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    UN INSOLITO CLAN CLAN – LA MORTE DI ANTONELLA LOPEZ A BARI È LA PUNTA DELL’ICEBERG DELLA NUOVA STRATEGIA DELLE COSCHE CHE GOVERNANO IL CAPOLUOGO PUGLIESE. DOPO AVER PERSO IL LORO POTERE, HANNO RIACQUISTATO IL CONTROLLO DELLA CITTÀ VECCHIA CON IL TURISMO, INFILTRANDOSI NELLA POLITICA E SFRUTTANDO I SOCIAL, PUNTANDO SUL MARKETING DEL LUSSO CRIMINALE CON I GIOVANI COME EUGENIO PALERMITI, IL 20ENNE CHE DOVEVA ESSERE UCCISO AL POSTO DELLA RAGAZZA NELL'AGGUATO A MOLFETTA… - LA VITA DELUXE OSTENTATA SU TIKTOK - VIDEO


     
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    @eugeniopalermiti1

     

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    Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per www.repubblica.it

     

    eugenio palermiti eugenio palermiti

    Eugenio Palermiti – Eugenio come il nonno, il capoclan più spietato e temuto, quello che si faceva chiudere nella gabbia dei pittbull dai suoi sgherri per combattere contro i cani e ucciderli a mani nude – qualche tempo fa entrò nella scuola che frequentava una sua fidanzatina.

     

    I docenti e i bidelli saltarono sulla sedia, per la paura. Perché Palermiti è qui? Eugenio entrò in classe, prese il telefono della ragazza e andò via. Doveva controllare chi le aveva scritto, raccontò agli amici. Gli avevano raccontato brutte cose. Da quel giorno lei ha preso ad amarlo ancora di più, ha scritto sui social. Nessuno, nemmeno a scuola, lo ha mai denunciato.

     

    Ivan Lopez fu ucciso in un agguato di mafia nel luglio del 2021. Per Antonella, la vittima innocente di questo primo giorno di autunno nero, non era solo lo zio. Ma quasi un padre. Per ricordarlo, ogni luglio da quell’anno, un pezzo del quartiere di San Girolamo si ferma, vengono accesi candelotti sulla facciata di un condominio che formano la scritta “Ivan Vive”, e poi ci sono le lacrime, i palloncini che volano in cielo.

     

    antonia lopez molfetta 4 antonia lopez molfetta 4

    Quando a giugno del 2023 Christian di Gioia, 24 anni, ragazzo vicino al clan del quartiere Japigia, casa Parisi ma anche Palermiti, morì in un incidente stradale mentre cercava di evitare un posto di blocco, prima partì una caccia ai carabinieri […]. Poi quando ogni responsabilità fu esclusa dalle indagini, quella morte è stata sublimata (ci fu il corteo funebre con centinaia di scooter che attraversarono indisturbati la città, per fermarsi sotto il carcere, un inchino) e si è trasformata quasi in uno strumento di marketing mafioso […]

     

    Ecco. La sparatoria del Bahia, la morte di Antonella, rappresenta l’ennesimo tassello di un puzzle che racconta una precisa strategia dei clan baresi. Dopo aver governato la città per decenni , l’hanno persa all’improvviso grazie al lavoro dei magistrati delle forze di Polizia, e alla reazione rabbiosa di una comunità […] che ha capito che conveniva più stare dall’altra parte, non perché fosse giusto ma banalmente più conveniente (si guadagna di più senza essere costretti a pagare il pizzo).

     

    eugenio palermiti 5 eugenio palermiti 5

    Da qualche anno stanno però riprendendo quello che avevano perso. E cioè reinvestire i capitali immensi del traffico di sostanze stupefacenti: durante il Covid hanno mangiato pezzi cruciali del tessuto economico. Con il boom turistico hanno riacquistato il controllo della città vecchia, cacciando i vecchi e i nuovi abitanti e trasformando ogni pertugio in una friggitoria, una locanda, un bed and breakfast.

     

    Hanno saputo infiltrare la politica (come dimostrano le ultime indagini, con gli arresti di rappresentanti del centrodestra e centrosinistra) e le aziende municipalizzate dei trasporti e dei rifiuti […].

     

    […] i nuovi mafiosi hanno trovato uno strumento di racconto: l’epopea dell’ascesa è documentata minuto per minuto su Tik Tok, con la retorica della Paranza. Guardate il profilo di Eugenio Palermiti, che ieri dopo essere stato sparato ha distrutto mezzo pronto soccorso. Ci sono gli acqua scooter, le Audi a duecento all’ora, i rolex, i passamontagna.

     

    BARI - OMICIDIO DI LELLO CAPRIATI BARI - OMICIDIO DI LELLO CAPRIATI

    La mala di Bari oggi sono loro: quelli che hanno sparato al Bahia in mezzo a ragazzi normali che ordinavano mojito nell’ultima serata di estate. Sono quelli che potrebbero esserci anche dietro l’omicidio dell’ultimo dei Capriati (Lello, ucciso a giugno), sono i ragazzini che vanno in discoteca con le pistole, che scambiano le piste per un saloon, le amiche per manichini da tiro a segno.

     

    Sono quelli che creano le pagine su Tik Tok in cui prima degli investigatori viene annunciato chi si è pentito, chi ha tradito, c’è una pagina con le canzoni di Sanremo e i nuovi pentiti, “i cantanti”, appunto, perché la mafia oggi è pure questo, matricole abrase e reels, controllo del territorio e presenza sui social. Ecco perché sono 36 ore che gli investigatori hanno tutti i social accesi. Si aspettano una risposta. E sono certi che comincerà così. Con una storia, con un post.

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