Valentina Buzzi per gazzetta.it
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La Claret Jug nelle mani e tutta l’Italia del golf ai suoi piedi. Francesco Molinari è il primo azzurro a vincere un Major: ci riesce nel 147° Open Championship, il torneo più antico e prestigioso della storia di questo sport, quello che garantisce il pass diretto per la leggenda. Da teatro degli incubi, il terribile course di Carnoustie diventa per un giorno il palcoscenico dei sogni. Ma solo quelli di Chicco.
EMOZIONI AZZURRE — Era dal 1995 che i green non ci regalavano emozioni simili. Quell’anno, a St.Andrews, Costantino Rocca aveva solo sfiorato l’impresa (playoff perso con John Daly). Questa volta, Molinari le dà forma e concretezza grazie a un giro strepitoso (69, -2 di giornata, -8 per il totale), una vera e propria lezione di golf per strategia, tecnica, atteggiamento. Partito a 3 colpi di distanza dal terzetto dei leader (tutti americani, compreso il campione uscente Jordan Spieth), Molinari arriva all’ultimo giro sapendo di dover tenere a bada tre clienti pericolosissimi: il vento, la pressione e Tiger Woods, compagno di gioco dell’ultimo round.
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Ed è proprio l’americano a interpretare meglio le prime 9 (l’unico tra i giocatori di alta classifica a uscire sotto par), trascinato dal sostegno del pubblico e dal richiamo della favola. Tutti sognano l’ultimo grande acuto del Fenomeno, tornato ai livelli di un tempo dopo due anni di passione. Ma oggi è il giorno di Chicco. Mentre Tiger perde verve dopo il doppio bogey alla 11, Francesco continua a non sbagliare un ferro (13 par consecutivi) e, nel gran finale, mette il turbo: 2 birdie nelle ultime 4. L’ultimo, alla 18, è quello che ogni golfista sogna di imbucare da bambino. Il pubblico di Carnoustie è in piedi ad applaudire: standing ovation.
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STORICO TRIONFO — Ma c’è ancora da soffrire. Solo quando l’americano Schauffele manca il putt per l’aggancio in vetta, il trionfo di Chicco diventa certezza. E’ la resa della super corazzata americana (Kisner, Spieth e lo stesso Schauffle cadono uno dopo l’altro), mentre gli incredibili ritorni dei britannici Rose e McIlroy (secondi pari merito con Kisner) non bastano a rimescolare le carte. In vetta al leaderbord di Carnoustie c’è solo il tricolore. Dopo i vari Nicklaus, Hogan, Palmer e Woods, Francesco Molinari si aggiunge alla lista dei grandi che hanno vinto l’Open. Da oggi il suo nome è sulla mitica Claret Jug. E sui libri di storia.
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2. APNEA, DONNE: ZECCHINI FA IL MONDIALE ANCHE NEL COSTANTE SENZA ATTREZZI
Ancora un'impresa per Alessia Zecchini che, nella sesta giornata di gara del "Vertical Blue", in corso di svolgimento a Long Island, isola e distretto di Bahamas, con la profondita' di -73 metri, ha stabilito il nuovo Record Mondiale AIDA di Assetto Costante senza Attrezzi. Il precedente record, pari a -72 metri, apparteneva alla giapponese Sayuri Kinoshita, che lo aveva conseguito il 26 Aprile 2016, sempre a Long Island, proprio in occasione del Vertical Blue.
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Nel giro di appena due giorni, la pluricampionessa romana ha cosi' messo a segno il secondo Record Mondiale AIDA, dopo che il 20 luglio, con la profondita' di -93 metri, aveva realizzato quello di Free Immersion. Ottima anche la performance dell'altro italiano in gara quest'oggi, ovvero Homar Leuci, che, con la profondita' di -117 metri, ha conseguito il nuovo Record Italiano AIDA di Apnea in Assetto Costante con Monopinna. A realizzare il precedente record era stato lo stesso atleta milanese, che, in data 16 Luglio u.s., ovvero nella prima giornata di gara, si era reso protagonista di -116 metri. Con quello di oggi, salgono cosi' a quota quattro i Record Nazionali AIDA stabiliti da Homar Leuci in questa edizione 2018 del Vertical Blue. Uno per ciascuna delle quattro giornate di gara sin qui disputate.
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