Estratto dell’articolo di Giacomo Salvini per il “Fatto quotidiano”
ELISABETTA BELLONI
L’ordine è partito dal Dipartimento per le Informazioni e la Si- curezza (Dis) che coordinai nostri servizi segreti: per esigenze di sicurezza nazionale il governo deve avere la possibilità di controllare i telefoni dei giornalisti.
Un’indicazione, dicono tre fonti di governo a conoscenza della questione, che è stata concordata con la presidenza del Consiglio, a cui il Dis fa capo: l’asse è quello tra la direttrice del Dis, Elisabetta Belloni, e il sottosegretario Alfredo Mantovano, che ha proprio la delega ai servizi segreti. Sono questi i protagonisti che hanno portato l’Italia, come raccontato dal Fatto martedì, a minacciare il veto in Europa alla legge europea sulla libertà dei media.
alfredo mantovano
[…] Secondo quanto emerge dai verbali visionati dal consorzio di giornalismo Investigate Europe (IE), Disclose e Follow The Money, il 22 novembre scorso, durante la riunione dei diplomatici a Bruxelles che dovevano trattare sulla legge europea per la libertà di stampa, l’Italia ha definito l’articolo sulla “sicurezza nazionale” una “linea rossa”: nel linguaggio diplomatico è la minaccia di non votare l’intero regolamento.
L’Italia è l’unica a essersi spinta così avanti, anche se altri sei Paesi – Francia, Finlandia, Cipro, Svezia, Malta e Grecia – sono favorevoli a usare programmi spia sui cronisti in nome della sicurezza nazionale. Grazie all’appoggio degli altri sei Stati potrebbe affossarlo.
alfredo mantovano giorgia meloni
Questo comporterebbe che, in una legge che serve proprio per garantire la libertà e l’imparzialità dei media, sarebbe inserita la possibilità di controllare i telefoni dei giornalisti. Il Consiglio europeo, su richiesta della Francia, al paragrafo sul divieto di spiare i cronisti aveva fatto inserire proprio una sorta di clausola secondo cui “il presente articolo non pregiudica la responsabilità degli Stati membri di proteggere la sicurezza nazionale”. Insomma, per queste esigenze gli Stati potrebbero spiare la stampa.
Il Parlamento europeo si era espresso in senso contrario, ma domani si concluderà il negoziato con il Consiglio e la Commissione (il cosiddetto “trilogo”) e il veto dell’Italia potrebbe essere determinante per bloccare la legge. Il motivo dell’impuntatura di Roma e dell’esigenza di Dis e Palazzo Chigi di mantenere la norma a costo di minacciare il veto non è chiara.
intercettazioni
Martedì la notizia è stata rivelata dal Fatto mettendo in imbarazzo mezzo governo. Il metodo è già indicativo: la decisione è stata presa senza consultare i ministri che hanno competenze in materia, a partire dal titolare degli Esteri, Antonio Tajani. Il vicepremier di Forza Italia martedì, interpellato in Transatlantico, ha spiegato di non saperne niente. Anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sarebbe stato tenuto all’oscuro della linea italiana. Palazzo Chigi ha gestito tutto in autonomia e ha comunicato la posizione da tenere a Bruxelles.
Nel merito, il governo italiano continua a sostenere la sua posizione e non sembra intenzionato ad arretrare: la linea è stata presa in accordo con Francia e Germania e ogni autorizzazione sarebbe disposta da un giudice terzo. Inoltre le intercettazioni sarebbero disposte “solo per esigenze di sicurezza nazionale”. [...]
SPIARE SMARTPHONE INTERCETTAZIONI
Nella legge di Bilancio del 2022, il governo fece approvare un emendamento che facilitava la possibilità di fare intercettazioni preventive: con la norma le spese per quegli ascolti passavano dal ministero dell’Economia al ministero della Giustizia e venivano velocizzate le procedure per disporre le intercettazioni degli 007. Queste potevano riguardare anche persone non indagate e anche nei loro domicili privati. Con la norma inoltre si allentavano le garanzie e i controlli della magistratura sugli ascolti.
elisabetta belloni foto di bacco (4)
elisabetta belloni foto di bacco