Davide Stoppini per la Gazzetta dello Sport
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Il sorteggio di agosto, chi lo ricorda più adesso? L' Inter che va in Europa League è un boccone avvelenato senza neppure un pizzico di dolcezza, perché non è questo il tempo della memoria.
L' Inter che non vince neppure con il Psv - il totale dice una vittoria (contro il Frosinone) nelle ultime 7 partite - è anche negli occhi del suo allenatore. Luciano Spalletti diceva di giocarsi la vita nell' Inter, a partire da una notte così, con vista sugli ottavi e pochi pensieri a Barcellona. La vista s' è annebbiata: oltre le scelte tattiche, oltre la prestazione, c' è un risultato che cambia il voto dell' Inter da inserire a bilancio 2018. Perché c' è eliminazione ed eliminazione: questa, senza la mancata vittoria a San Siro, è da considerare dolosa. E rimette in discussione tutto, allenatore e giocatori compresi, in ottica futura.
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Criticato L' accusa è la gestione del match subito dopo la rete di Icardi, quando l' Inter è sembrata accontentarsi fidandosi troppo del mancato pareggio del Tottenham: «Non avremmo dovuto sapere il risultato? E come si fa? Il pubblico lo conosce, i giocatori ascoltano il boato, percepiscono, chiedono. La Uefa me lo aveva chiesto, se far vedere o meno il risultato di Barcellona sul maxischermo. Io ho detto di sì, perché la squadra deve avere lo spessore e la forza mentali di reagire agli eventi».
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Niente da fare. E' proprio qui che l' Inter ha dimostrato di non essere ancora pronta. Il dito però è puntato sull' allenatore: «Io colpevole? Tranquilli, io scelgo sempre me stesso come riferimento dei risultati negativi, sono sempre io il responsabile.
Potete dirmi quello che volete, ma poi l' analisi la faccio da solo. Accetto tutto, se le critiche non sono fatte con la cattiveria mirata perché si hanno a cuore altre situazioni».
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Troppo...orecchio Retropensieri a parte, «la verità è che non siamo riusciti a mantenere la tranquillità dovuta - ha spiegato Spalletti -, nonostante fosse tutto possibile. Ci siamo innervositi dopo il loro gol, non abbiamo reagito bene, abbiamo perso qualche palla di troppo come ci succede spesso, si è fatto un po' di disordine tattico che ha causato qualche ripartenza degli avversari e la cosa ci ha costretto a "spendere" metri. Poi è salita la tensione, il nervosismo nella gestione della partita e della palla: è qui che non abbiamo fatto bene, facendo così ci abbiamo rimesso».
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E ancora: «Peccato, nel secondo tempo abbiamo fatto la gara giusta, anche nel finale avuto qualche occasione. Non siamo stati scandalosi, ma non tutte le squadre possono vincere contro chiunque. Questa partita ha un peso psicologico importante, andava mantenuta in equilibrio senza creare situazioni di disagio. La nostra colpa è stata aver reso la gara frenetica.
La gestione del match non è stata corretta. E' un' amarezza enorme, ci siamo fatti trascinare dallo stato d' animo della gente». Nel mirino c' è anche la scelta di Candreva, una sola gara da titolare negli ultimi due mesi e mezzo: «Decisione normalissima, ci ha dato anche qualche vantaggio nel primo tempo, volevo rifare il 4-3-3 - ancora Spalletti -. Ma quando non si riesce a vincere, le scelte sono sempre discutibili. Io però le rifarei». E ora che succede? «Dobbiamo dimostrare di essere maturi, con una buona prova nella prossima partita. Questa eliminazione ci fa star male».
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2. CAPELLO: "SPALLETTI DEVE TROVARE ALTERNATIVE"
Fabio Capello ai microfoni di Sky ha commentato così la debacle dell'Inter in Champions League: "Il gol subito è uno svarione difensivo. Poi dopo lo 0-1 non è che la squadra abbia fatto tantissimo. I nerazzurri dimostrano di avere dei limiti quando devono andare in attacco: forse manca Nainggolan".
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Troppo il peso offensivo sulle spalle del solo Icardi: "Io credo che l'Inter abbia giocato una grande partita contro la Juventus, nel primo tempo. A Torino per i nerazzurri c'era tutto da perdere e nulla da guadagnare. Quando l'Inter deve vincere, invece, sul tabellino si legge un solo nome: Icardi. Nient'altro. Sicuramente l'Inter dovrebbe avere un’alternativa in questo senso".