Carlos Passerini per il “Corriere della Sera”
AUSTRIA ITALIA
Da fuori rimbomba la voce malinconica di Toto Cutugno, sono gli stereo degli ambulanti che arrostiscono i würstel e mettono in loop «L'italiano» sperando di agganciare i pochi tifosi all'uscita: la perfetta colonna sonora di una notte azzurra di penitenza, dove a cantare sono però solo gli austriaci, con gli emigranti nostri che se ne tornano a casa con gli occhi pieni di malinconia.
È finita come proprio non doveva, questa inutile amichevole gelata che ci siamo meritati per via dell'eliminazione mondiale: abbiamo preso due gol in mezz' ora e non siamo più riusciti a riemergere, se non sterilmente nel finale. Due passi indietro rispetto all'Albania.
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Deluso anche Mancini: «Peccato, abbiamo sofferto troppo, facendo troppi errori. Il 3-4-3? Non benissimo». È la quarta sconfitta nel 2022: solo nel 2012 e nel 2002 ne avevamo perse di più, cinque. Un dato che la dice lunga.
L'Austria (34° posto nel ranking Fifa) non è l'Albania (66°): anche per questo stavolta il c.t. aveva scelto di puntare su diversi campioni d'Europa, mandando in campo gente come Donnarumma, Bonucci, Barella, Verratti. La strategia del rinnovamento non si tocca, è il futuro, ma serve esperienza per non chiudere l'anno con una sconfitta. È però proprio un big, il regista del Psg, a sbagliare sul vantaggio austriaco: Schlager gli soffia palla, forse commettendo fallo, fatto sta che il bolognese Arnautovic se ne va in contropiede per poi riservire proprio Schlager, che da quattro passi non sbaglia.
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Rabbia azzurra, ma l'arbitro tedesco Dingert tira dritto, anche perché non c'è la Var. Il gol è una mazzata, il centrocampo va in tilt, dietro anche. Il piano di Rangnick, fissazione milanista d'un paio d'anni fa poi rimasta tale, è chiaro: aggressione altissima e giocata verticale. Dopo un palo di Adamu, arriva il raddoppio su punizione da 30 metri di Alaba: male Donnarumma, alla 50ª in azzurro.
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I quattro cambi all'intervallo non cambiano granché, finisce con gli «olè» degli austriaci, che il Mondiale lo vedranno in tv come noi, ma che il 2022 l'hanno chiuso con un altro spirito. Ora, resettare. C'è un inverno intero per provare a cauterizzare la profonda ferita, poi a marzo si partirà con le qualificazioni agli Europei 2024 in Germania. Il gruppo C, il nostro, sembra una seduta di psicanalisi: Inghilterra, Macedonia del Nord, Ucraina e Malta. Un viaggio dolceamaro nel passato, per guardare in faccia i propri fantasmi e per riprendersi il futuro.
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