Valentina Rigano per l'ANSA
La maschera dello stimato professionista, del marito irreprensibile e del padre amorevole dipinta sul volto, era in realtà uno spietato predatore sessuale di minorenni. Attraverso profili fake in rete, spacciandosi per luminare della ginecologia, agiva per attirare adolescenti in un appartamento di Monza, dove abusava sessualmente di loro senza alcuna protezione.
ALBERTO BERTI OPERAZIONE OCTOPUS
Questo l'identikit di un ingegnere 50enne monzese, arrestato dalla Polizia di Stato di Monza in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Milano, con l'accusa di adescamento e violenza sessuale su minori. Ad oggi sono tre le ragazzine che gli inquirenti hanno scoperto essere cadute nel suo atroce tranello, tutte di età compresa tra i 15 e i 17 anni, ma non è escluso che le sue vittime possano essere molte di più.
Per arrivare a loro, oltre a far leva sulla loro inesperienza e ingenuità, l'uomo ha una costruito una "machiavellica" rete di profili fake su Instagram, tra cui "dottoralbertoberti", "silviagalbiati00" e "dario_gelli", fingendosi alternativamente ginecologo o diverse giovanissime che avevano beneficiato del suo trattamento anticoncezionale e infine un diciassettenne che chiedeva alla fidanzatina conosciuta solo via web di fare il trattamento. Per poter portare a termine il suo piano, l'uomo ha poi affittato un appartamento a Monza, dove raccontava di avere il suo studio medico.
ALBERTO BERTI FINTO GINECOLOGO
"Fidati di me, ho subito un intervento", raccontava alle minori adescate in rete, spiegando che non avrebbe potuto metterle incinta. A scoperchiare il suo intreccio di depravazione e menzogne è stato il padre di una delle ragazzine che, dopo aver raccolto lo sfogo della figlia, lo ha denunciato. La minore, ascoltata in audizione protetta, ha raccontato di essere stata convinta dall'uomo conosciuto in chat, che credeva un ginecologo, a subire per mesi rapporti sessuali non protetti, con la scusa di non farle pagare il trattamento perché "la sua preferita" tra tante giovani clienti.
Coordinati dal Pm di Milano Francesca Gentilini, gli agenti del commissariato di Monza hanno così iniziato a ricostruire ogni singola traccia informatica lasciata dal 50enne, risalendo in pochi giorni alla seconda vittima, a cui l'uomo si era presentato sotto il volto di tre diverse adolescenti, che le consigliavano il trattamento anticoncezionale del fantomatico "dottor Alberto Berti".
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Una volta nel suo appartamento, la ragazzina è stata costretta ad un rapporto sessuale con la minaccia di gravi conseguenze fisiche, come la sterilità, o di veder coinvolti i suoi genitori a cui il dottore avrebbe chiesto 350 euro per chiudere la sua "pratica". Una terza minorenne infine sarebbe finita nell'appartamento del violentatore dopo aver chattato con lui per settimane, convinta di aver allacciato una relazione sentimentale con un diciassettenne che, per formalizzare la relazione, ha preteso che lei si sottoponesse al trattamento anticoncezionale del "famoso ginecologo amico di famiglia, Alberto Berti".
In questo caso l'accusa di violenza sessuale è ancora al vaglio. A conferma di quanto raccontato dalle giovanissime, i poliziotti hanno raccolto chat in rete e conversazioni telefoniche, immagini di telecamere di videosorveglianza e testimonianze di condomini e del portinaio dello stabile dove il 50 enne aveva finto di avere il suo studio.
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