1. NON SOLO FICO E BONAFEDE, I 90 CHE NON CORRERANNO PIÙ: CI HANNO UCCISO, NON BASTERÀ
Emanuele Buzzi per il "Corriere della Sera"
giuseppe conte beppe grillo
La paura fa novanta, come le teste dei Cinque Stelle pronte a saltare a causa del tetto del doppio mandato. La telefonata di giovedì tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte che ha portato al no secco a deroghe lascia diverse vittime sul campo. Conte ha spiegato ai big che «Grillo è stato irremovibile, non ha voluto sentire ragioni». Impossibile un compromesso.
BEPPE GRILLO E ALFONSO BONAFEDE
Il no di Grillo determina la fine della carriera politica nel Movimento per quarantanove parlamentari e una quarantina tra consiglieri regionali ed eurodeputati. Per tutto il giorno tra i Cinque Stelle si insinua una domanda: è l'inizio del nuovo corso o la resa dei conti finale? Il post in cui Conte annuncia la linea dura è stato salutato dai militanti sulla Rete con malumori, perplessità, mugugni. Ecco questi malumori sono solo una minima parte di quelli che corrono - salvo poche eccezioni - tra gli eletti che vedono la loro carriera politica stroncata. «Conte e Grillo ci hanno ucciso per lo stesso motivo: sono troppo deboli. Uno per imporsi agli occhi del garante, l'altro per cacciare un leader che non lo convince né lo ha mai convinto», commenta un Cinque Stelle.
GIUSEPPE CONTE BEPPE GRILLO
E mastica amaro: «Alla fine tutta questa debolezza la pagheremo alle urne. In un momento di difficoltà potremo contare su Mario Turco e Riccardo Ricciardi come frontman».
Le stilettate verso i contiani sono fortissime. Ma anche i fedelissimi del presidente non lesinano commenti al vetriolo. C'è chi tra le seconde file dice: «Bye bye...» alludendo con malizia ai posti che si liberano in lista. C'è chi invece commenta lapidario: «Si apre una nuova fase».
Ma prima che la nuova fase si apra i candidati in lista dovranno passare sotto le forche caudine delle regole per le candidature, stilate dal comitato di garanzia, composto - ironia della sorte - da tre big tagliati fuori dai vertici (Roberto Fico, Virgina Raggi e Laura Bottici). I loro colleghi in uscita premono per un «principio di equità». «Ora non si deroga su nulla, a partire dal principio di territorialità», spiega un Cinque Stelle.
NANCY PELOSI ROBERTO FICO
In pratica i candidati come in passato dovranno essere residenti nelle zone in cui saranno in lista. Quindi nessuna candidatura multipla o in collegi «blindati». A rischio sono soprattutto i pochi big rimasti al Nord e al Centro, come Stefano Patuanelli (Friuli-Venezia Giulia) o i vice Ricciardi (Toscana) e Alessandra Todde (candidata alle Europee in Sardegna). C'è chi chiede anche che, come per le Parlamentarie delle due precedenti Politiche, i «capilista vengano scelti tramite consultazione online e non calati dall'alto».
BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE - MARIO DRAGHI - BY EDOARDO BARALDI
In realtà, per Conte le carte da giocare in campagna elettorale sono davvero poche.
Con Alessandro Di Battista lontano, Raggi tagliata fuori, rimane Chiara Appendino come volto nuovo. «Sarà il partito di Conte», dice ironico un Cinque Stelle. La campagna elettorale rischia, quindi, di vedere molti palchi orfani dei protagonisti dell'ultimo decennio. Molti dei big uscenti, intanto, cominciano a pensare al futuro. Se già a giugno Stefano Buffagni aveva detto a Un giorno da pecora «Torno a fare il commercialista», ieri è stato un fuoco di fila di dichiarazioni su quello che verrà dopo la politica. Luigi Gallo sarà impegnato nel lancio del suo secondo libro Il manifesto della società del benessere , Angelo Tofalo vestirà di nuovo i panni da ingegnere, molti assicurano che faranno valere le competenze acquisite.
roberto fico
Di sicuro, queste ultime settimane di legislatura rischiano di riservare altre sorprese. E altri addii. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà, l'ex capogruppo del Movimento Davide Crippa e la deputata Alessandra Carbonaro, che ieri ha lasciato il partito, terranno una conferenza stampa lunedì alla Camera. I rumors di palazzo li vogliono pronti a lasciare il Movimento per imbarcarsi in una nuova avventura politica: dovrebbero essere candidati in liste collegate al Pd alle prossime elezioni. «Che bella mossa, Beppe - commenta un Cinque Stelle -. Così a settembre potremo vedere molti ex parlare male di noi in televisione». Insomma, prima di assistere all'inizio di un nuovo corso - per rispondere alla domanda che nel M5S molti si sono posti - prima i Cinque Stelle dovranno passare da una resa dei conti.
CONTE GRILLO
2. CRIPPA E D'INCÀ LASCIANO IL M5S: "INSANABILI DIVERGENZE"
l Movimento perde i pezzi, lasciano Davide Crippa, ex capogruppo alla Camera, e il ministro dell'Agricotura Federico D'Incà. Una decisione che arriva l'indomani della mancata deroga al doppio mandato, ma che era nell'aria da giorni. Troppo grande la frattura con i vertici grillini in seguito alla crisi di governo, la mancata fiducia, che ha portato alla caduta dell'esecutivo Draghi.
D INCA CONTE
Con un post su Facebook Crippa, che ora tratta per una candidatura con il Pd, ha spiegato i motivi della scelta: "Dopo ormai 14 anni di attivismo politico mi vedo costretto a lasciare il Movimento 5 Stelle. Ho lavorato fino all’ultimo momento utile per evitare quanto accaduto, ma i vertici hanno scelto la strada della rottura su tutti i fronti, anteponendo interessi particolari a quello generale del Paese, attraversato da una crisi senza precedenti, che va ad aggravarsi di giorno in giorno. Non comprendo più il progetto politico, troppo instabile, troppo volubile e spesso contraddittorio".
DAVIDE CRIPPA
Motivazioni molto simili a quelle che hanno condotto D'Incà a maturare l'addio: "Non posso che prendere atto delle insanabili divergenze tra il mio percorso e quello assunto nelle ultime settimane dal Movimento 5 Stelle, che oggi lascio. Con profondo rammarico e dolore personale. Le nostre strade non sono più sovrapponibili, il solco che si è scavato in questi ultimi mesi non mi consente di proseguire in questa esperienza, per coerenza con le idee e con i valori che ho portato avanti a livello nazionale e locale e che intendo continuare a sostenere. Avevo spiegato nelle sedi opportune e anche pubblicamente i rischi ai quali avremmo esposto il Paese in caso di un non voto di fiducia nei confronti del Governo Draghi. Una decisione a mio giudizio irresponsabile che non ho condiviso e che ho cercato di evitare fino all’ultimo istante", ha spiegato con una nota il ministro. "Purtroppo hanno prevalso altre logiche e altri linguaggi che non possono appartenermi"
DI MAIO FICO luigi di maio roberto fico
DAVIDE CRIPPA E GIUSEPPE CONTE grillo draghi conte alfonso bonafede 1 Davide Crippa M5s alfonso bonafede 2 BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE - LUIGI DI MAIO - BY MACONDO BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE beppe grillo giuseppe conte conte draghi grillo 4