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«Una grande idea o la ricetta per il disastro?» La domanda del New York Times sembra contenere già la risposta (la seconda ipotesi) a proposito del distributore automatico di pizza che un imprenditore ha installato a Roma, dalle parti di piazza Bologna, zona affollata di universitari. Una vending machine di colore rosso fiammante che elargisce pizze calde a un prezzo tutto sommato economico (la margherita costa 4,50 euro, disponibili anche quattro formaggi, Bacon, diavola, primavera e al tacchino).
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In realtà l' edizione internazionale del quotidiano newyorkese sembra molto dubbioso sul fatto che gli italiani possano apprezzare la novità ma allo stesso tempo apprezza lo spirito avventuriero di Massimo Bucolo, il 46enne di origine catanese che ha portato l' idea in Italia e che ora si dice piuttosto stupito del successo dell' iniziativa. «La pizza del distributore - spiega quasi scusandosi - per forza di cose assomiglia più a una piadina, ma quando non si ha tempo di andare in pizzeria o l' orario non lo consente è un buon compromesso per mangiare un pasto caldo con ingredienti di qualità».
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Insomma, gli americani sembrano più scandalizzati di noi della novità. «I romani mangiano sempre la pizza - scrive Elisabetta Povoledo -. A pranzo al taglio con le forbici della misura desiderata e farcita con condimenti. Fanno merenda con la pizza bianca, senza niente sopra, o con la pizza rossa, con solo salsa di pomodoro, o con le pizzette. La pizza scrocchiarella, crosta tonda e sottile, quella che gli americani potrebbero riconoscere meglio, è quasi sempre riservata alla cena.
In sostanza, i romani mangiano la pizza ovunque. Ma potrebbero mangiarla da un distributore automatico?».
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