verso il target del 2% prima di prendere in considerazione un allentamento. Detto questo, dal momento che anche le previsioni ufficiali sull’inflazione sono state riviste al ribasso, vediamo una traiettoria più chiara verso l’allentamento di giugno», concludono da State Street.

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