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    FATWA, NON PAROLE - L’IRAN CANCELLA LA PARTECIPAZIONE ALLA FIERA DEL LIBRO DI FRANCOFORTE PERCHÉ LO “SCOMUNICATO” SALMAN RUSHDIE TERRÀ IL DISCORSO INAUGURALE - DALLA FATWA DI KHOMEINI DEL 1989, LO SCRITTORE E’ STATO MINACCIATO DA TEHERAN IN TUTTI I MODI


     
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    Da il “Corriere della Sera”

     

    Salman Rushdie Salman Rushdie

    La fatwa colpisce ancora. Quella emessa dall’ayatollah Khomeini contro Salman Rushdie nel febbraio 1989: il suo libro, I versi satanici uscito in Gran Bretagna e tradotto in tutto il mondo, fu considerato blasfemo, ragione sufficiente per la condanna a morte del suo autore. Una condanna che autorizzava ogni musulmano in ogni parte del mondo a uccidere quello scrittore che insultava la fede.

     

    Cinque giorni fa, la Repubblica Islamica dell’Iran ha ufficialmente cancellato la sua partecipazione alla Fiera del libro di Francoforte (da mercoledì 14 a domenica 18 ottobre), a causa dell’invito rivolto a Rushdie a tenere il discorso inaugurale domani. In un comunicato, il ministero dell’Istruzione iraniano motiva la decisione asserendo che «i libri di Rushdie offendono l’Islam». E che anche il nuovo romanzo Due anni, otto mesi & ventotto notti (in Germania, C. Bertelsmann; in Italia, Mondadori), «seppure in modo indiretto» sarebbe «un attacco contro i valori e le convinzioni religiose».

     

    NIGELLA LAWSON SALMAN RUSHDIE NIGELLA LAWSON SALMAN RUSHDIE

    La scelta di Rushdie per il discorso inaugurale era stata presa da Jurgen Boos, il direttore della Buchmesse: uno dei temi di punta dell’edizione 2015 è infatti la libertà di pensiero e di espressione. Una scelta doverosa nell’anno che si è aperto con la strage dei redattori del giornale satirico «Charlie Hebdo» a Parigi. «La sua biografia e la sua opera — ha detto Boos — conferiscono a Rushdie un ruolo importante nella difesa della libertà di opinione e di stampa».

     

    KHOMEINI KHOMEINI

    Dopo la fatwa di Khomeini, come si ricorderà, Rushdie fu costretto a vivere nascosto per lunghi anni in Inghilterra (da alcuni anni si è trasferito negli Stati Uniti).

     

    Il traduttore giapponese del suo libro fu ucciso da un fanatico, nel 1991; nello stesso anno, Ettore Capriolo, che aveva curato l’edizione italiana del libro, fu pugnalato in casa sua a Milano ma riuscì a salvarsi. E due anni dopo, anche l’editore norvegese subì un attacco fortunatamente non mortale.

     

    6 khomeini 6 khomeini

    Nel 1998, Mohammad Khatami, il primo presidente riformista della Repubblica Islamica dell’Iran, dichiarò che l’Iran non era più intenzionato «a portare a termine la fatwa » contro Rushdie. Certo, diceva, la fatwa non era annullata ma non si voleva che fosse eseguita. Nel 2005, però, chiuso il secondo mandato di Khatami, con il suo successore Ahmadinejad la linea dura riprende forza. E nel 2014, i mullah iraniani, mentre pronunciavano la condanna di un film «empio» sul profeta Maometto, sono tornati a proclamare ancora valida la fatwa contro il «blasfemo» Rushdie, emessa venticinque anni prima da Khomeini.

     

    La maledizione contro Salman Rushdie non accenna a terminare. Solo due giorni fa, a Riad in Arabia Saudita, l’ambasciatore della Repubblica ceca è stato convocato dalle autorità saudite. Le quali hanno deplorato la nuova traduzione ceca dei Versi satanici e hanno formalmente chiesto all’ambasciatore di fare il possibile perché il libro venga ritirato nel suo Paese. In questo clima surriscaldato di nuovo fanatismo, la Buchmesse 2015 sta per aprirsi. Grandi misure di sicurezza sono preparate, ma l’atmosfera non si preannuncia certo distesa.

     

    ayatollah khamenei ayatollah khamenei

     

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