1 - PARADOSSO MARIJUANA LEGALE: NON SI PUÒ FUMARE, MA DILAGA
Filippo Femia e Nadia Ferrigo per “la Stampa”
Sull' insegna c' è una sagoma con la foglia verde a sette punte. In vetrina biscotti, pasta, cosmetici ed energy drink. Tutto a base di canapa. Una madre varca la soglia del negozio con il figlio e chiede informazioni al commesso, indicando una teca con le infiorescenze. La cosiddetta cannabis light.
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Da Torino a Reggio Calabria, è una scena che si ripete sempre più spesso. La marijuana legale - con Thc, il principio attivo, non superiore allo 0,2% come da legge - sta conquistando il mercato. Convincendo anche i genitori dei giovani. «Se proprio vogliono farsi le canne, meglio un prodotto controllato. Senza pensare ai pericoli di acquistare dai pusher per strada», è il ragionamento di Maria, 43 anni, madre torinese di un 20enne. E il fenomeno inizia ad allargarsi: sono circa 350 i negozi in cui si vende l' erba legale per un giro d' affari stimato in 40 milioni di euro.
«Siamo aperti da giugno ma sono arrivati subito molti genitori con figli», racconta Alberto Valsecchi, uno dei soci di Hemp Embassy a Milano. Una fetta che, stima, rappresenta il 15% della clientela. La tendenza è in aumento anche secondo Luigi Mantuano del Canapa Caffé di Roma: «L' altro giorno è venuta la mamma di un figlio malato, che voleva fargli provare l' erba con basso Thc». La cannabis light non ha effetti psicotropi (creati da alti livelli di Thc), ma fumata, avvertono gli esperti, è comunque dannosa per la salute.
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Il mercato è in piena espansione, anche se si trova in una zona grigia. Le infiorescenze di canapa sono legali - il limite di Thc e le colture controllate rispettano la legge sulla coltivazione agro-industriale in vigore dallo scorso anno - ma non c' è la destinazione d' uso. «Materiale per uso tecnico - si legge sull' etichetta - non atto alla combustione». È un prodotto da collezione, si schermiscono i commessi. «Io la vendo, ma il cliente non potrebbe fumarla. È la classica ipocrisia della legge italiana - dice Marco Mirabelli del Maria Giovanna Hemporium di Torino - Come le cartine lunghe vendute dai tabacchini: nessuno fuma sigarette lunghe, le comprano tutti per le canne».
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«Secondo le norme del testo unico per il commercio, l' erba legale non si potrebbe neanche vendere - spiega Luca Marola, fondatore di EasyJoint - La sanzione è amministrativa, il che è un male perché scoraggia i piccoli a entrare nel business, ma per noi è un bene. Oltre a continuare il dialogo con le istituzioni, dimostrare l' assurdità della normativa con le vie legali, è una buona strada per sbloccare la situazione». E un assist agli anti proibizionisti arriva da Gianpaolo Grassi, del Crea di Rovigo, ente di ricerca per le colture industriali: gli studi dimostrano che l' aumento del consumo di canapa light comporta una significativa erosione (circa un terzo) della «quota di mercato» nelle mani delle narco-mafie.
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Nell' ultimo anno c' è stato un boom dei negozi di canapa. I franchising si rincorrono, a ritmi impressionanti. Come la napoletana Cannabis Store Amsterdam, catena da 38 negozi in tutta Italia e 22 pronti a inaugurare. «Ieri ne abbiamo aperto uno a Pavia, oggi a Sciacca e venerdì tocca a Varese», dice il fondatore Giovanni Bianco. Lo scorso maggio ha debuttato la bolognese EasyJoint, primo brand italiano a distribuire canapa light. I numeri fotografano l' esplosione del fenomeno.
In sei mesi sono state acquistate 15 tonnellate di fiore di canapa da 80 aziende agricole, poi rivendute in barattoli da 5 grammi: oltre 125mila tra smart shop ed erboristerie. Oggi EasyJoint detiene l' 85 per cento del mercato, mentre il 15 è distribuito tra le aziende agricole che producono fiori e semi, come la piemontese AssoCanapa. Da oltre vent' anni coltiva la varietà Carmagnola, tra le più antiche e pregiate.
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Da gennaio EasyJoint aprirà altri 125 negozi (erano arrivate 600 richieste per store in franchising). «Appena partiti non avevamo idea del target dei consumatori - spiega il fondatore Luca Marola - Ora, grazie alle ordinazioni online e ai dati raccolti su Facebook, abbiamo un identikit del cliente tipo: adulto, sui trent' anni, consapevole e conoscitore del prodotto.
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Sono persone che non vogliono più rivolgersi al mercato clandestino. Poi c' è una buona rappresentanza di chi usa l' erba legale per abbandonare le sigarette. E viene consigliata anche da alcuni medici a chi soffre di lievi disturbi del sonno». «Altri hanno avuto crisi di panico o malesseri causati dalle sostanze con cui viene tagliata la marijuana illegale e sono passati a quella light», aggiunge Valsecchi. Tanti giovani, ma nessun adolescente (la vendita è vietata ai minori di 18 anni).
«Ma la maggioranza sono ancora i ragazzini che comprano l' erba dai pusher. Cercano lo sballo che soltanto l' alto Thc può dare», è l' allarme lanciato dagli psicologi che si occupano di dipendenze.
2 - "MI HA AIUTATO A LASCIARE LE SIGARETTE" "SEMBRA FIENO, MI HA FATTO SCHIFO" IN CODA CON IL POPOLO DEI CANAPA SHOP
Camilla Cupelli per “la Stampa”
«Fumo molte sigarette, spesso anche canne - racconta Giulia, studentessa universitaria di Torino - per questo ho provato l' erba legale. La compro sui siti, ho provato quella dall' Inghilterra e dalla Svizzera. È meglio che fumare tabacco, voglio eliminarlo passando alla canapa». Problemi, riserve? Risponde la collega Maria: «Non ha un buon sapore, per questo non mi sono ancora abituata. Sa di erba, di fieno. Non ho ancora assaggiato una varietà che mi piace, però voglio provare ancora».
Andrea ha 29 anni e, finito il percorso di studi, sta facendo colloqui di lavoro: «È una grande idea, l' ho provata ed è buona. Spesso non ti accorgi della differenza. Non voglio avere problemi, non siamo più adolescenti: però mi piace l' effetto rilassante.
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Non cerco lo sballo, quindi che problema c' è? Tanti amici la pensano come me».
Alcuni acquistano la canapa a basso contenuto di Thc online ma i negozi dove comprarla sono sempre di più. A Torino uno si chiama Maria Giovanna Hemporium, l' ha aperto Marco Mirabelli quasi due anni fa in via Bidone. Qui passano clienti di tutte le età: Claudio ha 63 anni e compra una tisana a base di canapa «perché mio figlio me ne ha parlato, ha un alto contenuto di Cbd e so che ha un effetto rilassante. Voglio provarla»; Luca ne ha 25, lavora e studia e sta aspettando un pacco di semi da collezione; una signora di 42 anni acquista olio e pesto alla canapa per un regalo di Natale. La clientela è variegata: c' è chi ne sa di più e chi si avvicina per la prima volta e il proprietario è pronto a raccontare la storia della coltura, la provenienza dei prodotti, il significato di "tetraidrocannabinolo" o "terpene".
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V. L. ha 40 anni, è medico, vive nel quartiere e compra infiorescenze che arrivano dalla Val Susa «come regalo». Ha deciso di fare questo dono ad amici dopo aver iniziato a fumare la canapa a basso Thc: «Da medico sono contento che esistano questi negozi. Si inizia a scardinare un' idea, a promuovere una produzione sostenibile, a raccontare il mercato della canapa.
C' è ancora una stigmatizzazione di questo fenomeno quando la canapa, invece, non è altro che una coltura. Regalando questi prodotti si contribuisce a raccontare una storia diversa». Concorda Mirabelli: per lui il negozio è quasi una missione culturale: «Qui era una coltivazione tipica, una delle varietà più conosciute al mondo è la piemontese Carmagnola».
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I clienti che chiacchierano nel negozio sono favorevoli alla legalizzazione. Alcuni però hanno avuto guai con la legge e si informano: «Se mi ferma la polizia?». Le buste del negozio sono legali ma spesso le forze dell' ordine attivano una procedura standard prima di avere i risultati dei controlli. Sigillate sono prive di rischi ma se il sacchetto è stato aperto potrebbe presentarsi qualche difficoltà in più.
Il prezzo è variabile: 2 grammi costano circa 18 euro. Filippo e Danilo, 18 e 24 anni, comprano una bustina poco prima della chiusura: «Me l' ha fatta provare lui - dice Danilo indicando l' amico - ero scettico ma sto pensando di fare il passaggio. Fumo parecchio ma i miei riflessi ne risentono e lavorando con macchinari pesanti preferirei essere più tranquillo. Mi piace il sapore, l' odore, non voglio smettere. Questo è un buon modo per non farlo».
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