Estratto dell’articolo di Marco Mobili Giovanni Parente per “Il Sole 24 Ore”
TASSE IN ITALIA
Nel Paese in cui i contribuenti del cosiddetto ceto medio con oltre i 35mila euro rappresentano il 20% e pagano al Fisco due terzi di tutta l’Irpef, c’è chi si è ritagliato un angolo di paradiso fiscale. Tra agevolazioni per il rientro dei cervelli, sportivi professionisti, Paperoni (con relativi familiari) e pensionati al Sud il sistema tributario italiano negli ultimi anni non ha badato a sconti.
Un richiamo quello dei maxi sconti sulle tasse che, stando alle ultime dichiarazioni di cui si conoscono i dati (quelle presentate nel 2023 relative ai redditi del 2022), ha attratto 37.200 soggetti. Una quota esigua (intorno allo 0,08%) se rapportata al totale dei contribuenti, ma che in realtà ha registrato una costante crescita: con un valore più che quadruplicato rispetto alle dichiarazioni presentate nel 2018 in aumento del 55% rispetto a quelle del 2022 (anno d’imposta 2021).
dati sulla tassazione agevolata in italia - il sole 24 ore
Un’attrazione fiscale che non poteva passare inosservata. Perché se da un lato tutte le agevolazioni previste nel corso degli anni hanno avuto l’obiettivo di attrarre (o riattrarre, a seconda dei casi) talenti o contribuenti facoltosi, che potessero portare in Italia capacità di spesa o investimento, dall’altro lato si sono creati regimi su misura in grado di aiutare in modo cospicuo pochi senza poter dare un forte sollievo tributario alla generalità dei contribuenti […]
Questo divario negli ultimi anni è diventato sempre più palese. Non a caso il Governo ha acceso un faro ed è intervenuto due volte nel giro di pochi mesi per riscrivere le regole dei regimi premiali. Prima a fine dello scorso anno con il decreto internazionalizzazione (Dlgs 209/2023) attuativo della delega fiscale che ha, non senza polemiche, completamente riscritto in senso più restrittivo i requisiti di accesso, le modalità di detassazione e la durata del regime degli impatriati, che originariamente era proprio destinato a portare i cervelli in Italia.
tassare i ricchi 3
Ora, a ridosso della pausa estiva, è arrivato il decreto Omnibus (Dl 113/2024) che ha deciso il raddoppio della tassa piatta da 100mila a 200mila euro all’anno sui redditi prodotti all’estero dai Paperoni che sposteranno la residenza in Italia: la delimitazione al futuro (o meglio a dopo il 10 agosto 2024) è stata espressamente prevista dalla norma e questa volta senza ricorrere alla consueta deroga allo Statuto del contribuente. […]
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Vanno poi considerate le effettive ricadute per il sistema Italia. Le statistiche fiscali rivelano, ad esempio, che l’agevolazione per docenti e ricercatori ha interessato oltre 3.300 lavoratori subordinati per un ammontare lordo medio da lavoro dipendente di 56.492 euro, mentre il regime degli impatriati ha interessato oltre 32.600 lavoratori dipendenti (sono oltre l’87% sul totale dei rientri agevolati) per un ammontare lordo medio di 114.501 euro.
Ma al di là dei numeri, il regime degli impatriati è stato caratterizzato anche da parecchi casi di elusione fiscale che hanno spinto il governo al giro di vite della scorsa legge di bilancio.
Va ricordato poi che il regime degli impatriati è stato caratterizzato da redditi di “peso” come quelli degli sportivi professionisti (484 nelle dichiarazioni del 2023). Sulla carta il regime nel suo complesso avrebbe dovuto portare professionalità elevate con una maggiore capacità di spesa, almeno in teoria, più alta per chi ha sfruttato questo tipo di detassazione, ma senza però un riscontro reale.
giancarlo giorgetti
Per gli sportivi va detto ha arricchito soprattutto i campionati di serie A di calcio e di basket consentendo alle società sportive di strappare contrattati milionari e sistemare in alcuni casi i bilanci.
Sull’agevolazione per i Paperoni (1.136 secondo l’aggiornamento fornito dalla Corte dei conti nell’ultima relazione sul rendiconto generale dello Stato) che era stata introdotta dalla legge di Bilancio 2017 per competere con altre piazze europee (e non solo) nell’attirare i contribuenti più ricchi e quindi nuovi investimenti, le Finanze spiegano che il «46% di tali soggetti ha prodotto in Italia un reddito complessivo pari a 75 milioni di euro prevalentemente costituito da reddito da lavoro dipendente (pari all’86% del totale)».
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Il gettito complessivo derivante dalla tassa piatta considerando l’intero arco temporale delle dichiarazioni presentate dal 2018 (anno d’imposta 2017) al 2023 (anno d’imposta 2022) non arriva a 262 milioni. […]
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