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    GNOMI E COGNOMI - LA MINISTRA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, FABIANA DADONE, VUOLE UNA LEGGE PER DARE LIBERTÀ NELLA SCELTA DEL COGNOME DEI FIGLI - DAL 2017 È DIVENTATO POSSIBILE ATTRIBUIRE IL DOPPIO COGNOME, AFFIANCANDO QUELLO DELLA MADRE A QUELLO DEL PADRE - MA L’IDEA E’ LASCIARE LIBERTÀ DI SCELTA ASSOLUTA, PERMETTENDO AD ESEMPIO DI ADOTTARE SOLO QUELLO MATERNO…


     
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    Barbara Acquaviti per “il Messaggero”

     

    fabiana dadone fabiana dadone

    È una legge a cui tiene tantissimo. La ministra della Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, l'ha presentata quando la maggioranza era ancora gialloverde e lei era una semplice deputata. Ma ora che è al governo è convinta che entro la fine della legislatura l'obiettivo possa essere raggiunto: dare all'Italia una legge organica sul doppio cognome dei figli.

     

    «Stiamo parlando di una questione di civiltà aperta da un quarantennio, che richiama un sacrosanto principio di non discriminazione tra i genitori, una disparità stigmatizzata persino dalla Corte costituzionale». Finora, qualsiasi tentativo in Parlamento si è arenato. Se n'è discusso anche nella scorsa legislatura: la Camera aveva approvato un testo che, però, alla fine è rimasto fermo in Senato. In seguito a una sentenza della Consulta e ad una successiva circolare del ministero dell'Interno, dal 2017 è diventato possibile attribuire il doppio cognome ai figli.

    ATTI DI NASCITA ATTI DI NASCITA

     

    POSSIBILITÀ

    Perché, dunque, servirebbe una legge? Il fatto è che attualmente la sola facoltà concessa è quella di affiancare il cognome della madre dopo quello del padre. La proposta di legge Dadone - ma non è l'unica in Parlamento - va invece oltre. Partendo dal presupposto della parità di trattamento, stabilisce che al figlio possa essere concesso non soltanto il nome di entrambi i genitori, senza fissare un ordine predefinito, ma anche quello di uno dei due genitori. Dunque, anche soltanto quello materno. Opzione che attualmente non è prevista.

     

    GLI ALTRI PAESI

    Almeno in Italia, mentre in Europa è molto diffusa. In Spagna, dove vige la regola del doppio cognome, i genitori possono accordarsi sull'ordine. In Francia, i genitori possono scegliere di dare l'uno, l'altro o entrambi i cognomi nell'ordine da loro stabilito. In Inghilterra e in Galles, addirittura, i genitori possono decidere con assoluta libertà il cognome da attribuire, scegliendolo o tra quelli dei genitori o tra nomi diversi.

     

    FABIANA DADONE FABIANA DADONE

    La proposta Dadone, di fatto, allineerebbe l'Italia agli altri Paesi, in particolare alle norme francesi. Si prevede, infatti, che l'attribuzione del cognome venga decisa di comune accordo dai genitori. Dovranno presentare una dichiarazione congiunta davanti all'ufficiale di stato civile, diversamente, il bambino acquisirà il cognome di entrambi i genitori in ordine alfabetico.

     

    Non sarà però possibile che due figli della stessa coppia abbiano cognomi diversi: la scelta viene fatta alla nascita del primogenito e poi applicata anche al resto della progenie.

    Ovviamente, non sarà possibile che, di generazione in generazione, si finiscano per accumulare cognomi: chi avesse quello di entrambi i genitori, all'atto della nascita del proprio figlio, ne potrebbe scegliere uno soltanto. La ministra spiega di non essersi ancora confrontata con il Pd, che però ha una posizione storicamente favorevole. Va detto, che delle sei proposte di legge in Parlamento, cinque vengono da partiti che hanno votato la fiducia al governo, una dalla Svp.

     

    Laura Garavini Laura Garavini

    PROPOSTA COFIRMATA

    In particolare, un testo - di fatto sovrapponibile a quello di Dadone - è stato presentato dalla senatrice Laura Garavini (ora a Italia viva), che ripropone il suo disegno di legge ormai a ogni legislatura. La proposta, peraltro, è cofirmata da molti esponenti del suo ex partito, il Pd. «La normativa vigente in Italia, ancorata ad una sorpassata concezione della famiglia, fa sopravvivere forme di discriminazione anacronistiche rispetto ai princìpi costituzionali di eguaglianza». Anche per questo il ministro Dadone ora ci spera. «E' importante che si faccia un passo avanti decisivo su questo tema».

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