SIMPLY RED ZENITH
Cosimo Caridi per il “Fatto Quotidiano”
Tanti, sorridenti e calmi, si sono messi in coda per entrare in uno dei templi della musica parigina. In trent' anni di concerti Mick Hucknall, frontman dei Simply Red, ha calcato palchi molto difficili, ma mai uno simbolico come quello di ieri sera.
Il gruppo britannico, con alle spalle 55 milioni di dischi venduti, ha cantato allo Zenith (oltre 25 mila posti) della Villette, a nord di Parigi. È stato il primo concerto di massa nella capitale francese, dopo la chiusura, imposta venerdì notte dal governo, di tutte le sale di spettacolo.
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Lo Zenith e la polizia hanno messo in campo un' importate sistema di sicurezza. Su grande schermo le consegne per gli spettatori: "Collaborate con gli addetti alla sicurezza, aprite le vostre borse". Tutti in coda e poi perquisiti. Babette, una giovanissima cinquantenne, apre la giacca e, mostrando il décolleté, fissa negli occhi il ragazzone che le ha controllato il biglietto.
"Se dobbiamo farlo, almeno che sia divertente", ride e passa oltre. "Come francesi, siamo pronti a perdere un po' della nostra privacy, della nostra libertà - continua Babette - per riavere quella sicurezza che venerdì scorso hanno tentato di cancellare".
Dopo l' attacco al Bataclan tanti big della musica avevano deciso di non suonare a Parigi: gli U2 hanno cancellato due date, ma anche Foo Fighters, Motörhead e Marylin Manson hanno dato forfait. "Siamo tutti francesi" aveva detto Hucknall sabato dal palco del Lottomatica di Roma.
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E poi sui social i Simply Red avevano ribadito "solo le autorità francesi ci potranno impedire di esibirci a Parigi. Con la loro autorizzazione, saremo orgogliosi di suonare". Tanto cuore e anche un po' portafoglio. I biglietti partiti da 45 euro, erano arrivati a 80 euro già a inizio luglio. "Un po' caro, ma sono uno dei gruppi che fa parte della mia vita" dice Alex arrivato da Barcellona.
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"Nel fine settimana ho anche pensato di non prendere l' aereo, ma ci avrei perso solo io. L' Isis non sopporta la musica, un buon motivo per farne di più". A febbraio fecero il giro del mondo le immagini degli strumenti musicalibruciatidall' Hisba, la polizia religiosa del Califfato. Novanta musicisti vennero frustrati in piazza e le fiamme distrussero liuti, tamburi e tastiere. L' accusa? Musica non musulmana suonata con strumenti non musulmani.
A cancelli quasi chiusi, con la grande coda già smaltita, Jean a Guillame arrivano di corsa davanti allo Zenith: "Non potevamo stare a casa a guardare la televisione, non sopporto più quella sequenza di immagini e messaggi che non fanno altro che metterci paura: the show must go on. Lo spettacolo deve andare avanti''.
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