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    L’ITALIA È A SECCO, CAMBIA IL MENU' – DURANTE L’INVERNO HA PIOVUTO POCHISSIMO E GLI AGRICOLTORI SONO COSTRETTI A RICONVERTIRE LE PROPRIE ATTIVITÀ SCEGLIENDO DI SEMINARE DEI RACCOLTI CHE NECESSITANO MENO ACQUA (DA MAIS E RISO A SOIA E FRUMENTO) – L’EMERGENZA SICCITÀ RIGUARDA PRINCIPALMENTE IL CENTRONORD: IL LIVELLO DEL FIUME PO È SCESO DI 3,2 METRI, IL LAGO DI COMO È PIENO SOLO AL 22%, IL LAGO DI GARDA AL 37% E….


     
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    Estratto dell’articolo di Monica Serra per “la Stampa”

     

    ALLARME SICCITA - FIUME PO ALLARME SICCITA - FIUME PO

    Non solo la scarsità di precipitazioni, dopo un 2022 in cui si è registrato il 30 per cento di pioggia in meno. Quello che si è appena concluso è stato anche un inverno con temperature di 1,21 gradi in più rispetto alla media storica. E pure questo ha contribuito ad aumentare la grande sete dell'Italia. Con il termometro che ha registrato 1,38 gradi in più al Nord, dove la siccità è più grave rispetto al resto del Paese.

     

    FIUME PO SICCITA' FIUME PO SICCITA'

    A tracciare il preoccupante bilancio, in base ai dati Isac Cnr che rileva le temperature in Italia dal 1800, è la Coldiretti, in occasione dell'equinozio di primavera, che scatta questa sera. Gli effetti sono sotto i nostri occhi, «con i grandi laghi che hanno ora percentuali di riempimento che vanno dal 22 per cento del lago di Como al 37 del lago di Garda, fino al 44 di quello Maggiore - sottolinea Coldiretti - mentre il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca è sceso a -3,2 metri, come in piena estate, e si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell'arco alpino ed appenninico».

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    Tutto questo condiziona le scelte delle aziende agricole «che si stanno spostando da mais e riso verso colture come soia e frumento». Sono circa 300 mila le imprese agricole che si trovano nelle aree più colpite dall'emergenza siccità del Centro Nord.

     

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    Secondo le stime di Coldiretti, «la situazione più drammatica si registra nel bacino della pianura padana dove nasce un terzo dell'agroalimentare made in Italy e la metà dell'allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo». E tutto questo grava su un mercato che già nel 2022 ha conteggiato danni per 6 miliardi di euro. […]

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