Massimo Calandri per www.repubblica.it
irlanda nuova zelanda
Avevano fatto la storia, non gli bastava. Gli irlandesi volevano essere immortali, ci sono riusciti: una settimana dopo il successo di Dunedin, il primo in Nuova Zelanda dopo oltre un secolo di sfide, hanno di nuovo battuto gli All Blacks in casa loro (32-22) e questa volta a Wellington, sempre ad Aotearoa (nome maori dell'arcipelago), la terra della "lunga nuvola bianca".
Una vittoria impressionante - mai davvero in discussione - che è pure un segnale all'intero movimento ovale: il rugby europeo, solidissimo in quelle fasi ordinate (mischia, rimessa laterale) che restano la fonte imprescindibile del gioco, aggressivo al limite della brutalità nel difendere e mettere sotto pressione, ha avuto la meglio sul rugby neozelandese.
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Che resta incredibilmente tecnico e veloce, un riferimento assoluto (3 titoli mondiali vinti), però non può che andare in crisi quando gli avversari ti tolgono persino l'aria per respirare. Sì, anche gli All Blacks piangono.
Irlanda in cima al mondo grazie al gigante Beirne
Non a caso l'eroe dei Verdi - che grazie a questo risultato si prendono la leadership del ranking mondiale, tallonati dalla Francia - è un bestione di trent'anni che fa della modestia il suo segreto: Tadgh Beirne, seconda linea del Munster, 1.98 di altezza per 113 chili, ha recuperato palloni e aperto squarci nello schieramento - e nelle certezze - dei Tutti Neri.
È stato il perno di un'Irlanda rocciosa nella prima linea (Porter, Sheehan e Furlong), indemoniata coi trequarti (lowe e Hanshaw in particolare), asfissiante con la terza linea e lucidissima nella coppia mediana (Gibson-Park e Sexton, che ha superato i mille punti segnati nei test-match col piede). Dopo un primo tempo da incubo (3-22) gli All Blacks sono ripartiti nella ripresa affidandosi al guerriero Ardie Savea, ma solo il velocissimo Jordan gli è stato a fianco nella battaglia: appena i padroni di casa si sono riavvicinati nel punteggio, gli ospiti hanno subito ripreso il largo.
Gli All Blacks si scoprono umani
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È finita 4 mete a 3 per l'Irlanda: subito a segno Van der Flier dopo un travolgente drive degli avanti, poi Keenan ed Henshaw, mentre i neozelandesi nei primi 40 minuti hanno marcato l miseria di 3 punti con Jordie Barrett.
Nel secondo tempo i Blacks hanno provato a ribaltare la situazione con 3 marcature in meno di 20 minuti (Savea, Akira Ioane e Jordan) però la meta di Herring - un tallonatore, ancora una volta lanciato dall'inarrestabile pacchetto verde - ha rimesso le cose a posto. L'Irlanda, che era stata sconfitta nel primo incontro, chiude davanti (2-1) la serie e guarda con ambizione alla Coppa del Mondo francese del 2023: insieme ai Bleus è la squadra favorita, più del muscolare Sudafrica, mentre gli All Blacks, che sembravano degli dei ovali - implacabili e implaccabili - scivolano lontano tra umani dubbi e fragilità.
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