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    SEMPRE LA SOLITA STORIA: L’ITALIA IN EUROPA ARRIVA IN MUTANDE E PER SPUNTARE QUALCOSA RICORRE AI “RICATTINI” - PER AVERE UNA RIFORMA SOFT DEL PATTO DI STABILITA’, MELONI HA PROVATO A USARE IL MES COME MONETA DI SCAMBIO - DOPO AVER CAPITO CHE DEVE APPROVARLO A PRESCINDERE, PUNTA SULLE AMBIZIONI DI RIELEZIONE DI URSULA VON DER LEYEN: “SOSTENERLA? DIPENDE DA COME SI COMPORTERÀ CON NOI” - PECCATO CHE I CONSERVATORI DI ECR GUIDATI DALLA DUCETTA POTREBBERO RIVELARSI SUPERFLUI E INTANTO AL GOVERNO SERVE PIÙ DEFICIT, PER IL QUALE SERVIRA’ L’OK DELLA COMMISSIONE UE


     
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    Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo,Luca Monticelli per “la Stampa”

     

    GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN

    Non c'è alcun dubbio su quale sia la strategia di Giorgia Meloni e dei suoi ministri. I soldi sono sempre meno e la revisione al ribasso delle previsioni europee sul Prodotto interno lordo per il 2023 e per il 2024 rendono ancora più complicato il puzzle della manovra finanziaria. […] Senza sufficienti risorse, le risposte saranno deboli. E non facilmente spendibili in campagna elettorale. […] I disegni meloniani appaiono appannati da scenari economici che fanno paura. La premier sta cercando una via d'uscita anche perché i feedback sulla riforma del Patto di stabilità non sono buoni.

    giorgia meloni al g20 di new delhi - alle spalle paolo gentiloni giorgia meloni al g20 di new delhi - alle spalle paolo gentiloni

     

    Gli ostacoli sui futuri vincoli fiscali europei e le resistenze dei falchi all'ipotesi di scorporare dal calcolo della spesa gli investimenti su settori strategici (green, digitale e difesa), sembrano insormontabili. Gli attacchi al commissario per gli Affari economici Paolo Gentiloni e il botta e risposta con la Commissione stanno giorno dopo giorno svelando quale sia il vero obiettivo di Meloni: Ursula Von der Leyen. […]

     

    La replica secca del portavoce della presidente della Commissione e il puntiglio con cui è stata elencata al governo italiano tutta la disponibilità di Von der Leyen con il governo italiano (sulla Tunisia, sul Pnrr e sull'alluvione in Romagna), non hanno fatto piacere alla premier […] Meloni vuole pesare la sua forza in Europa. La partita è puramente politica. Avere, e dare. Von der Leyen è in cerca di un secondo mandato. La riconferma da presidente passa dal sostegno dei Popolari europei, dei socialisti e dei liberali.

    giorgia meloni ursula von der leyen giorgia meloni ursula von der leyen

     

    Al momento gli equilibri restano gli stessi e i conservatori di Ecr guidati da Meloni potrebbero rivelarsi superflui. Non è detto, però. Cinque anni fa si rivelarono decisivi i voti degli europarlamentari del M5S e dei polacchi del Pis, alleati di FdI. Ma il governo italiano punta anche su un'altra leva […] Saranno i leader dei Paesi membri a indicare il nome del presidente. E Von der Leyen conta sul sostegno di Meloni. «Dipende da come si comporteranno con noi» sono le parole attribuite alla premier dalle stesse fonti. Sul Pnrr, certo, e sul Patto di Stabilità.

     

    meloni gentiloni meloni gentiloni

    Ma quello che preme Meloni è altro, adesso. Per dare più respiro alla manovra, all'Italia serve fare più deficit, e ha bisogno che Bruxelles non si opponga. Dopo le tensioni degli ultimi giorni Meloni ha apprezzato che anche Gentiloni abbia bocciato il Superbonus edilizio, con parole simili a quelle usate dalla premier. È stato letto come un segnale, ma non basta.

     

    Le previsioni al ribasso della Commissione europea hanno un impatto sui conti pubblici italiani e soprattutto sulla manovra che Meloni e il ministro Giancarlo Giorgetti dovranno presentare a metà ottobre. Se per il 2023 il Tesoro conta ancora di raggiungere l'1% di maggior Pil, è lo scenario futuro a essere fuori portata.

     

    ursula von der leyen giorgia meloni al consiglio europeo ursula von der leyen giorgia meloni al consiglio europeo

    A compromettere i piani dell'esecutivo è la crescita dell'anno prossimo che rischia di far sballare le promesse elettorali […] se Meloni e Giorgetti si erano tenuti un margine dello 0,2% di Pil - circa 4,5 miliardi di euro - da utilizzare in legge di Bilancio (ovvero la spesa in deficit frutto della differenza tra tendenziale e programmatico), quel tesoretto si è bruciato a causa del rallentamento globale.

     

    […] Le coperture della manovra già risicate non possono fare a meno di un po' di spesa in deficit, perciò se il governo vuole mantenere un margine di almeno lo 0,2% deve bussare alla porta della Commissione europea e alzare il deficit programmatico almeno al 4%, se non oltre. Un'asticella tutt'altro che scontata visto che già ad aprile la soglia psicologica dell'indebitamento concordata a Bruxelles si era attestata al 3,7%. […]

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