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    MA SIAMO IN CLASSE O IN CURVA SUD? - IN UNA SCUOLA ELEMENTARE DI ROMA LA MAESTRA FA CANTARE L'INNO DELLA ROMA, DOPO LA VITTORIA DELLA CONFERENCE LEAGUE, E IL PADRE LAZIALE DI UNO DEGLI STUDENTI S'INCAZZA – IL RAGAZZINO, ANCHE LUI "AQUILOTTO", SAREBBE STATO PRESO DI MIRA DAGLI SFOTTÒ DEI COMPAGNI E COSTRETTO A PARTECIPARE AL CORETTO – IL BIMBO SOFFRE DI EMICRANIA E ASCOLTARE L'INNO DELLA ROMA AVREBBE PEGGIORATO IL MAL DI TESTA… - VIDEO


     
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    Alessia Marani per “il Messaggero”

    INNO DELLA ROMA CANTATO IN CLASSE INNO DELLA ROMA CANTATO IN CLASSE

     

    L'inno della Roma intonato in classe dai bambini di una seconda elementare, ovviamente nella Capitale, diventa un caso. La scena è stata ripresa in un video, forse girato da un operatore scolastico, che è finito prima in una chat dei genitori e che poi, in poche ore, è diventato virale sui social, scatenando un putiferio. Ma le polemiche si erano già accese nelle famiglie al ritorno dei piccoli a casa.

     

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    Uno dei bimbi, in particolare, mentre gli altri si divertivano a urlare a squarciagola le parole di Grazie Roma man mano fatte scorrere dalla maestra sulla lavagna interattiva a mo' di Karaoke, è esploso in un pianto a dirotto. Il piccolo aquilotto, tifoso della Lazio, già preso di mira dagli sfotto' dei compagni giallorossi euforici per la vittoria della Coppa di Conference League, non avrebbe retto l'onta di essere costretto anche a partecipare al coro. Così alla fine i genitori sono dovuti andare a riprenderlo prima del termine delle lezioni per calmarlo e rincuorarlo.

     

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    Il fatto è accaduto nella scuola Caterina Usai dell'istituto comprensivo Via Savinio 43, in zona Talenti. La maestra Daniela della II B è finita nella bufera. Ieri, intervenuta ai microfoni di Radio Sei, emittente a forti tinte biancocelesti, replicando alle parole del papà del bambino, ha promesso che «per par condicio» farà cantare anche l'inno della Lazio. A suo dire, il bimbo giovedì mattina non si era sentito bene, «soffre di emicrania ed è per quello che piangeva», ha detto l'insegnante, «con la mamma gli avevamo dato della Tachipirina, rimanendo d'accordo che la situazione non sarebbe migliorata, allora sarebbe tornata a prenderlo».

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    «HO DIFESO MIO FIGLIO» 

    A quanto pare, ascoltare l'inno della Roma ha peggiorato notevolmente il mal di testa. Il papà del piccolo spiega: «Il mio è un bambino estremamente sensibile, io ho semplicemente ritenuto di dovere difendere mio figlIo. Pensare che un bimbo a 8 anni soffra di emicrania già di per sé sembra impossibile. Comunque - aggiunge - con la maestra dopo l'intervento alla radio ci siamo parlati e chiariti. Lei mi ha chiesto scusa, per me finisce qui. Ma quel che è successo è grave e deve fare riflettere».

     

    IL PRECEDENTE

     Il caso romano arriva a due settimane da un'altra boutade calcistica deflagrata sui banchi di scuola. Un maestro della scuola Matteo Mari, tifoso della Salernitana, aveva fatto recitare un'Ave Maria ai suoi alunni con intento propiziatorio rispetto alla salvezza della squadra in Serie A. Anche in questo caso il video della recita della preghiera è rimbalzato sui social e l'Ufficio scolastico regionale ha aperto un'inchiesta sulla vicenda.

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    Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionali presidi di Roma, ha le idee chiare: «Confido in un intervento del dirigente scolastico anche se non ci sono gli estremi per una sanzione, in questo caso dare all'insegnante un consiglio professionale mi sembra il minimo. C'è il rischio di fare credere a dei bimbi piccoli che la vita è una specie di carrozzone mediatico, invece al di là della musica, della simpatia e della gentilezza, la scuola è e deve rimanere una cosa seria». 

     

    Il piccolo aquilotto in classe da giovedì non è ancora tornato, «rientrerà lunedì», dice il papà. Chissà, allora, se la maestra manterrà la promessa. Il problema, però, è che in classe ci sono anche due piccoli juventini.

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