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Fulvia Caprara per “la Stampa”
La Zia Patrizia bella e disperata, in contatto diretto con il soprannaturale, nel film di Paolo Sorrentino (oggi in corsa per i Golden Globes) E' stata la mano di Dio. La domestica altera e pragmatica di 7 donne e un mistero di Alessandro Genovesi. L'investigatrice single, acuta e sensuale, della serie tv Le indagini di Lolita Lobosco.
E la donna che, in una serata romana di pioggia, va a teatro cercando di mimetizzarsi nel pubblico, scarpe basse, giubbotto impermeabile, capelli raccolti e mascherina nera sotto uno sguardo che tiene sempre insieme luce e malinconia. Alla fine, dopo i commenti e i saluti, Luisa Ranieri se ne torna a casa, dalle sue bambine, sotto l'ombrello, mano nella mano con il marito Luca Zingaretti.
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Non ci sarebbe nient' altro da aggiungere, anzi, come cantava De Gregori, «non c'è niente da capire», se non fosse che Ranieri ha anche un sacco di pensieri interessanti, sul suo lavoro, sulle donne, su quello che tutti stiamo vivendo.
Com' è andato l'incontro con il personaggio di Patrizia?
«Sorrentino ha una maestria speciale, non solo nel modo di girare, ma anche nella scrittura. Leggere il copione è stato come vedere il film, il mio ruolo era già molto preciso, Paolo mi ha presentato la zia e io l'ho presa così come me l'ha data, vedendola, da subito, come una figura reale, una donna con un immaginario che non trova concretezza nella realtà. Sul set mi sono lasciata guidare, mettendomi a disposizione del personaggio».
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Che cosa lega il protagonista Fabietto alla zia Patrizia?
«Oltre a provare attrazione, Fabietto nota il suo anticonformismo, lei è capace di farlo sorridere e di sorprenderlo. A sua volta Patrizia è attirata da Fabietto perchè sente che lui può capirla, e poi vuole tanto dei figli e quindi, nel rapporto, c'è qualcosa che riguarda la sua aspirazione alla maternità».
Come ha affrontato la scena di nudo?
«Mi era già capitato, con Michelangelo Antonioni, quando ho recitato nell'episodio del film corale Eros, però allora avevo 27 anni, adesso sono più consapevole e in un'altra fase della vita. Nessun attore vuole sentirsi senza pelle, ma quella sequenza di E' stata la mano di Dio era fondamentale per rendere il distacco di Patrizia dalla famiglia, il suo essere estranea all'allegria degli altri».
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Come Sorrentino lei è una napoletana che ha lasciato Napoli, come vive questa separazione?
«Mi sono ritrovata in quelle sensazioni contrastanti, il desiderio e insieme la tristezza di andare via. Noi napoletani abbiamo un rapporto sanguigno con la città, la voglia di tornare non si spegne mai, quelli che vanno via sono, come dice Erri De Luca, "Napolidi"».
In questi giorni è nelle sale con la commedia nera 7 donne e un mistero con 7 attrici al centro della scena: esiste la competizione fra donne?
«Certo che esiste, però, tra donne intelligenti, diventa una forza positiva invece che negativa. Nel film siamo state brave, siamo arrivate sul set con la voglia di condividere, di dimostrare che pure le donne possono fare squadra. Come in tutte le relazioni, abbiamo vissuto la fase in cui ci si annusa, quella in cui ci si confronta con le difficoltà e quella della rappacificazione. D'altra parte, proprio nelle difficoltà, le donne sono capaci di tirar fuori il meglio, noi l'abbiamo fatto, anche dal punto di vista umano».
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C'è molta attesa per il ritorno in tv della sua Lolita Lobosco.
«A fine febbraio cominciamo a girare la nuova serie, sei puntate che credo andranno in onda entro l'anno, le riprese terminano a fine luglio. Sono contenta di tornare a essere Lolita, è un personaggio che mi sono scelta e in cui, per vari aspetti, mi sono riconosciuta, sento che le donne lo amano, mi diverto tanto a interpretarlo».
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Per le donne è arrivato il momento della rivincita?
«Non credo sia un periodo di rivincita, abbiamo ancora un sacco di strada da fare, però ci sono buoni segnali, come quello di un film corale con tutte super-protagoniste, insomma siamo sulla strada giusta. Poi, però, per cambiare davvero le cose importanti, ci vogliono le leggi e l'educazione civica».
Una donna al Quirinale. Che ne dice?
«Sarebbe bello se si facesse un gesto di questa portata. Ovviamente non solo perchè verrebbe scelta una donna, quello che conta, a prescindere dal sesso, è che alla guida del Paese ci sia una persona con un profilo alto, imparziale, capace di rappresentare tutti. Secondo me ci sono donne che possiedono queste caratteristiche, e sarebbe giusto se gli venisse data l'occasione di mettersi alla prova».
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E' madre di due bambine, domani si torna a scuola, tra molti dubbi e preoccupazioni. Che cosa si augura?
«Oggi ho portato le mie figlie a fare il vaccino, con la speranza che non perdano un solo giorno di scuola. Andarci è importante, è la fase più bella della vita, il momento di aggregazione, di gioco, di esplorazione, delle prime relazioni con l'altro sesso. L'anno scorso la mia figlia più grande è uscita devastata dall'esperienza della Dad, è stato un periodo pesante, ho visto lei e le sue coetanee perse, e i genitori più persi di loro, sull'orlo di una crisi di nervi. Vacciniamo i figli contro altre malattie, vacciniamoli anche per evitare il Covid».
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La Zia Patrizia ha un incontro ravvicinato con il Monaciello. Se succedesse a lei, che cosa gli chiederebbe?
«Ho avuto tanto, lo ringrazierei, e mi piacerebbe che facesse sparire il Covid, dandoci la possibilità di tornare alla vita di prima, di incontrare gli altri in tranquillità, di viaggiare, e di toglierci questa benedetta mascherina».
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